L’alimentazione del gatto dallo svezzamento all’età adulta segue uno speciale percorso evolutivo, finalizzato ad assecondare la crescita e, al tempo stesso, rendere il gattino del tutto autonomo dalla madre.
Nelle settimane che seguono la nascita dei gattini, la produzione di latte nella gatta diminuisce progressivamente, fino ad esaurirsi intorno ai due mesi di vita dei piccoli. Da qui, dunque, comincia lo svezzamento del gatto.
In questa delicata fase, l'alimentazione del gatto - prima semiliquida e poi solida - sostituisce l'azione di sostegno del latte materno, e per questo deve apportare tenori adeguati dei nutrienti essenziali allo sviluppo e alla stessa sopravvivenza del gattino: proteine, aminoacidi, vitamine, minerali, acidi grassi essenziali, fibre, carboidrati.
Fondamentale è, in questo contesto, una perfetta digeribilità: solo quando un alimento è pienamente assorbito, infatti, i suoi principi nutritivi vengono assimilati dall'organismo del gattino, evitando disturbi gastrointestinali e stati carenziali.
Per questo, il primo cibo "da grandi" del gattino deve unire ad un potere nutritivo intenso una delicatezza estrema, ed essere quindi totalmente ipoallergenico.
In commercio esistono appositi alimenti umidi (di solito, mousse) per il primissimo periodo dello svezzamento; qualora si preferisca la preparazione casalinga, si può optare per una carne molto leggera, come il petto di pollo lesso e frullato.
Il nuovo alimento va introdotto gradualmente, così da non impattare negativamente su un sistema digestivo ancora in formazione e quindi molto sensibile ai cambiamenti. Si può cominciare con due o tre cucchiaini: in un piattino, se il gattino è insieme alla madre; mescolati nel biberon col latte in polvere, per i gattini senza la mamma.
Naturalmente, in tutti i casi, è sempre opportuno lasciare a disposizione del gattino una piccola ciotola d'acqua, così da abituarlo a bere da solo.
Col passare dei mesi, la pappa frullata può essere sostituita via via da carne a pezzettini lessata o cotta al vapore, oppure da alimenti industriali specifici per gattini fino ai 12 mesi. In quest'ultimo caso si può optare per una crocchetta o un cibo umido, oppure un'integrazione di entrambi.
Per essere sicuri della qualità si avrà cura di controllare l'etichetta, onde verificare che l'alimento abbia la carne come primo ingrediente, in abbinamento a modiche quantità di riso, avena o altri cereali ancestrali ad altissima tollerabilità. In alternativa, si può decidere per un'alimentazione del gatto Grain Free, con fonti di carboidrati alternative come i piselli e le patate.
Al compimento dell'anno di vita, il gatto entra nell'età adulta: il suo processo di crescita è completato. A questo punto, si può passare ad un'alimentazione del gatto di età adulta, ovvero una "dieta di mantenimento" nutrizionalmente meno ricca ma con le stesse prerogative di digeribilità e completezza degli alimenti per lo svezzamento.
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La storia del nostro allevamento di gatti Ragdoll Silmarilions comincia nel 1992, quando la nostra fondatrice si imbatte in un articolo sui Ragdolls e sulla loro indole straordinaria.
In Italia, a quei tempi, il gatto Ragdoll è ancora una rarità: acquisirne un esemplare, quindi, può risultare piuttosto complicato. Eppure, proprio per questa sua affettuosità fuori dal comune, il Ragdoll è senza dubbio il gatto più compatibile con il temperamento caloroso degli italiani!
Queste considerazioni spingono la futura "mamma" dell'allevamento Ragdoll Silmarilions ad impegnarsi con tutte le sue forze per diffondere questa splendida razza felina sul territorio italiano.
L'impresa è tutt'altro che semplice, ma alla fine, dopo una lunga attesa, i primi gattini Ragdolls arrivano in Italia direttamente dall'allevamento della signora McKee, negli States (che, ricordiamo, è proprio il paese d'origine della razza). E' il 1993. Altri esemplari giungeranno nel 1995 e nel 1998.
Ancora oggi, il nostro sito ufficiale rende omaggio a questi "progenitori" del Ragdoll italiano: parliamo di gatti come Jaggernaut, Vicky e Ghibli che, oltre ad essere i veri fondatori del nostro allevamento, hanno avuto anche il merito di lasciare una traccia importante nel nostro cuore e nella nostra memoria.
Ma come va l'inserimento di questi primissimi Ragdolls americani nella loro casa italiana?
Più che bene! I gattini, infatti, si trovano immediatamente a loro agio nel nuovo ambiente, mostrando una capacità di adattamento e un'empatia con l'essere umano notevolmente superiore a quella di tutte le altre razze. Perfino il veterinario che li ha in cura ne resta colpito.
Al loro arrivo seguono campagne promozionali attraverso vari canali, dai programmi televisivi alle riviste di settore. Naturalmente, i primi Ragdolls non possono mancare alle esposizioni feline. Tutti devono conoscere questo gatto meraviglioso! Qualche anno più tardi verrà anche realizzata una videocassetta (la prima e unica in Italia) con protagonisti proprio la fondatrice dell'allevamento e i suoi gatti Ragdolls.
E nel 1994, finalmente, nascono i primi gattini dell'allevamento. Un'emozione unica! Sono loro i primi portatori del nostro affisso "Silmarilions" (che nel frattempo è stato registrato in TICA).
Negli anni successivi, le linee di sangue vengono diversificate attraverso vari incroci: a tale scopo, arrivano in allevamento altri gatti Ragdolls dagli Stati Uniti, dalla Svizzera, dalla Finlandia, dalla Turchia, dalla Spagna e dal Canada.
L'impegno viene premiato con un grandissimo successo: la fama dei Ragdolls italiani si diffonde anche all'estero, dove diventano sempre più numerosi gli allevamenti che ne fanno richiesta.
Da allora, la storia del nostro allevamento di gatti Ragdoll (oggi membro dei più importanti Ragdolls Club internazionali) è stato un susseguirsi di cucciolate sempre più belle destinate a riempire di gioia noi e tantissime famiglie d'Italia e del mondo. Preparati a lasciarti conquistare!
Vantaggi degli antiparassitari naturali per gatti in autunno, inverno e primavera: quali sono?
Prima di tutto è importante sfatare il diffuso luogo comune secondo il quale il gatto ha bisogno dell'antiparassitario solo in estate. Infatti, i parassiti esterni come pulci, zecche e pidocchi possono colpire il gatto in ogni stagione dell'anno.
Alcuni proprietari, inoltre, sono dell'avviso che l'antiparassitario vada applicato solo ai gatti che frequentano gli spazi esterni. Anche questa è una convinzione errata, poiché i parassiti esterni del gatto adorano le nostre case, soprattutto quando fuori fa freddo e le stanze sono piacevolmente riscaldate.
Uova, larve e parassiti adulti possono quindi annidarsi ovunque nei nostri ambienti domestici: crepe dei pavimenti e dei mobili, tessili d'arredamento, divani, poltrone, coperte, cucce. Le uova e le larve di molti parassiti del gatto entrano attraverso ospiti intermedi (altri animali già infestati) oppure veicoli "insospettabili" come le suole delle nostre scarpe.
Per questo è fondamentale proteggere il gatto dai parassiti esterni non solo nella stagione calda, ma tutto l'anno. Non è necessario utilizzare sempre gli antiparassitari chimici: questi prodotti, più "forti" in quanto formulati per uccidere uova, larve e individui adulti di diverse specie, possono essere riservati all'estate, quando maggiore è la proliferazione dei parassiti e più alto il rischio che il gatto ne sia già infestato.
All'inverno e alle mezze stagioni possiamo riservare l'utilizzo di una tipologia di antiparassitario per gatti più leggero: parliamo, nello specifico, degli antiparassitari naturali.
Si tratta di formule completamente naturali e ipoallergeniche, del tutto prive di effetti collaterali e quindi ideali anche per i gattini e i gatti più sensibili (gatto anziano, allergico o con patologie, gatta in gravidanza o allattamento, ecc.). Una volta applicati, gli estratti vegetali in essi contenuti creano sul corpo del gatto una barriera repellente che contrasta i parassiti e previene le infestazioni. Come? Semplice: attraverso l'odore!
Ecco perché gli antiparassitari per gatti sono generalmente a base di geranio, olio di neem, limone, menta, lavanda, ovvero di composti naturali la cui fragranza è sgradita agli insetti. Quindi, gli antiparassitari per gatti non uccidono i parassiti, ma li tengono lontani; allo stesso tempo, non rilasciano residui chimici dannosi, perché la loro formulazione esclude qualsiasi ingrediente non naturale.
Ciò li rende totalmente sicuri per la salute del gatto, ma anche assolutamente ecosostenibili.
In commercio trovi una vasta gamma di antiparassitari naturali per gatti, da scegliere in collare o lozione spray. La durata può variare, a seconda delle formulazioni, da un giorno ad alcuni mesi: trascorso l'arco di tempo previsto, è necessario riapplicare il prodotto.
Per un'efficacia ancora maggiore, il collare e la lozione possono essere abbinati a speciali shampoo antiparassitari. Molte linee di antiparassitari naturali per gatti prevedono anche lo spray per ambienti, così da proteggere dai parassiti tutti gli spazi della casa.
La gestazione del gatto, guida utile, ovvero: quando si tratta di gravidanza dei gatti, i consigli non sono mai abbastanza!
In realtà, la gestazione del gatto è per natura un processo molto semplice.
La gatta in gravidanza affronta il periodo della gestazione con grande serenità e, tranne in casi particolari, non manifesta alcuna difficoltà nello svolgimento delle solite attività quotidiane.
È quindi molto importante non trattarla come se fosse malata, e lasciarle piena libertà di muoversi, saltare e giocare come preferisce. Unica eccezione a questa regola, gli ultimi giorni della gestazione del gatto, quando è consigliabile non far uscire la futura mamma per evitare che partorisca lontano da casa.
La gestazione del gatto dura mediamente 64-67 giorni. In questo arco di tempo, la gatta incinta dovrà alimentarsi in modo più sostanzioso del normale, così da sostenere il proprio fisico e quello dei piccoli che si stanno formando: la soluzione ideale, in tal senso, è una crocchetta e/o un cibo umido ad alto potere nutritivo, come le formule per i gattini in crescita.
Un'importanza cruciale, ai fini del buon esito della gravidanza del gatto, rivestono i controlli veterinari specifici: le visite ostetriche, le analisi cliniche e, soprattutto, l'ecografia veterinaria. Queste pratiche vengono effettuate secondo un preciso calendario stabilito dal veterinario, così da monitorare l'andamento della gravidanza del gatto e rilevare eventuali anomalie nello sviluppo dei feti.
Nella fase finale della gestazione del gatto si notano alcuni cambiamenti significativi, tanto fisici quanto comportamentali: limitata capacità di movimento, tendenza ad appartarsi e a dormire di più, irritabilità o al contrario maggiore desiderio di coccole.
Per aiutarla a partorire nelle condizioni migliori, prepara alla tua gatta in gravidanza una cuccia morbida e ampia in un angolo silenzioso e riservato della casa.
Solitamente, la gatta in gestazione partorisce in autonomia e senza particolari problemi; tuttavia, in questo momento tanto delicato è bene non lasciarla sola, in modo da farla sentire al sicuro e poter contattare tempestivamente il veterinario nel caso insorgano complicazioni (sforzi improduttivi e molto dolorosi, perdite ematiche scure, ecc.).
Foto di Titti Fabritius da Pixabay
Il blog dell’allevamento gatti Ragdoll Silmarilions è il luogo virtuale dove ogni "gattofilo" può trovare una guida affidabile e dettagliata su tantissimi aspetti della vita con il proprio gatto.
Essendo collegato direttamente al più autorevole allevamento italiano di Ragdolls Silmarilions, il blog si propone prima di tutto come guida pratica all'adozione e alla gestione dei gatti di questa razza.
Qual è il carattere del gatto Ragdoll? In cosa differisce esattamente dalle altre razze feline? Perché è il compagno ideale per gli anziani e per la pet therapy? A questi e ad altri dubbi che possono sorgere prima di scegliere un Ragdoll (ma anche durante la convivenza!) il blog risponde in modo preciso, dettagliato e affidabile, forte della competenza e dell'esperienza di chi ha dedicato tutta la sua vita a questo splendido gatto.
Avvalendosi inoltre degli apporti dei più recenti studi di veterinaria e di nutrizione animale, nonché della consulenza di esperti in vari ambiti, il blog propone regolarmente articoli su tutte le esigenze che riguardano il mondo dei gatti in generale, dalla salute all'alimentazione, dalle vacanze al delicato periodo della gravidanza.
Così, ad esempio, leggendo il blog dell’allevamento gatti Ragdoll Silmarilions scoprirai quali sono i documenti per viaggiare con il tuo gatto; le procedure per l'impianto del microchip e l'iscrizione all'Anagrafe Nazionale Felina; la differenza tra i vaccini obbligatori e quelli facoltativi; i consigli e gli accorgimenti più utili per una gestazione e un parto in piena sicurezza; come scegliere l'antiparassitario più efficace e sicuro per i gattini; come riconoscere i sintomi delle principali malattie feline; come nutrire correttamente il tuo gatto nelle diverse fasi della sua vita, e così via.
Ampio spazio è dedicato alle problematiche comportamentali, come quelle inerenti all'inserimento di un secondo gatto in casa o all'interazione fra gatti e bambini.
Di particolare interesse sono gli articoli specificamente incentrati sul Ragdoll: la sua storia, le sue caratteristiche fisiche, il suo temperamento, le cure quotidiane.
Insomma, il blog dell’allevamento gatti Ragdoll Silmarilions è il punto di riferimento che hai sempre cercato per saperne di più sul tuo migliore amico di sempre.
Mettilo subito tra i preferiti!
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Se vai in vacanza con il gatto, questi consigli utili su auto, aereo, nave e treno ti aiuteranno ad affrontare la trasferta con la massima serenità.
Nonostante le differenze, tutti i mezzi di trasporto concordano su un punto: il gatto deve viaggiare sempre ben chiuso nel suo trasportino. Quindi, se non lo hai già fatto, munisciti di un trasportino apposito per gatti, che dovrà essere:
- omologato, quindi a norma di legge;
- di alta qualità. Ciò significa materiali resistenti, chiusura sicura e ben funzionante, solida maniglia per il trasporto;
- comodo e spazioso per il gatto, quindi di misura adeguata alla sua taglia.
Per un'igiene impeccabile, fodera il fondo del trasportino con una o più traverse igieniche: questo accorgimento servirà a "contenere" eventuali perdite di urina.
Prima di partire, evita di dar da mangiare al tuo gatto, così da scongiurare vomito, diarrea e altri possibili disturbi.
Ovunque vi troviate, caldo e aria condizionata possono provocare disidratazione: per mantenere il gatto sempre ben idratato, spruzza spesso il suo pelo con acqua.
Alcuni gatti particolarmente delicati possono comunque soffrire di malesseri da viaggio: ma niente paura, basta un integratore specifico per il mal d'auto, di mare, d'aria e di treno (chiedi consiglio al veterinario).
Su tutti i mezzi, possono risultare molto utili anche le salviettine umidificate per gatti, da utilizzare all'occorrenza per una pratica pulizia senz'acqua.
In auto, ricorda che il Codice della Strada - per ovvie ragioni di sicurezza - prescrive il divieto assoluto di lasciare libero il gatto nell'abitacolo durante la marcia. Il gatto va tenuto chiuso nel trasportino e posizionato sul sedile posteriore.
Per non rischiare pericolosi (e non di rado anche fatali) colpi di calore, controlla che il tuo gatto resti sempre all'ombra e non lasciarlo mai da solo chiuso nell'auto in sosta.
Se tu e il tuo gatto avete invece scelto la nave, il treno o l'aereo, documentarsi in modo approfondito è un must: in merito al trasporto dei gatti, infatti, non ci sono regole valide per tutte le compagnie.
Solo per fare un esempio, esistono compagnie aeree che permettono al gatto di viaggiare in cabina accanto al proprietario, mentre altre prevedono esclusivamente il trasporto dell'animale in stiva.
Occhio anche alle tariffe: alcune compagnie sono solite applicare un sovrapprezzo al biglietto dei passeggeri che viaggiano con il gatto. È quindi imperativo leggere con attenzione le normative e chiedere i dovuti chiarimenti a chi si occupa della nostra prenotazione.
Qualsiasi sia il mezzo scelto, infine, non dimenticare i documenti di viaggio del tuo gatto: se restate in Italia basta il solo libretto delle vaccinazioni aggiornato, mentre all'estero è obbligatorio il Passaporto Europeo specifico per gatti.
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Il Passaporto Europeo per il gatto, quando e dove farlo?
Tra i documenti per viaggiare con il gatto, il Passaporto Europeo per animali da compagnia è necessario solo quando si va all'estero, e in particolare in uno dei paesi dell'Unione Europea; in Italia, infatti, è sufficiente il solo libretto delle vaccinazioni aggiornato.
E quindi, come ottenere il Passaporto Europeo per gatti? Il primo passo da fare è recarsi presso la propria ASL di residenza.
Qui, unitamente alla compilazione di un apposito modulo di domanda, dovranno essere presentati alcuni documenti, e precisamente:
- documento di identità e codice fiscale del proprietario del gatto (maggiorenne);
- certificato di vaccinazione antirabbica in corso di validità. Il vaccino contro la rabbia dovrà essere eseguito da almeno 21 giorni;
- attestato di applicazione del Microchip, redatto dal Veterinario;
- la ricevuta di pagamento tramite bollettino postale di una quota (che verrà indicata dalla ASL di riferimento).
I tempi di rilascio del Passaporto Europeo per gatti variano a seconda del momento dell'anno in cui viene effettuata la richiesta: sono, ad esempio, molto più lunghi a ridosso delle ferie estive o del periodo natalizio. Per questo è sempre consigliabile occuparsi delle relative pratiche con un certo anticipo sulla data della partenza. All'atto del ritiro del Passaporto per gatti, dovrai portare con te il tuo gatto. Una volta rilasciato, il Passaporto Europeo per animali da compagnia è valido per 12 mesi; alla scadenza, dovrai quindi rinnovarlo, recandoti nuovamente presso la tua ASL di competenza.
Devi richiedere il Passaporto Europeo ma il tuo gatto non è ancora microchippato e/o vaccinato contro la rabbia? No problem: prendi appuntamento con un veterinario abilitato per sottoporre il tuo gatto ad entrambe le procedure. Ti verranno rilasciate subito le attestazioni che ti servono per richiedere il Passaporto Europeo per il gatto. E, cosa ancor più importante, il tuo gatto sarà in regola con due misure importantissime per la sua salute e la sua sicurezza.
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Il gatto Ragdoll e gli anziani, una compagnia reciproca contro solitudine e depressione: oggi parleremo di una storia d'amore meravigliosa. Quale? Quella che nasce dall'incontro fra la razza felina più buona del mondo e la cosiddetta "terza età" umana.
Sono ormai tante le voci che, negli ultimi anni, segnalano con preoccupazione il sempre più diffuso disagio psicologico delle persone anziane. Le motivazioni possono essere diverse: figli e/o nipoti lontani, morte del coniuge, mancanza di interessi, malattie invalidanti… da questi e da altri fattori possono scaturire noia, tristezza, malinconia, senso di vuoto e di inutilità. La soluzione? Un amico! Ma un amico vero, sempre presente e colmo di attenzioni; e che dia, allo stesso tempo, la sensazione di essere speciali. In altre parole, un affetto in grado di riempire la vita. Tutto questo e molto altro, l'anziano può trovarlo adottando un gatto Ragdoll. Vero "gigante buono" del mondo felino, il Ragdoll sorprende per la straordinaria capacità di legarsi all'uomo con una dedizione totale, senza riserve, del tutto simile (quando non addirittura superiore) a quella del cane. Quando il gatto Ragdoll si affeziona, praticamente non esiste altro: tutta la sua gioia consiste nello stare insieme al suo umano. Per questo il gatto Ragdoll è disposto a seguire ovunque il suo amico del cuore (anche in viaggio!) pur di non separarsene mai. A chi adotta un gatto Ragdoll si raccomanda quindi di non usare per alcun motivo toni bruschi, di non lasciarlo solo per troppo tempo, di non ignorarlo. E' un gatto che ama far felice il suo umano, trascorrere tutta la giornata fra le sue braccia, dormire ai piedi del suo letto, seguirlo di stanza in stanza durante le attività quotidiane. Un compagno, dunque, che dà tanto, e che ha bisogno di ricevere altrettanto. Ecco perché tra Ragdoll e anziano ci sono tutte le "carte in regola" per la storia d'amore perfetta. L'anziano troverà nel gatto Ragdoll non solo una compagnia amorevole e confortante, ma anche qualcuno di cui prendersi cura secondo le sue possibilità. Come ogni gatto che si rispetti, infatti, dal punto di vista pratico il Ragdoll è perfettamente autosufficiente: non necessita (come invece il cane) di essere portato fuori per i suoi bisogni, o di altre cure impegnative. E' quindi l'amico a quattro zampe ideale anche per chi si stanca facilmente o è limitato nei movimenti. Dal canto suo, il gatto Ragdoll avrà nella persona anziana non un proprietario preso da mille impegni fuori casa e quindi assente per gran parte della giornata, ma una presenza costantemente al suo fianco. Cosa volere di più dalla vita?
Foto di diak83 da Pixabay
I parassiti del gatto si diffondono con estrema facilità in ogni ambiente attraverso vari canali: acqua, cibo, superfici, ospiti intermedi (topi, zanzare, gatti già infestati). Il gatto può esserne colpito tutto l'anno, ma la bella stagione è sicuramente il periodo più a rischio: le alte temperature, infatti, creano le condizioni più favorevoli alla riproduzione di queste specie.
I parassiti del gatto vengono classificati in due grandi gruppi: esterni e interni.
I parassiti esterni del gatto, come pulci e zecche, sono insetti flebotomi: ciò significa che si attaccano alla cute del gatto per succhiarne il sangue. Questa categoria di parassiti del gatto è più facile da gestire, perché l'infestazione è riconoscibile da alcuni sintomi precisi: il gatto è irrequieto e si gratta con insistenza, spesso procurandosi lesioni e irritazioni; il suo pelo ha un cattivo aspetto, e talvolta è anche soggetto a caduta. Per contrastare questa tipologia di parassiti, di solito basta l'utilizzo di un buon antiparassitario, efficace sia per uccidere gli insetti che per prevenire le reinfestazioni.
Se il gatto è cucciolo, anziano, molto delicato o allergico, si può optare per un antiparassitario naturale ad azione repellente. Diverso è il caso degli acari delle orecchie, che possono essere debellati solo con un trattamento veterinario.
E passiamo ai parassiti interni del gatto. I più comuni, detti anche "vermi intestinali", sono gli ascaridi, la giardia, i coccidi e la tenia. Questi parassiti si attaccano alle pareti dell'intestino, nutrendosi del sangue e delle sostanze nutritive ingerite dal gatto. Per questo, il gatto infestato dai vermi intestinali si indebolisce, dimagrisce velocemente e soffre di continui disturbi digestivi (diarrea, vomito, gonfiore addominale, flatulenza, ecc.). Alcuni di questi parassiti possono essere visti ad occhio nudo nelle feci del gatto: è il caso degli ascaridi, che appaiono simili a spaghetti cotti. Altri parassiti interni del gatto, invece, sono microscopici: solo il veterinario può diagnosticarli, avvalendosi di speciali analisi cliniche. In tutti i casi, l'unico modo per eliminare i parassiti interni del gatto è una terapia farmacologica mirata prescritta dal veterinario: quindi, quando si sospetta un'infestazione, assolutamente no al "fai da te" che può peggiorare la situazione e causare effetti indesiderati. Ugualmente pericoloso è trascurare il problema: le parassitosi non si risolvono da sole e non devono mai essere sottovalutate, perché possono evolvere in forme molto gravi minacciando la stessa sopravvivenza del gatto.
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Quali sono i vaccini del gatto obbligatori e facoltativi? In questa piccola guida utile approfondiremo il ruolo fondamentale delle vaccinazioni nella salute del tuo gatto.
Prima di tutto: cosa sono, esattamente, i vaccini del gatto?
La vaccinazione è una pratica veterinaria che ha lo scopo di immunizzare il gatto nei confronti delle malattie infettive più gravi e contagiose.
Tali malattie, che si manifestano con atroci sofferenze, portano il gatto alla morte nel giro di poco tempo.
Si tratta di infezioni causate da microrganismi molto resistenti capaci di sopravvivere a lungo nell'ambiente e di diffondersi attraverso vari canali di trasmissione. Per questo, tali malattie possono colpire anche i gatti che vivono esclusivamente in casa e che non hanno alcun contatto con i propri simili.
Al momento attuale, queste particolari patologie del gatto non possono essere curate, e la prevenzione attraverso il vaccino rappresenta l'unica arma di difesa efficace.
Anche tra i vaccini, comunque, esiste una distinzione fondamentale. Alcune profilassi sono obbligatorie, in quanto proteggono il gatto dalle malattie a più alto rischio: questi vaccini di base (o "core") sono quelli che compongono la cosiddetta "vaccinazione trivalente", ovvero Rinotracheite (herpes virus), Calicivirosi (calici virus) e Panleucopenia (gastroenterite virale felina).
A questi tre vaccini obbligatori possono essere aggiunti, qualora il veterinario lo ritenga opportuno, altri vaccini facoltativi, come la FeLV (leucemia felina), la FIP (peritonite infettiva) e la Clamidiosi.
Un discorso a parte riguarda l'Antirabbica. Questa profilassi, che in Italia rientra nella categoria dei vaccini facoltativi del gatto, all'estero è obbligatoria. Per questo, l'Antirabbica del gatto è requisito imprescindibile per ottenere il Passaporto Europeo per animali da compagnia.
Quando e come vaccinare il gatto?
Dalla nascita ai due mesi di vita, il gattino è ben protetto dal latte materno, alimento ricco di anticorpi. La necessità della vaccinazione, quindi, sorge quando il gattino non viene più allattato, ovvero a partire dalle 8-10 settimane di età.
La prima somministrazione della vaccinazione trivalente si svolge in due fasi, a distanza di 15-20 giorni una dall'altra. Da quel momento in poi, questo vaccino obbligatorio dovrà essere ripetuto una volta all'anno alla scadenza prefissata, seguendo una procedura chiamata "richiamo" che è indispensabile per garantire al vaccino la sua piena efficacia.
Ricorda che tutti i vaccini sono trattamenti medicali, quindi devono essere obbligatoriamente eseguiti da un veterinario iscritto all'Albo, l'unica figura professionale in grado di vaccinare il gatto in modo corretto e senza effetti indesiderati.
Al momento del primo vaccino, il veterinario rilascia un apposito libretto delle vaccinazioni, nel quale vengono annotati tutti i vaccini già eseguiti e le scadenze dei successivi richiami.
Foto di Agata Światowska da Pixabay
La storia del gatto Ragdoll comincia negli anni Sessanta del Novecento, quando l'allevatrice nordamericana Ann Baker adotta una singolare cucciolata di gatti.
La mamma dei gattini è Josephine, una gatta domestica bianca a pelo lungo che vive nel vicinato; il padre, un gatto simil-birmano.
La signora Baker rimane colpita dai piccoli di Josephine, nei quali nota un'insolita mancanza di aggressività, una spiccata tendenza ad affidarsi all'essere umano, un'affettuosità fuori dall'ordinario e un temperamento eccezionalmente docile.
Decide quindi di accentuare tutte queste qualità per creare il compagno di vita ideale.
Partendo dai gattini di Josephine, Ann Baker opera la selezione lunga e delicata che, incrocio dopo incrocio, la porterà finalmente ad ottenere il gatto Ragdoll.
La nuova razza creata dalla Baker è un capolavoro non solo dal punto di vista caratteriale, ma anche esteticamente: il Ragdoll è un gatto grande e muscoloso dai magnifici occhi blu profondo; il manto, semilungo e soffice, ha bellissime varianti di colore.
Il nome "Ragdoll" deriva dalla sua attitudine a rilassarsi completamente fra le braccia del padrone, esattamente come una bambola di pezza.
La selezione del gatto Ragdoll ha rappresentato per Ann Baker il lavoro di tutta una vita, al quale si è applicata con passione e dedizione. Per questo, l'allevatrice americana è stata sempre molto gelosa del "suo" gatto, per il quale ha fissato standard di razza di rara severità.
La Baker è stata restrittiva anche in merito alla vendita degli esemplari, ragion per cui il Ragdoll si è affermato con lentezza sia negli Stati Uniti che nel resto del mondo.
Come razza, il gatto Ragdoll è stato riconosciuto ufficialmente solo nei primi anni Novanta.
Alla sua divulgazione hanno contribuito alcuni estimatori, come i coniugi Dayton, che si sono impegnati per diffonderlo non solo tra il pubblico dei gattofili, ma anche presso i registri e le associazioni più importanti.
I loro sforzi sono stati ampiamente premiati: oggi, il Ragdoll è una delle razze feline più apprezzate.
La sua spiccata capacità di donare amore lo rende il gatto ideale per i bambini, gli anziani e le persone con vuoti affettivi: per questo, il Ragdoll è tra gli amici a quattro zampe preferiti nelle sedute di pet therapy.
Foto di diak83 da Pixabay
Inserire un gatto in una famiglia con bambini non è un procedimento difficile: basta seguire alcuni semplici ma importanti accorgimenti.
L'esperienza delle famiglie con gatti lo dimostra: fra gatti e bambini nascono legami unici, destinati a rafforzarsi con il passare del tempo. Tali legami sono un arricchimento per la vita di entrambi.
Oltre che un compagno di gioco, il bambino guadagna con il gatto un importante stimolo alla crescita: prendersi cura di un gatto, infatti, lo aiuta a sviluppare empatia, socialità e senso di responsabilità. In più, lo educa al rispetto degli altri esseri viventi e all'amore per la natura.
Il gatto, da parte sua, trova nel bambino un punto di riferimento prezioso per sentirsi protetto e amato. Il bambino, inoltre, offre al gatto una vera miniera di occupazioni quotidiane che tengono lontane noia e inattività, frequenti in molti gatti domestici.
Attenzione, però: affinché il rapporto gatto-bambino nasca e proceda correttamente, è necessario partire con il piede giusto e preparare adeguatamente ogni bambino all'arrivo del suo futuro amico gatto.
Prima di tutto, occorre ricordare ai bambini che il gatto non è un giocattolo e che va trattato sempre con il massimo rispetto, esattamente come un qualsiasi membro della famiglia.
Quindi no ai dispetti, alle urla, ai rumori troppo forti, ai gesti bruschi (o peggio ancora violenti) e a tutti quei comportamenti che possono spaventare il gatto o ferire la sua sensibilità.
Altrettanto importante è insegnare ai bambini a riconoscere il "linguaggio" del gatto, come le fusa o al contrario i segnali negativi (ringhi, soffi, pelo irto, ecc.), così da evitare possibili reazioni aggressive.
Il gatto deve sentirsi libero di seguire i suoi ritmi: è quindi fondamentale raccomandare ai bambini di non forzarlo a giocare se gli va di dormire e di lasciarlo mangiare tranquillo.
Affinché ogni bambino possa sentirsi parte attiva nella vita del gatto, sarà molto utile coinvolgerlo nelle quotidiane operazioni di cura del gatto, come la somministrazione dei croccantini e la spazzolata.
Farli dormire nella stessa stanza e creare momenti di condivisione (ad esempio, inventando giochi di interazione oppure lasciando salire il gatto sul letto del bimbo quando gli si legge una favola) contribuirà ulteriormente a rinsaldare il legame.
Foto di Sarah da Pixabay
Inserire un secondo gatto in casa non è una procedura complicata, ma richiede un po' di pazienza e attenzione, soprattutto nella fase inziale.
I gatti sono animali territoriali: l'arrivo di un secondo gatto, quindi, potrebbe essere vissuta dal micio già presente in casa come una vera e propria invasione.
Oltre a favorire reazioni di paura e di aggressività, pretendere di istaurare subito un rapporto tra i due gatti può creare gelosie e ostilità, ritardando o addirittura compromettendo il buon esito dell'integrazione.
Ecco perché è importante che l'inserimento del secondo gatto sia il più possibile graduale.
Nei primissimi giorni sarà quindi opportuno tenerli in zone separate e non farli mai incontrare. Il contatto fra i due, in questa prima fase, sarà solo olfattivo: portando a ciascuno di loro qualcosa dell'altro (un giochino, una copertina) si farà in modo da abituarli al reciproco odore.
E' consigliabile che i due gatti si vedano per la prima volta attraverso una barriera (un vetro, la fessura di una porta, ecc.).
Dopo qualche giorno, i gatti potranno incontrarsi nello stesso ambiente: scegli un territorio "neutrale", che nessuno dei due possa considerare come proprio.
Lascia che si osservino e che si avvicinino spontaneamente, intervenendo solo in caso di scontro.
Essendo molto empatici, i gatti avvertono subito il tuo nervosismo, quindi mantieni sempre la calma e non rimproverarli se si miagolano o si soffiano in modo minaccioso (in questi casi è normale). Prova invece a coinvolgerli in qualche gioco per incoraggiarli ad interagire positivamente.
L'integrazione fra il primo e il secondo gatto non ha una tempistica standard. A volte possono bastare pochi giorni, mentre in alcuni casi ci vogliono settimane.
Anche i risultati possono variare: alcuni gatti diventano amici per la pelle, mentre altri no.
In ogni caso, con il tempo i gatti imparano a convivere pacificamente e a condividere spazi e oggetti.
Foto di Agata Światowska da Pixabay
Natale è alle porte: tu e il tuo amico Ragdoll siete pronti a partire insieme per un bel viaggio alla scoperta di mercatini natalizi, presepi artistici e altre attrazioni suggestive. Come organizzarsi?
Per prima cosa, controlla che il tuo gatto Ragdoll sia in regola con i documenti.
Se resterete in Italia, basterà il solo libretto delle vaccinazioni aggiornato con i vaccini obbligatori e i relativi richiami.
Se invece sceglierete una meta europea, sarà necessario il Passaporto Europeo per Animali da Compagnia (per ottenerlo bisogna rivolgersi alla propria ASL di residenza). Il rilascio di questo certificato non è immediato, quindi è sempre consigliabile richiederlo con un certo anticipo.
Fuori dall'Unione Europea, il tuo gatto Ragdoll potrebbe aver bisogno di altri documenti: informati bene con i paesi di tuo interesse.
Attenzione alla scelta dell'albergo o del b&b: in fase di prenotazione, verifica che la struttura accetti i gatti.
Treno, nave o aereo? Qualsiasi sia il mezzo che utilizzerete per la trasferta, ricorda che ogni compagnia (aerea, ferroviaria, di navigazione) segue normative proprie in merito al trasporto degli animali domestici, quindi prima di fare il biglietto leggi bene il relativo regolamento. In tutti i casi, il tuo Ragdoll dovrà viaggiare ben chiuso in un trasportino omologato.
Se viaggiate in auto, il tuo gatto Ragdoll non dovrà mai uscire dal trasportino durante la marcia. Posiziona il trasportino sul sedile posteriore al riparo da freddo e correnti d'aria.
Per evitare malesseri, non far mai mangiare il tuo gatto Ragdoll nelle ore immediatamente precedenti la partenza. Qualche giorno prima, portalo dal veterinario per una visita di controllo: servirà ad accertare che stia bene e che sia in grado di affrontare il viaggio.
E siamo arrivati al bagaglio. Insieme al tuo trolley, prepara con cura la "valigia" del tuo amico Ragdoll con tutto ciò che serve: non solo gli accessori di uso quotidiano (ciotole, spazzola, ecc.), ma anche fermenti lattici, pasta contro i boli di pelo, scorte del solito cibo (potresti non trovarli nel luogo di destinazione). E non dimenticare la sua copertina preferita!
Foto di Scarlette da Pixabay
Il gatto Ragdoll ed i bambini: una convivenza possibile? Assolutamente si! Fra tutte le razze feline, infatti, il Ragdoll è sicuramente la più adatta alla vita in famiglia, soprattutto in presenza di bambini. Merito di un carattere eccezionalmente mansueto, ma al tempo stesso socievole e giocherellone come piace ai più piccoli. Attenzione, però: affinché la convivenza sia tranquilla e senza incidenti, è molto importante insegnare ai bimbi alcune semplici regole improntate al rispetto e al buon senso.
- Il gatto Ragdoll non è un giocattolo. Il Ragdoll è buono con tutti, e la sua pazienza è quasi inesauribile: è quindi molto facile che il bambino si lasci "prendere la mano" durante il gioco, trattando il gatto come un peluche con il rischio di offendere i suoi sentimenti o di fargli del male. Il primo, fondamentale passo per una perfetta convivenza consiste quindi nel raccomandare ai piccoli di casa il massimo rispetto per il loro amico Ragdoll.
- Il gatto Ragdoll è molto suscettibile. Urla, rimproveri, gesti bruschi: basta uno di questi comportamenti, anche solo per gioco, per ferire la sensibilità del gatto Ragdoll. Quando ciò accade, il Ragdoll si intristisce e si chiude in sé stesso. E quindi, qual è l'atteggiamento corretto da seguire? Voce bassa, tono pacato, grande dolcezza e coccole, coccole a profusione!
- Mai farlo sentire solo, trascurato o rifiutato. Il gatto Ragdoll cerca sempre l'approvazione dei suoi amici umani, vuole essere coinvolto nelle loro attività e detesta la solitudine. I bimbi che adottano un Ragdoll, quindi, non devono mai dimenticare che la felicità del loro piccolo amico peloso dipende da quanto riescono a farlo sentire amato e accettato.
- Il gatto Ragdoll deve essere protetto. Questa razza è il prodotto di una lunga selezione che ha eliminato molte caratteristiche tipiche della felinità. A differenza di tutti gli altri gatti, quindi, il gatto Ragdoll non è mai aggressivo, non sa cadere in piedi (quindi, bimbi, attenzione a tenerlo sempre saldamente in braccio!) e non possiede il senso del pericolo. Il bambino che vive con il Ragdoll, quindi, ha come tutto il resto della famiglia un compito delicato: difendere il gatto Ragdoll da pericoli e incidenti. Questo aspetto della convivenza può risultare molto positivo per la crescita del bambino, perchè sviluppa il suo senso di responsabilità nei confronti di un altro essere vivente bisognoso di protezione.
Foto di Václav Závada da Pixabay
L'iscrizione all'Anagrafe Nazionale Felina è uno dei sistemi più efficaci per proteggere la sicurezza del tuo gatto. La procedura prevede la creazione di una scheda anagrafica su un apposito registro telematico, dove vengono riportati tutti i dati utili all'identificazione del gatto: così, in caso di furto, smarrimento o abbandono, le autorità competenti possono facilmente risalire al legittimo proprietario.
L'iscrizione all'Anagrafe Felina non è obbligatoria per legge, ma avviene su base totalmente volontaria: se decidi di non aderire, quindi, non incorrerai in sanzioni o altri provvedimenti. Tale misura, inoltre, è indipendente dall'impianto del microchip: si può infatti microchippare il gatto anche senza iscriverlo all'Anagrafe Felina. Per questo, anche nei casi in cui il microchip sia richiesto obbligatoriamente (come quando si desidera ottenere il Passaporto Europeo per Animali da Compagnia), non esiste alcun obbligo di registrazione all'Anagrafe Felina.
Ma cos'è, esattamente, l'Anagrafe Nazionale Felina? Promossa dall'A.M.V.I. (Associazione Nazionale Medici Veterinari Italiani), l'iniziativa consiste in una banca dati informatizzata privata (non pubblica, quindi) predisposta per registrare i gatti dotati di dispositivo elettronico di identificazione (microchip). Dopo aver applicato il microchip al gatto, il veterinario crea all'interno di questo database una scheda personale con tutti i riferimenti segnaletici del gatto stesso (nome, età, razza, ecc.), il codice univoco interno del microchip e i dati anagrafici del proprietario (maggiorenne). In caso di furto o smarrimento, ciò agevola di molto le operazioni di ricerca e ritrovamento del gatto, perché per il veterinario è sufficiente effettuare una segnalazione sul database. Per questo, nonostante non sia obbligatoria, l'iscrizione all'Anagrafe Nazionale Felina è altamente consigliata, soprattutto se al gatto viene permesso di allontanarsi (anche saltuariamente) da casa.
Affinché il sistema funzioni perfettamente, però, è molto importante comunicare tempestivamente al veterinario qualsiasi successiva variazione dei dati registrati (cambio di proprietario, nuovo indirizzo o numero telefonico, decesso del gatto, ecc.). Come fare ad iscrivere il gatto? Semplice: basta recarsi con il proprio gatto presso uno dei Veterinari Liberi Professionisti aderenti all'A.M.V.I. (l'elenco è reperibile sul sito ufficiale https://www.anagrafenazionalefelina.it/). All'atto dell'iscrizione, il veterinario rilascerà un attestato di avvenuta registrazione. Tale operazione ha un costo, variabile da veterinario a veterinario.
Il viaggio più bello di sempre? Quello con il tuo gatto Ragdoll, naturalmente! Grazie al suo carattere mite, al suo grande spirito di adattamento ma soprattutto alla sua volontà di seguire ovunque il suo adorato amico umano, il gatto Ragdoll è il compagno di viaggio ideale, indipendentemente dalla destinazione e dal mezzo di trasporto scelto. Non dimenticare però che, esattamente come te, il tuo gatto Ragdoll deve prepararsi per tempo con tutto ciò che serve per una vacanza serena, confortevole e senza spiacevoli imprevisti.
Cominciamo dal bagaglio: insieme al tuo trolley, dovrai allestire un piccolo "corredo del perfetto gatto viaggiatore" con gli oggetti e i prodotti di uso quotidiano: cuscino, copertina, ciotole, spazzola o pettine, antiparassitario, tiragraffi da viaggio, salviettine detergenti, shampoo, integratori (fermenti lattici, remover contro i boli di pelo, rimedio contro i malesseri da viaggio, ecc.), cassettina igienica e lettiera, collare con targhetta, qualche giochino, scorte del solito cibo secco e/o umido (le marche che vi interessano potrebbero non essere reperibili nel luogo di destinazione).
Qualche settimana prima della partenza, porta il tuo gatto Ragdoll dal veterinario per una visita di controllo e per sottoporlo alle eventuali vaccinazioni mancanti. Quest'ultimo aspetto è molto importante, perché per poter viaggiare il gatto deve essere in regola con i vaccini obbligatori. Attenzione ai documenti: in Italia, al gatto che viaggia basta il semplice libretto delle vaccinazioni; all'estero, invece, dovrete munirvi di Passaporto Europeo per Animali da Compagnia (per informazioni, chiedi al veterinario o alla tua ASL di residenza).
Se per la trasferta avete scelto la nave, l'aereo o il treno, informati bene prima di prenotare: ogni compagnia, infatti, segue regolamenti propri in merito al trasporto degli animali domestici. In linea generale, il gatto viaggia sempre ben chiuso nel suo trasportino e richiede una prenotazione a parte, che può avere un costo aggiuntivo.
Se avete deciso di spostarvi in auto, la legge prevede che il gatto resti sempre chiuso nel trasportino e che questo sia posizionato sul sedile posteriore. Scegli un punto ombroso e ben aerato e non lasciare mai il tuo gatto Ragdoll chiuso nell'auto in sosta, così da evitare colpi di calore; prevedi anche delle fermate per rinfrescargli il pelo e, se necessario, farlo bere. Se possibile tienilo a digiuno, così da evitare malesseri gastrointestinali. Per sicurezza, comunque, fodera sempre il fondo del trasportino con uno o più tappetini igienici.
Prima di organizzare la vacanza, assicurati di scegliere una struttura ricettiva (hotel, bed&breakfast, residence, ecc.) che accetta i gatti.
Buon viaggio!
Foto di Sarah da Pixabay
Riconoscere i principali parassiti del gatto è fondamentale per proteggere la salute del tuo gatto. Le infestazioni da parassiti, infatti, possono causare al gatto tutta una serie di problematiche, dai comuni disturbi cutanei e intestinali alle più pericolose malattie infettive.
Ma cosa sono, esattamente, i parassiti?
Si tratta di microrganismi infestanti che possono avere varie dimensioni (dal piccolo insetto al protozoo). Una volta insediati nell'organismo del tuo gatto, si riproducono formando colonie numerose. Il clima mite ne favorisce la diffusione, quindi è più facile che il tuo gatto ne venga colpito con l'arrivo della bella stagione. Il contagio può avvenire attraverso cibo, acqua o suolo contaminati; oppure attraverso il contatto con gatti già infestati. Anche se la vita all'aria aperta può aumentare i fattori di rischio, i parassiti possono attaccare anche i gatti che non escono mai di casa.
Esistono due tipologie di parassiti del gatto: interni ed esterni. I principali parassiti interni del gatto (endoparassiti) sono detti anche "vermi intestinali" perchè si annidano nell'intestino del gatto, dove succhiano il sangue e le sostanze nutritive indebolendo il sistema immunitario e causando al gatto diarrea continua, vomito, grande stanchezza, dimagrimento eccessivo e marcata vulnerabilità nei confronti delle malattie. Tra i parassiti interni del gatto più diffusi ci sono la giardia, la tenia e gli ascaridi. Anche se qualche specie (come gli ascaridi) può essere individuabile nelle feci del gatto, la maggior parte dei parassiti interni può essere diagnosticata solo con esami clinici mirati. Una volta accertata la tipologia di parassita, il veterinario prescriverà la terapia sverminante più adeguata.
I parassiti esterni del gatto (ectoparassiti), come le pulci, le zecche, i pidocchi, le zanzare e gli acari dell'orecchio, interessano invece la cute esterna del gatto. Sono detti "flebotomi" perchè attraverso la pelle si nutrono del sangue dell'ospite. Oltre a provocare infiammazione cutanea, prurito intenso e perdita di pelo, questi parassiti possono veicolare patologie molto gravi: è il caso della zanzara, responsabile della filariosi cardiopolmonare. Per prevenire e combattere i parassiti esterni del gatto, di solito è sufficiente un buon antiparassitario in collare, spray o spot on (rigorosamente specifico per gatti). Per alcuni parassiti come gli acari delle orecchie e la filaria sono invece necessari trattamenti farmacologici particolari di esclusiva competenza del veterinario.
Foto di Foden Nguyen da Pixabay
Le principali malattie feline oggi possono essere controllate e curate, in molti casi fino alla completa guarigione. E' molto importante portare il gatto dal veterinario ai primi segnali riconoscibili, così da poter gestire il gatto con le cure più appropriate.
Ma quali sono le principali malattie del gatto?
Tra le più diffuse troviamo l'obesità, il diabete, l'insufficienza renale, le affezioni del tratto urinario (cistiti, calcoli, struviti), i problemi gastrointestinali e le intolleranze alimentari.
Si tratta di scompensi che possono insorgere per vari motivi: fattori congeniti o genetici, dieta scorretta, età avanzata, eccessiva sedentarietà, complicanze derivate da interventi chirurgici, patologie infettive e assunzione di farmaci.
Per i proprietari, accorgersi di una condizione di questo tipo non è sempre facile: molto spesso infatti, il gatto manifesta sintomi evidenti solo quando la malattia è in uno stadio ormai avanzato. Per questo è molto importante far visitare il gatto non appena si notano cambiamenti "sospetti" anche lievi o apparentemente poco rilevanti.
I più comuni "campanelli d'allarme" sono: aumento improvviso della sete e della minzione, dimagrimento eccessivo (o, al contrario, sovrappeso), vomito frequente, sangue nelle urine, difficoltà a urinare, stanchezza e letargia, fame smodata, diarrea continua o feci molli, inappetenza, debolezza degli arti.
Attenzione anche ai cambi comportamentali, come un'improvvisa aggressività in un gatto solitamente tranquillo, oppure un atteggiamento apatico e svogliato in un gatto che è sempre molto vivace.
Essendo collegate a gravi alterazioni dei normali valori fisiologici, queste malattie non possono risolversi spontaneamente, quindi mai sottovalutarle o ignorarle. Per lo stesso motivo, assolutamente no al "fai da te" che potrebbe peggiorare la situazione o causare effetti collaterali. Solo il veterinario, in tali casi, può effettuare una corretta diagnosi attraverso esami clinici mirati e applicare ad ogni patologia il trattamento farmacologico e dietetico più adeguato.
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Come nutrire correttamente i gatti adulti e senior?
In queste due fasi della vita del gatto, l'alimentazione espleta due funzioni molto importanti:
- mantenimento. Fornendo ogni giorno, in quantità e qualità, tutti i nutrienti che servono al gatto per conservare la forma fisica ottimale, una dieta corretta offre il necessario sostegno a tutto l'organismo e lo rende più forte contro i fattori ambientali avversi;
- prevenzione. Una buona alimentazione, infatti, ha anche il merito di preparare il gatto adulto ad affrontare le sfide dell'età avanzata, scongiurando tutti quegli squilibri che nel lungo periodo possono dar luogo a malattie degenerative, cronicità e disturbi legati all'invecchiamento.
In ognuna delle due fasi, la carne fresca occupa un ruolo cruciale: inclusa come primo ingrediente e in alta percentuale, fornisce proteine di alta qualità, immediatamente assimilabili e molto ricche di aminoacidi essenziali per il benessere dei tessuti e di tutte le funzioni vitali. In più, la carne fresca vanta un eccellente tenore di vitamine del gruppo B e di minerali funzionali, nutrienti preziosi a tutte le età per mantenere ossa forti, difese immunitarie resistenti e processi cognitivi in piena efficienza. Per completare il suo potere nutritivo è opportuno associarla all'apporto energetico di una fonte di carboidrati ben tollerata e a basso indice glicemico (come le patate, i piselli, l'avena, il riso, la quinoa) così da evitare qualsiasi rischio di intolleranza o sovrappeso.
Nei gatti sterilizzati, data la maggiore tendenza ad ingrassare, si avrà cura di accentuare queste prerogative di ipocaloricità e leggerezza; in più, sarà opportuno bilanciare in modo mirato il dosaggio delle proteine e dei minerali per non appesantire le vie urinarie, parte del corpo spesso molto delicata dopo l'intervento di sterilizzazione. La dieta sarà ancor più sana se integrata dagli acidi grassi essenziali Omega 3 e Omega 6: questi elementi, infatti, svolgono una benefica azione anti-infiammatoria, protettiva e riequilibrante a vantaggio del cuore, della cute e di molti valori fisiologici. In più, conferiscono al pelo un aspetto sano e luminoso.
Nella dieta del gatto adulto non dovranno mai mancare le fibre e i fermenti prebiotici per la salute del colon e l'assimilazione ottimale delle sostanze nutritive. Vitamine e antiossidanti forniranno un potente supporto alla vista e al sistema immunitario, proteggendo allo stesso tempo la giovinezza delle cellule.
Superati i sette anni di età, il gatto entra nella fase "senior". Per rallentare i processi di invecchiamento e offrire il giusto supporto in caso di particolari vulnerabilità, è molto importante formulare la dieta del gatto anziano in modo altamente specifico. Proteine e minerali dovranno essere presenti in tenori più ridotti per non affaticare i reni e il tratto urinario; l'apporto energetico dovrà essere molto controllato per contrastare la maggiore tendenza al sovrappeso, i picchi glicemici (con conseguente rischio di diabete) e la sensibilità digestiva. Via libera, invece, a vitamine, antiossidanti e acidi grassi essenziali per creare uno scudo protettivo contro batteri patogeni, infiammazioni e radicali liberi. Consistente dovrà essere anche il tenore di fibre e di prebiotici per contrastare stipsi e altre problematiche intestinali comuni ai gatti anziani, specie se molto sedentari.
Foto di MorriganMagie da Pixabay
In condizioni normali, l'alimentazione del gattino dalla nascita allo svezzamento non è "affare da umani": a nutrire i piccoli, infatti, pensa in tutto e per tutto mamma gatta. Il latte materno è un alimento completo e facilmente digeribile in grado di soddisfare pienamente il fabbisogno nutrizionale del gattino nelle prime settimane di vita, quindi non necessita di alcuna integrazione: contiene infatti, in quantità e qualità, tutti i principi nutritivi necessari alla crescita, oltre ad un abbondante dosaggio di anticorpi utili alla prevenzione di infezioni e malattie.
Col passare dei giorni, la produzione di latte da parte di mamma gatta diminuisce, fino a cessare intorno alle 8-10 settimane di vita dei cuccioli. A questo punto, i gattini possono essere abituati gradatamente ai cibi solidi. Per facilitare il passaggio alla nuova alimentazione si può cominciare somministrando ai gattini un cibo umido in mousse o in omogeneizzato, scegliendo un'apposita formula "primi mesi": gli alimenti di questo tipo uniscono ad una consistenza particolarmente morbida e appetibile una composizione ricca in grado di proseguire l'azione nutritiva del latte materno. Di alcune formule sono disponibili anche i croccantini: questi, in un primo momento, possono anche essere inumiditi con acqua o latte per agevolare la masticazione. Questi alimenti "primi mesi" costituiscono una soluzione di transizione per rendere più graduale il passaggio al cibo per gattini dallo svezzamento all'età adulta (denominati, di solito, Kitten o Junior). Chi desidera optare per l'alimentazione casalinga potrà somministrare piccoli pasti a base di carni leggere e nutrienti come il pollo, il vitello e il salmone, bollite e ridotte in pezzi molto piccoli.
Una delle eventualità da considerare riguarda i gattini appena nati che, per un qualsiasi motivo, non possono essere allattati dalla loro mamma o da un' altra gatta. Cosa può fare, in questo caso, l'essere umano? Nelle prime settimane di vita, il latte artificiale - da somministrare con un biberon specifico per gattini - può egregiamente sostituire quello materno: da evitare è il latte di mucca, alimento poco congeniale al fabbisogno e alle capacità digestive del gattino. Nell'utilizzo del latte artificiale per gattini (reperibile nei negozi specializzati o nelle farmacie) è importante attenersi alle indicazioni sulla confezione, sia per quanto riguarda la frequenza delle poppate che per le corrette modalità di preparazione.
In linea generale, fino a 2 settimane il gattino mangia ogni 3/4 ore; dalle 3 settimane, ogni 5/6 ore. A due mesi inizia la fase dello svezzamento e il gatto cucciolo può passare ai cibi solidi. Già ad un mese di vita, comunque, si può iniziare ad abituarlo a piccole quantità di mousse di carne o pesce, sempre rigorosamente "primi mesi".
Foto di Agata Światowska da Pixabay
Come in tutti gli altri aspetti della loro vita, anche nelle fasi della gravidanza e della nascita dei cuccioli i gatti sono praticamente autosufficienti. Una presenza umana amorevole e paziente, però, può aiutare la gatta in dolce attesa ad affrontare al meglio questo delicato momento.
La gestazione del gatto dura mediamente 64-67 giorni: in questo arco di tempo, il corpo della futura mamma gatta subisce alcuni importanti cambiamenti che richiedono un supporto nutrizionale più intenso. La dieta deve quindi diventare più ricca e nutriente, conservando la massima digeribilità per non creare fastidiosi squilibri. Ideali sono, in tal senso, gli alimenti industriali (in crocchette e/o cibo umido) appositamente formulati per i gattini in crescita e le gatte in gestazione e lattazione.
E' importante ricordare che la gatta incinta non è malata. Non è quindi necessario che vengano cambiate le sue abitudini: se le va, può liberamente muoversi, correre e giocare a suo piacimento. E' bene porle dei limiti solo negli ultimi giorni: in quest'ultima fase, infatti, impedirle di uscire servirà ad evitare che partorisca lontana da casa. Fondamentali e imprescindibili per tutelare la sua salute e quella dei suoi cuccioli sono i controlli veterinari e soprattutto l'ecografia: grazie a questo particolare strumento diagnostico, infatti, è possibile seguire l'andamento dello sviluppo dei feti senza rischi o effetti collaterali. Per questo, il veterinario prescriverà alla tua gatta un iter di esami ecografici e di visite ostetriche che dovrà essere osservato scrupolosamente.
Molti proprietari pensano al parto della propria gatta con preoccupazione, temendo di non riuscire a gestire la situazione. Niente paura: negli ultimi giorni basta preparare una cuccia grande e morbida in un angolo silenzioso e appartato della casa. Qui, la gatta potrà sistemarsi comodamente e affrontare il parto nel modo migliore. In condizioni normali i gatti partoriscono in piena autonomia e senza particolari complicazioni. Nonostante ciò, star vicino alla propria gatta durante il travaglio è importantissimo, non solo per farla sentire rassicurata, ma anche per controllare che tutto proceda bene. Così, in caso di eccessivo dolore, sforzi improduttivi, perdite ematiche scure e altre anomalie, è possibile contattare in tempo utile il veterinario.
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Per la salute del gatto, i parassiti rappresentano una delle problematiche più insidiose.
Come combatterli? Prima di tutto, imparando a riconoscerli.
Esistono due categorie di parassiti del gatto:
- Parassiti esterni, ovvero pulci, zecche, pidocchi e zanzare. Sono i cosiddetti "flebotomi", che si attaccano alla cute dell'ospite per nutrirsi del suo sangue. Il gatto colpito soffre di un prurito molto intenso e appare molto inquieto; spesso, la sua cute presenta lesioni e chiazze senza pelo. Un caso particolarmente grave è rappresentato dagli acari dell'orecchio, microrganismi che si insediano nei padiglioni auricolari dando origine alle otoacariasi: i sintomi sono l'abbondante cerume scuro, l'infiammazione cutanea e le ferite da grattamento. In mancanza di un intervento tempestivo, gli acari possono espandersi all'interno dell'orecchio causando sordità. Le zanzare, invece, sono pericolose in quanto veicolo della filaria, un microrganismo che attacca l'apparato cardiocircolatorio.
- Parassiti interni. I più comuni si stabiliscono sulle pareti dell'intestino per succhiarne il sangue e le sostanze nutritive: il gatto che ne è infestato dimagrisce e manifesta la tendenza a contrarre infezioni e malattie a motivo della forte debilitazione. Altri segnali rivelatori sono il vomito, la diarrea, l'inappetenza, l'eccessiva prostrazione e le feci molli. Alcuni, come gli ascaridi, sono riconoscibili ad occhio nudo osservando le feci del gatto (hanno l'aspetto di uno spaghetto cotto). Altri parassiti intestinali, invece, sono talmente piccoli da poter essere rilevati solo con esami specifici.
I parassiti esterni del gatto sono sicuramente i più facili da debellare e da prevenire: in commercio, infatti, si trova un'ampia varietà di antiparassitari per gatti. Disponibili in varie formulazioni (collare, spot on, olio essenziale, ecc.), questi prodotti liberano il gatto dalle infestazioni già in corso e prevengono le reinfestazioni.
Attenzione! Mai utilizzare sui gatti gli antiparassitari specifici per cani, perché possono risultare tossici.
Per gli acari delle orecchie, sarà il veterinario a prescrivere l'antiparassitario più adatto al caso (di solito, in gocce auricolari). Rivolgiti al veterinario anche se sospetti un'infestazione da parassiti interni: i vermi intestinali, infatti, possono essere eliminati solo con farmaci sverminanti mirati.
Foto di Agata Światowska da Pixabay
Tutti amano il gatto Ragdoll, ma quanti conoscono la sua storia? Questo splendido gatto non discende dal Sacro di Birmania, come per molti anni si è ritenuto. Il suo riconoscimento ufficiale come razza è arrivato solo nel 1992, ma le sue origini risalgono ad una trentina di anni prima e si devono ad una gatta bianca californiana tipo angora, dal pelo semi-lungo, di nome Josephine. Josephine generò una cucciolata dall'incontro con un gatto ignoto simile al Birmano. Il carattere eccezionalmente mansueto dei gattini di Josephine attirò l'attenzione di Ann Baker, vicina di casa del proprietario. La Baker ebbe l'idea di coltivare le caratteristiche di docilità di questi gattini fino a creare il gatto domestico perfetto: la sua idea era quella di selezionare una nuova razza dove sarebbero state assenti tutte le caratteristiche tipicamente feline di aggressività, diffidenza e indomabilità. Acquisì quindi alcuni esemplari della cucciolata di Josephine e iniziò un percorso di incroci delicatissimo e rigoroso che, nel tempo, approdò al gatto che conosciamo oggi: bellissimo nell'aspetto, eccezionalmente buono e affettuoso nel temperamento, assolutamente non aggressivo e capace di una devozione all'umano che eguaglia (e non di rado supera) quella del cane. L'allevatrice americana battezzò la nuova razza con il nome di "Ragdoll", ovvero "bambola di pezza" per la sua attitudine, mai vista negli altri felini, a rilassarsi completamente fra le braccia del proprietario. La Baker fu sempre molto gelosa del "suo" capolavoro: fin dai primissimi anni della selezione impose regole e standard di rara severità per chiunque volesse allevare o vendere gatti Ragdoll. Ciò ha contribuito a rallentare e a limitare la diffusione di questa razza, che ha fatto la sua prima comparsa in Europa solo tardivamente. E' stata la famiglia Dayton, negli anni Settanta, a promuoverne la divulgazione a livello mondiale dopo aver acquistato un primo esemplare direttamente dalla Baker.
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Vuoi adottare un nuovo gatto ma ti preoccupa la fase dell'inserimento? Inserire un nuovo gatto in casa non è difficile: basta seguire alcune semplici ma fondamentali regole, attrezzarsi con un po' di anticipo e... essere pazienti. Si, perchè ogni gatto ha i suoi tempi che è molto importante rispettare, così che possa sentirsi al sicuro nel suo nuovo ambiente. Quindi la parola d'ordine in questo caso è: niente forzature. Al suo arrivo, il gatto dovrà già trovare una "casa a misura di gatto", quindi qualche giorno prima prepara tutto il corredo necessario: cuccia, cuscino, copertine, giochini, ciotole per cibo e acqua, prodotti per la pulizia e l'igiene (spazzola, pettine, shampoo secco, salviettine, ecc.), croccantini e alimenti umidi, tiragraffi, cassettina igienica e lettiera. Tieni presente che il gatto non mangia mai troppo vicino al posto dove fa i bisogni, quindi abbi cura di posizionare la lettiera a una certa distanza dalle ciotole.
Ecco, il gatto ha fatto il suo ingresso in casa. E adesso? Apri il trasportino e aspetta che il gatto esca da solo. Poi, portalo dolcemente vicino alle ciotole e alla lettiera perché sappia dove trovarle. A questo punto, lascialo libero di esplorare a suo piacimento. Se si nasconde sotto i mobili, non costringerlo ad uscire: potresti spaventarlo ancora di più. Per lo stesso motivo, in questa primissima fase evita chiasso, rumori forti e confusione. Col trascorrere dei giorni, il gatto prenderà confidenza con l'ambiente e con le persone fino ad integrarsi del tutto.
E se in casa c'è già un altro gatto? No problem: superata la diffidenza iniziale, due gatti possono tranquillamente vivere insieme sotto lo stesso tetto, sviluppando anche solidi legami di amicizia. Il loro primo incontro, però, deve essere il più possibile graduale. Nei primi giorni è consigliabile tenerli in zone separate, scambiando loro gli oggetti perchè possano conoscersi attraverso l'odore. Il "faccia a faccia" avverrà inizialmente sotto la tua stretta sorveglianza. Lasciali liberi di osservarsi, di miagolarsi e anche di soffiarsi, intervenendo solo in caso di scontro fisico. La presenza di alcuni giochini può agevolare l'approccio. Non esistono tempistiche standard per l'integrazione fra gatti: in alcuni casi basta qualche giorno, in altri possono volerci mesi. Se non dovessero diventare amici, non preoccuparti: anche quando manca una vera e propria intesa, i gatti riescono a convivere con la massima serenità.
Foto di Agata Światowska da Pixabay
Per te e per il tuo gatto, un viaggio insieme è sicuramente tra i regali natalizi più belli. Ma se volete recarvi all'estero, cominciate già adesso i preparativi: fuori dai confini dell'Italia, infatti, vi verrà richiesto il Passaporto Europeo per Animali da Compagnia. Il rilascio di questo documento non è immediato, quindi è molto importante occuparsi con buon anticipo delle pratiche necessarie.
Cosa devi fare per ottenerlo? Prima di tutto, controlla il libretto sanitario del tuo gatto: è fondamentale, infatti, che l'animale sia in regola con i vaccini obbligatori e i relativi richiami. Se non lo hai già fatto, inoltre, provvedi a microchippare il tuo gatto: l'impianto del microchip, infatti, è un altro dei requisiti di base per il rilascio del Passaporto Europeo. Rapida e indolore, la procedura può essere eseguita solo da un veterinario abilitato, che certificherà l'avvenuto impianto con un apposito documento chiamato, appunto, "Certificato di applicazione del Microchip".
Per richiedere il Passaporto Europeo per il gatto dovrai recarti alla tua ASL di residenza presentando questa attestazione unitamente al documento di identità e al codice fiscale del legittimo proprietario del gatto (che deve essere maggiorenne), al certificato di vaccinazione antirabbica (eseguita da almeno 21 giorni e non scaduta), ad un apposito modulo debitamente compilato e alla ricevuta di un versamento effettuato tramite bollettino postale (modulo, importo e numero di conto corrente postale variano a seconda della ASL di riferimento). Attenzione! La presenza del tuo gatto, solitamente non necessaria quando si presenta la domanda, è richiesta al momento del ritiro.
Il Passaporto Europeo per Animali da Compagnia è in genere l'unico documento obbligatorio quando si viaggia nel territorio dell'Unione Europea; nel resto del mondo, il tuo gatto potrebbe dover esibire altri certificati (come quello di Salute) oppure trattamenti vaccinali e antiparassitari particolari. Prima di partire, informati attentamente con le ambasciate dei paesi di tuo interesse.
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L'arrivo di un gatto in famiglia è sempre fonte di gioia.
Se in casa non ci sono altri gatti, la procedura di inserimento è semplice e rapida: basta preparare qualche giorno prima tutto il corredo necessario (ciotole, tiragraffi, scorte di cibo, cuccia, coperte, giochini, spazzola e prodotti detergenti, cassettina igienica, lettiera) e lasciare che, una volta aperto il trasportino, il vostro nuovo amico prenda confidenza con l'ambiente e con le persone. Mostrategli subito dove si trovano la cassettina igienica e le ciotole con cibo e acqua, poi lasciatelo libero di esplorare gli spazi a sua disposizione. Non fategli pressioni; non costringetelo a uscire se si nasconde sotto letti e mobili e non confondetelo con chiasso, rumori e gesti bruschi. Così imparerà a sentirsi al sicuro nel suo nuovo ambiente.
E se in casa c'è già un'altra presenza felina? In questo caso, un po' di pazienza e qualche regola di base vi aiuteranno a facilitare l'integrazione. Ricordate che i gatti sono molto territoriali, quindi non aspettatevi che l'ultimo arrivato venga accolto subito con entusiasmo. Per questo, è molto importante procedere con una certa gradualità, così da abituare il "vecchio" gatto all'odore del suo nuovo compagno.
Nei primi giorni teneteli in zone separate. Per creare un primo contatto olfattivo, portate all'uno alcuni oggetti dell'altro e viceversa, oppure scambiate le zone, così che possano percepire l'odore dell'altro e catalogarlo come conosciuto e privo di rischi. Prima che si vedano da vicino, stabilite un incontro preliminare attraverso un vetro o la fessura di una porta. I primi "faccia a faccia" dovranno avvenire in un ambiente "neutro", meglio se con dei giochini. Mai forzare un avvicinamento: è importante che i gatti si osservino e si avvicinino spontaneamente. Allo stesso modo, mai lasciarli soli durante i primi approcci, ma restare presenti e pronti a intervenire in caso di scontro. Soprattutto, è molto importante mantenere la calma (anche in caso di soffi o miagolii minacciosi): i gatti sono molto empatici e avvertono qualsiasi tensione.
Giorno dopo giorno, i due prenderanno sempre più confidenza, al punto da giocare insieme e condividere oggetti molto "intimi" (come la lettiera e le ciotole). Con il tempo, è anche possibile che nasca un rapporto di grande amicizia e complicità.
Foto di Agata Światowska da Pixabay
Il gatto può essere colpito dai parassiti in ogni momento dell'anno: in primavera e in estate, però, il rischio è notevolmente più alto. Il clima mite, infatti, invoglia il tuo micio ad uscire più frequentemente all'aperto, dove le colonie di parassiti, complici le temperature elevate, iniziano a riprodursi a ritmo vertiginoso.
Di questi microrganismi esistono diverse tipologie, che possono essere catalogate in due grandi gruppi:
- Parassiti esterni. Pulci, zecche, pidocchi: sono i cosiddetti "flebotomi" che si attaccano alla cute dell'ospite per nutrirsi del suo sangue. Quando l'infestazione è in corso, il gatto manifesta un intenso prurito accompagnato da lesioni cutanee, perdita di pelo e grande irrequietezza. A questa categoria appartengono anche gli acari dell'orecchio, responsabili di un disturbo noto come otoacariasi. Tale condizione, localizzata nei padiglioni auricolari, è segnalata dalla presenza di abbondante cerume scuro, cute infiammata e ferite da grattamento. In assenza di trattamenti adeguati e tempestivi, gli acari possono raggiungere anche l'interno dell'orecchio, compromettendo seriamente la funzionalità uditiva. Da non trascurare sono anche le punture di zanzara, spesso veicolo di un microrganismo (la filaria) che intacca il sistema cardiovascolare;
- Parassiti interni. Tra i più diffusi ci sono gli ascaridi, facilmente riconoscibili osservando le feci del gatto (hanno l'aspetto di uno spaghetto cotto). Altri parassiti intestinali, invece, sono talmente piccoli da non poter essere rilevati ad occhio nudo: per diagnosticarli sono necessari esami mirati. Tratto comune di tutti i vermi intestinali sono i sintomi: quando il gatto ne è colpito, infatti, può soffrire di vomito, diarrea, feci molli, prostrazione, inappetenza, dimagrimento eccessivo.
Pulci, zecche e pidocchi sono i parassiti più semplici da combattere: basta un buon antiparassitario (collare, spot on, spray). Mai utilizzare sui gatti gli antiparassitari destinati ai cani, perché possono risultare tossici. Per gli acari dell'orecchio è necessario un trattamento più specifico, che viene suggerito dal veterinario dopo una visita accurata. Anche in caso di vermi intestinali la cura deve essere rigorosamente prescritta dal veterinario, perché ogni parassita richiede un farmaco sverminante mirato.
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La solitudine dell'anziano non è solo una piaga sociale, ma un vero e proprio problema di salute: dall'isolamento e dal senso di vuoto, infatti, scaturiscono molti disturbi gravi e di difficile gestione, fra cui la depressione. Per contrastarla c'è una soluzione semplice ed efficace: un compagno amorevole in grado di riempire la vita e di darle significato. Per l'esattezza, un amico peloso molto speciale: il gatto Ragdoll.
Nata da una selezione volta ad eliminare del tutto le caratteristiche tipicamente feline dell'aggressività e della diffidenza, questa razza si fa apprezzare per l'eccezionale bontà e la capacità di amare senza riserve, simile (e in molti casi addirittura superiore) a quella del cane. Il Ragdoll, letteralmente, vive per il suo amico umano, a cui si lega di un affetto profondo e incondizionato. La sua giornata ideale? Quella trascorsa in braccio al padrone, lasciandosi coccolare e ascoltando la sua voce. In alternativa, lo si vede seguire il suo compagno umano di stanza in stanza, o dormire ai piedi del suo letto, o incantarsi a guardarlo con amore. Impossibile sentirsi soli con una presenza così dolce e devota!
Tuttavia, nonostante ciò, il Ragdoll non è mai invadente, e sa anche eclissarsi al momento opportuno. Silenzioso, tranquillo ed educato, impara ad ubbidire prontamente; in più, da vero gatto, è pienamente autosufficiente, quindi la sua presenza in casa non comporta alcun tipo di impegno o incombenza.
Allo stesso tempo, però, ha la rara capacità di far sentire utili e importanti. Cerca continuamente il suo umano e ne soffre la mancanza in modo quasi patologico, accogliendolo festosamente non appena lo rivede. Condividere la vita con un Ragdoll, quindi, è molto più che "avere un gatto": è un balsamo per il cuore che guarisce e rende felici.
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Il gatto, si sa, è un vero professionista dell'igiene personale. Sa toelettarsi in piena autonomia, leccando il suo manto con cura e mantenendolo sano e brillante. Allo stesso modo, il gatto è molto scrupoloso nella pulizia delle orecchie: di conseguenza, in condizioni normali, vedrai i suoi padiglioni auricolari ben puliti e di un bel colore rosa pallido, senza odore o accumuli di sporcizia.
Controlla regolarmente le orecchie del tuo gatto girando delicatamente i padiglioni verso l'esterno: se dovessi notare la presenza di un po' di cerume o di sporco, significa che per qualche motivo (età avanzata, problemi di salute, ecc.) il micio ha bisogno della tua assistenza. Non sottovalutare mai l'importanza di questo tipo di pulizia: il cerume, la polvere e le cellule morte, accumulandosi nelle orecchie, possono creare l'ambiente ideale per la proliferazione degli acari. Ne scaturiscono infezioni e patologie di vario tipo (come l'otoacariasi, particolarmente insidiosa) spesso accompagnate da prurito insistente, affezioni cutanee, lesioni da grattamento e complicanze di grave entità (come la perdita dell'udito). Una semplice e regolare pulizia delle orecchie può evitare tutto questo.
Ma come pulire le orecchie del gatto, soprattutto considerando che molti gatti sono refrattari a tali operazioni? Crea innanzitutto un'atmosfera rilassata, scegliendo una stanza tranquilla ed evitando movimenti bruschi. Non utilizzare soluzioni ad uso umano o bastoncini cotton fioc: rischieresti di danneggiare il timpano o di provocare reazioni allergiche. Chiedi al veterinario di consigliarti un prodotto specifico in gocce per pulire l'orecchio interno del gatto, e segui con attenzione le modalità di applicazione indicate sulla confezione o sul foglietto illustrativo.
Per pulire la parte esterna, ovvero i padiglioni, puoi invece usare una garza o un morbido tampone in cotone imbevuti di olio naturale (mandorla, oliva, germe di grano), passando delicatamente senza sfregare. Ottime anche le lozioni specifiche a base di estratti officinali dalle proprietà lenitive, antibatteriche, fungicide e antipruriginose, come la noce e il fiore di calendula. Importante! Un eccessivo accumulo di cerume scuro e maleodorante, accompagnato da frequenti scuotimenti della testa, prurito continuo e lesioni cutanee, possono segnalare una parassitosi già in corso: in questo caso, contatta immediatamente il veterinario.
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Tu e il tuo gatto state già programmando le prossime vacanze? Scegliete con serenità il mezzo di trasporto preferito: oggi, viaggiare insieme in treno, aereo, nave o auto è molto più semplice e comodo rispetto al passato. Prima di decidere, però, è fondamentale informarsi con attenzione sulle normative vigenti: in merito al trasporto degli animali domestici, infatti, esistono regole differenti non solo da mezzo a mezzo, ma perfino a seconda della compagnia di riferimento. Vediamo quindi cosa è importante sapere prima di partire con il proprio micio.
- In auto. Il codice della strada prevede che tuo micio viaggi sul sedile posteriore, ben chiuso nel suo trasportino. Per tutelare l'incolumità di tutti, non permettergli di girovagare nell'abitacolo durante la marcia, anche se è un soggetto caratterialmente tranquillo. Occhio ai colpi di calore: assicurati che il trasportino resti sempre all'ombra e rinfresca spesso il pelo del tuo amico spruzzandolo con acqua. Non lasciare mai il tuo gatto da solo chiuso nell'auto in sosta.
- In aereo. Alcune compagnie consentono ai proprietari di portare il proprio micio in cabina, a condizione, naturalmente, che resti sempre chiuso in un trasportino omologato; altre, invece, prevedono il solo trasporto in stiva. Chiedi alla compagnia di tuo interesse prima di prenotare. Quando acquisti il biglietto, specifica sempre che porterai il tuo gatto con te. I costi variano da una compagnia all'altra.
- In treno. Anche qui vige l'obbligo di lasciare il micio sempre ben chiuso in un apposito contenitore. Ogni passeggero può portare un solo contenitore. Solitamente, sui treni i gatti viaggiano gratuitamente.
- In nave o traghetto. I gatti viaggiano chiusi nel loro trasportino, di norma in un apposito spazio dedicato, e non possono essere introdotti in alcuni locali pubblici. I costi variano a seconda della compagnia.
In tutti i casi, tieni sempre a portata di mano la documentazione del tuo micio: su alcuni mezzi può bastare il solo libretto delle vaccinazioni aggiornato, altrove è necessario il Passaporto Europeo per Animali da Compagnia. Alcune compagnie potrebbero richiedere anche altri certificati più specifici (come quello di Buona Salute) o vaccinazioni particolari. Prima di prenotare, prendi tutte le informazioni del caso. Il rilascio di alcuni documenti (come il Passaporto) non è immediato, quindi cura l'aspetto "burocratico" con il dovuto anticipo per non rischiare spiacevoli imprevisti dell'ultimo minuto.
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La vaccinazione è il primo, fondamentale passo per assicurare al tuo gatto una vita lunga e sana. Ciò è vero soprattutto per quanto riguarda i cosiddetti vaccini "core", ovvero le profilassi di base obbligatorie per legge.
Questi vaccini rappresentano infatti l'unica difesa contro quelle malattie infettive per le quali non è stata ancora trovata una cura, ovvero rinotracheite (herpes virus), calicivirosi (calici virus) e gastroenterite virale felina (panleucopenia). I vaccini che immunizzano il tuo gatto contro queste tre forme infettive compongono la cosiddetta "vaccinazione trivalente", piano vaccinale a cui devono essere sottoposti obbligatoriamente i gatti di ogni razza e stile di vita.
Dato l'alto livello di contagiosità di queste malattie, dovrai vaccinare il tuo micio anche se non esce mai di casa: i virus responsabili delle infezioni, infatti, hanno la capacità di resistere a lungo nell'ambiente, e la contaminazione può avvenire nei modi più disparati. Una volta contratte, queste patologie causano al gatto grandi sofferenze, portandolo rapidamente alla morte. I più esposti sono i cuccioli, a motivo del loro sistema immunitario ancora fragile. Ecco perché è necessario vaccinare il gatto già al secondo mese di vita. In questa fase, infatti, il piccolo non viene più allattato dalla madre e inizia lo svezzamento con i cibi solidi: gli viene quindi a mancare il potente sostegno del latte materno, alimento completo e ricco di anticorpi. Il vaccino prosegue l'azione del latte materno, garantendo al micio una protezione robusta e costante.
Il primo vaccino viene diviso in due somministrazioni, eseguite a distanza di 15-20 giorni l'una dall'altra. La piena efficacia della vaccinazione è garantita per un periodo di 12 mesi, terminato il quale bisogna procedere ad una nuova somministrazione (richiamo). E' fondamentale rispettare scrupolosamente le scadenze dei richiami, così che il gatto abbia sempre la massima copertura.
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La tua gatta è in dolce attesa? Preparati a condividere con lei un'esperienza meravigliosa. La gestazione del gatto dura circa 64-67 giorni: in questo arco di tempo, non sarà necessario cambiare le abitudini della tua piccola amica. La gatta incinta non è malata: se sta bene, può tranquillamente mantenere il suo solito stile di vita, giocando e muovendosi a suo piacimento. Il suo corpo, però, avrà bisogno di un supporto nutrizionale più intenso: la sua dieta quindi dovrà prevedere alimenti più ricchi e sostanziosi (come le crocchette per gattini e gatte in gravidanza).
Di fondamentale importanza, per tutta la fase della gestazione, saranno le visite ostetriche, a cui la micia dovrà essere sottoposta secondo un calendario suggerito dal veterinario. Tali controlli serviranno a monitorare lo sviluppo dei feti e lo stato di salute della futura mamma. Affinché il monitoraggio sia affidabile e al tempo stesso privo di rischi, il veterinario utilizzerà uno degli strumenti diagnostici attualmente più efficaci: l'ecografia. Grazie all'esame ecografico sarà inoltre possibile prevedere con buona approssimazione la data del parto. E a proposito di parto, niente panico: in condizioni normali, ogni gatta è autosufficiente e riesce tranquillamente a partorire da sola. Noi umani possiamo comunque dare il nostro contributo affinché l'operazione si svolga con la massima serenità. Negli ultimi giorni, impedire alla gatta di uscire scongiurerà l'eventualità che partorisca lontano da casa. La fase finale della gestazione è la più delicata: vedremo la nostra amica più affaticata e stanca. Lasciamola tranquilla e mettiamole a disposizione una cuccia ampia, calda e soffice dove possa riposare e affrontare il travaglio. Mentre partorisce, non allontaniamoci mai da lei: oltre a farla sentire rassicurata, potremo accorgerci se qualcosa non va (sforzi dolorosi e improduttivi, travaglio troppo prolungato, perdite di sangue anomale) e avvertire immediatamente il veterinario.
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Per essere davvero sana, la dieta del tuo gatto deve possedere due requisiti di base:
- essere facilmente digeribile;
- fornire un sostegno appropriato in base alla fascia di età.
Il fabbisogno del gattino in crescita, infatti, è diverso da quello del gatto adulto. Per questo è molto importante che l'alimentazione del tuo gatto sia sempre formulata in modo mirato, così da evitare squilibri o carenze. Verso i due mesi di vita, il gatto cucciolo smette di alimentarsi con il latte materno: da questo momento in poi, il suo organismo può nutrirsi con cibi solidi. Per soddisfare a 360° i bisogni dell'accrescimento, tutti gli apporti nutritivi devono essere intensi, ma al tempo stesso eccezionalmente digeribili per non appesantire un apparato gastrointestinale ancora molto delicato. Come ingrediente di base è ideale la carne fresca di pollo, perché unisce una spiccata leggerezza ad una straordinaria ricchezza nutrizionale. Il pollo fresco, infatti, fornisce un elevato tenore di proteine e aminoacidi prontamente assimilabili, ed è quindi perfetto per supportare lo sviluppo armonico del tessuto muscolare e il buon funzionamento di tutti i processi vitali. Contiene anche le vitamine del gruppo B, prezioso sostegno del sistema immunitario e dello sviluppo cognitivo; e gli acidi grassi essenziali Omega 3, formidabili alleati di un manto soffice e lucente. Il pollo è anche una buona fonte di tutti i minerali che promuovono la formazione delle ossa, dei denti e dell'apparato cardiovascolare, come il potassio, il calcio, il fosforo e il ferro.
A partire dai 12 mesi di vita, il gatto passa alla fase adulta: il suo corpo non ha più bisogno di un supporto tanto robusto, perché il processo di crescita è ormai completato. La nutrizione svolge ora un ruolo di mantenimento e deve quindi essere maggiormente bilanciata, soprattutto in merito ad alcuni apporti. Carni magre e leggere come il maiale, il pesce e il manzo assicureranno il tenore proteico più corretto per mantenere la forma fisica ottimale e l'efficienza muscolare; altrettanto controllato dovrà essere il dosaggio dei sali minerali, così da preservare organi e tessuti nel pieno rispetto delle funzioni digestive, renali, epatiche e urinarie.
Particolare attenzione va riservata al gatto sterilizzato; la sua condizione fisica, infatti, lo rende più vulnerabile al sovrappeso, alle patologie del tratto urinario e ad alcune cronicità (diabete, obesità). In questo caso, quindi, l'alimentazione dovrà possedere spiccate prerogative di leggerezza, soprattutto in merito ai valori proteici, minerali e calorici.
Tutti i gatti adulti, sterilizzati e non, traggono beneficio da una consistente integrazione di vitamine e antiossidanti: questi nutrienti, infatti, contrastano le infezioni e aiutano a prevenire le malattie legate all'invecchiamento. È consigliabile aggiungere alla dieta anche una certa quota di condroprotettori, così da scongiurare la fragilità articolare e le problematiche ad essa collegate. A tutte le età, l'alimento deve possedere un adeguato potere energetico da fonti di carboidrati ben tollerate come il riso, le patate e i piselli; da evitare sono invece i cereali come il frumento, non adatti alle capacità digestive del gatto. Fibre e fermenti prebiotici promuoveranno l'equilibrio della microflora intestinale con effetti molto positivi sulla regolarità del transito, l'espulsione dei boli di pelo e la prevenzione delle infezioni.
Il fabbisogno nutrizionale di un gatto cambia con il passare dell'età: le necessità di un adulto, infatti, non sono le stesse di un soggetto anziano. Il gatto adulto, specie quando non è sterilizzato, ha spesso uno stile di vita attivo: i suoi muscoli richiedono quindi un massiccio apporto di proteine e di aminoacidi essenziali da carni leggere come il pollo, il pesce, il manzo e l'agnello. Alla carne va associata una consistente dose di energia quotidiana da fonti di carboidrati ben tollerate come i piselli, le patate e l'avena, escludendo il frumento e gli altri ingredienti non compatibili con il sistema digestivo dei felini. Frutta, erbe officinali e verdure integrano le vitamine, gli antiossidanti, i sali minerali, le fibre e gli altri nutrienti indispensabili al benessere di organi, tessuti, digestione e sistema immunitario.
Se il micio è sterilizzato, la formula dovrà essere rigorosamente ipocalorica per contrastare la tendenza al sovrappeso, soprattutto se il piccolo vive in casa ed è sedentario. Per questo stesso motivo è opportuno aumentare anche la quantità di fibre, così da combattere la stipsi. La sterilizzazione lascia anche una certa vulnerabilità alle vie urinarie: un più ridotto apporto di minerali e proteine, unito all'effetto anti-infiammatorio degli acidi grassi essenziali Omega 3 e Omega 6 (li trovi nel pesce, nei semi di lino e negli oli vegetali), scongiurerà calcoli, struviti e cistiti.
In età avanzata, il tuo gatto diventa più sensibile: la sua alimentazione deve promuovere il buon funzionamento di organi e processi vitali, combattere l'invecchiamento cellulare e tenere sotto controllo tutti i valori (colesterolo, glicemia, ecc.). Il tutto, nel rispetto di funzioni digestive, renali, epatiche e urinarie sempre più delicate. Proteine, aminoacidi e sali minerali andranno quindi accuratamente bilanciati; intenso dovrà essere l'apporto di vitamine per potenziare il sistema nervoso, la vista e le difese immunitarie. Un massiccio contributo di antiossidanti agevolerà la giovinezza cellulare contrastando tumori e altre malattie degenerative; i condroprotettori preserveranno l'efficienza e l'integrità articolare. In caso di limitate capacità masticatorie, potrebbe rendersi necessario dare la preferenza ai cibi umidi.
Sia da adulto che da anziano, il gatto trarrà vantaggio dall'assunzione degli acidi grassi essenziali Omega 3, nutrienti benefici per il cuore, la cute e il pelo; e dai fermenti prebiotici, formidabili alleati del benessere intestinale.
La FeLV (leucemia virale felina) è una delle patologie infettive più gravi e contagiose del gatto. A causarla è un retrovirus che si diffonde rapidamente, anche per la sua spiccata capacità di resistere a lungo nell'ambiente. Veicoli di trasmissione sono i liquidi organici, quali saliva, lacrime, urina e muco: basta quindi una bevuta dalla stessa ciotola, un accoppiamento o un morso durante una lotta perchè il virus passi da un ospite all'altro. Come si può ben immaginare, quindi, i focolai primari sono tutti quei contesti con un alto tasso di promiscuità (le colonie feline, ad esempio).
Una volta introdottosi nell'organismo del gatto, questo microrganismo attacca i globuli bianchi distruggendo progressivamente le difese immunitarie e portando al decesso in un arco di tempo molto breve (solitamente, dai tre ai cinque anni). La guarigione è estremamente rara: quando il gatto sopravvive alla FeLV, il più delle volte è perché il virus si è "addormentato" e in questo stato può restare per molti anni, finchè non intervenga uno stress psicofisico a riattivarlo. In tutti i casi, la FeLV crea una maggiore predisposizione a tumori e neoplasie.
La sintomatologia è molto ampia e provoca al gatto molte sofferenze. L'infezione, infatti, può manifestarsi con vomito, inappetenza, scolo oculare, dispnea, dimagrimento, febbre, anemia, prostrazione, apatia, disturbi neurologici e gastrointestinali, ingrossamento dei linfonodi. Alla prima comparsa di questi sintomi, quindi, è imperativo sottoporre il micio ad un'accurata visita veterinaria, così da diagnosticare tempestivamente l'infezione e intervenire con una terapia di controllo per dare al gatto una qualità della vita accettabile. Al momento, infatti, contro la FeLV non esistono cure risolutive: l'unica arma efficace è costituita dalla prevenzione. Se il tuo micio esce spesso fuori casa, quindi, dovrai necessariamente vaccinarlo contro la FeLV: sussiste infatti un'elevata probabilità che venga a contatto con gatti infetti. Altra misura caldamente raccomandata è la sterilizzazione in quanto, neutralizzando gli istinti aggressivi e il bisogno di accoppiarsi, elimina alcune fra le principali occasioni di contatto fra i gatti.
Due o più gatti in casa si può: anzi, non sono rari i casi in cui da un'iniziale diffidenza può nascere una stupenda amicizia. Il contributo dei proprietari è in tal senso decisivo, specie nella primissima fase. Ecco quindi alcuni utili accorgimenti che è altamente consigliabile mettere in atto per rendere l'integrazione più agevole e sicura.
- Rispettare i tempi.
Si sa, sarebbe un sogno vedere i propri felini andare d'amore e d'accordo al primo sguardo. Ma la realtà è ben diversa, e richiede molta pazienza. Anche un gatto dal carattere mansueto, infatti, può reagire in modo aggressivo ad un'improvvisa "invasione" di territorio da parte di un gatto estraneo. L'impatto deve quindi essere graduale. Al suo ingresso in casa, sistema il nuovo arrivato in un ambiente inaccessibile all'altro (o agli altri, se ne hai già più di uno). Meglio un piccolo spazio, così da non creare disorientamento. Non forzare il micio ad uscire dal trasportino, ma lascia la porticina aperta e aspetta che esca da solo. Continua a tenere i gatti in zone separate per alcuni giorni, avendo cura di portare a ciascuno di loro un oggetto (copertina, giochino, ecc.) appartenente all'altro: in questo modo, potranno abituarsi gradatamente al nuovo odore.
- Niente forzature.
Per il primo incontro scegli un ambiente "neutrale", che nessun gatto possa sentire come di sua esclusiva proprietà (il corridoio, ad esempio). Lì, lascia i mici liberi di osservarsi: inizialmente lo faranno da lontano (magari soffiandosi e miagolando in modo poco rassicurante...), poi, con il passare dei giorni, prenderanno confidenza. Questi primi approcci dovranno avvenire rigorosamente sotto sorveglianza, così da evitare possibili scontri. Non rimproverarli se si mostrano ostili l'uno all'altro: all'inizio è una reazione del tutto normale, e intromettersi potrebbe solo creare incidenti. Mantieni invece la calma e prova ad invitarli al gioco.
- Condivisione si, ma solo se "loro" sono d'accordo.
Le ciotole, la lettiera, la cuccia, le coperte, i giochini: meglio personali o in comune? Inizialmente, non c'è alcun dubbio, tutto deve essere strettamente personale: saranno poi i diretti interessati a decidere quando e se scambiarsi le cose.
- Finalmente amici...o no?
Naturalmente, non tutte le integrazioni vanno a buon fine: può accadere che i due "fratelli per forza" si amino di un affetto profondo, ma anche che non riescano a legare e che passino tutta la loro vita insieme tollerandosi appena. In quest'ultimo caso, accetta il loro rapporto con serenità ed asseconda le loro esigenze.
- Attenzione agli imprevisti.
Talvolta, quando i mici hanno già socializzato, può accadere che improvvisamente non si riconoscano: è quello che succede, ad esempio, quando uno dei due torna a casa dopo una visita o un intervento dal veterinario. Colpa dell'odore estraneo lasciato dai trattamenti farmacologici. Niente paura: dopo qualche giorno, il micio recupererà il suo odore consueto e tutto tornerà alla normalità.
Il Ragdoll è il gatto perfetto per la vita domestica: la sua straordinaria bontà e le sue peculiarità caratteriali, infatti, lo rendono il compagno ideale per tutti. Esattamente come il cane, il gatto Ragdoll ha la rara capacità di legarsi agli umani di un affetto profondo e incondizionato: con la sua presenza costante e affettuosa, passa le sue giornate lasciandosi coccolare o seguendo i suoi beniamini nelle loro attività. Soffre molto la solitudine, quindi è adatto per lo più alle famiglie dove c'è sempre qualcuno in casa. Chi torna, è da lui accolto festosamente e fatto oggetto di commoventi attenzioni. Discreto quando l'occasione lo richiede, il Ragdoll sa eclissarsi al momento giusto e impara ad obbedire prontamente: ha infatti una spiccata intelligenza che gli consente di capire al volo le situazioni e di apprendere facilmente il linguaggio umano.
Amante del silenzio e della tranquillità, è allo stesso tempo un grande giocherellone che adora i bambini: si unisce quindi volentieri alle loro scorribande ed è incuriosito dai loro giochi. Data la sua pazienza e la sua assoluta mancanza di aggressività, può interagire in tutta sicurezza anche con i più piccoli. A questi ultimi è molto importante insegnare che il loro compagno peloso non è un giocattolo e che bisogna rispettarlo sempre, sia dal punto di vista fisico che nei suoi delicati sentimenti.
Con gli altri animali è molto disponibile, quindi lo si può adottare tranquillamente anche se in casa ci sono già cani o gatti. Verso gli animi più sensibili, questo gatto si comporta da vero angelo custode: con lui, anziani e persone emotivamente fragili non soffriranno più alcun tipo di solitudine. Grazie al suo eccezionale spirito di adattamento, il Ragdoll potrà seguire la famiglia ovunque, durante le vacanze e i viaggi: l'essenziale, per lui, è non separarsi mai dai suoi umani ed accontentarli in tutto.
Attenzione, però: in questo gatto, docilità e capacità di amare vanno di pari passo con un'indole permalosa e suscettibile. Quindi, mai sgridarlo, trascurarlo, lasciarlo solo o trattarlo bruscamente: si sentirebbe ferito e si chiuderebbe in sé stesso.
Occhio anche agli incidenti domestici: il Ragdoll, infatti, è privo di senso del pericolo, e può cadere con facilità da finestre, balconi, scale o mobili alti. Prima del suo arrivo, quindi, occorre predisporre una casa "a misura di Ragdoll", applicando barriere di protezione alle aperture e togliendo tutti i mobili e gli oggetti con cui potrebbe ferirsi.
Altra raccomandazione importante: quando è in braccio, tenetelo sempre saldamente. A differenza degli altri gatti, infatti, in caso di caduta il Ragdoll non sa girarsi d'istinto per atterrare in piedi, e finirebbe col rovinare a terra facendosi molto male.
Il Ragdoll si distingue per un carattere eccezionalmente mansueto, dolce e amorevole. Incredibile ma vero, questo bellissimo gatto è capace di superare nella devozione al proprio umano lo stesso "migliore amico dell'uomo" per antonomasia, ovvero il cane. Merito della lunga selezione operata dall'allevatrice statunitense Ann Baker, che negli anni Sessanta del secolo scorso si impegnò a lungo per eliminare dalla razza tutte le caratteristiche poco "domestiche" tipiche della felinità, ovvero aggressività e diffidenza, per accentuare invece gli aspetti caratteriali più positivi quali la mansuetudine, la pazienza, la capacità di adattamento, l'attitudine all'apprendimento, la propensione a dare e ricevere affetto.
Per questo, il Ragdoll è il gatto più adatto alla vita in famiglia: giocherellone con i bambini e accogliente con gli altri animali, è un perfetto "angelo custode" per le persone anziane, malate, sole o con spiccata fragilità emotiva. Questo splendido compagno, infatti, ha il dono di farci sempre sentire speciali, sostenuti e amati. Al ritorno a casa, ci accoglie festoso e ci segue di stanza in stanza; adora le lunghe sessioni di coccole e si abbandona fra le nostre braccia con piena fiducia.
La sua giornata tipo? E' quella trascorsa in braccio, tra carezze e parole dolci. Ma è ugualmente felice quando lo facciamo partecipare alle nostre attività o dormire ai piedi del letto: l'importante, per lui, è poter stare col suo amato umano. Ecco perchè possiamo tranquillamente portarlo in viaggio con noi. Dotato di pazienza e spirito di adattamento, è disposto a tutto pur di accontentarci e di non separarsi da noi. Ma attenzione: una così grande devozione comporta anche una marcata sensibilità. Quindi mai rimproverarlo o trascurarlo: si chiuderebbe in sé stesso e si sentirebbe ferito. Ugualmente, evitiamo di lasciarlo solo per molte ore: il Ragdoll non sopporta la solitudine e la soffre in modo patologico. Tranquillo e pacifico, non ama la confusione e sa essere discreto quando occorre. Con i bimbi è vivace ed estremamente paziente: è quindi molto importante insegnare ai più piccoli a non trattarlo come un giocattolo e a non offendere la sua suscettibilità.
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Il gatto Ragdoll ha una costituzione robusta che richiede pochi accorgimenti per restare in salute. Uno dei più importanti riguarda la dieta, soprattutto a partire dai 12 mesi di età. Questo particolare momento, infatti, segna l'inizio di una nuova fase nella vita del tuo Ragdoll: ormai completato il processo di crescita, il suo organismo entra a tutti gli effetti nell'età adulta, richiedendo un supporto nutrizionale calibrato in base ai suoi nuovi bisogni. Gli organi e i tessuti, ormai formati, necessitano ora di un apporto proteico e minerale molto meno intenso: oltre a risultare inutile, infatti, un tenore di proteine e di sali minerali troppo elevato sortirebbe l'effetto di appesantire i reni e le vie urinarie, aprendo la strada a cistiti, calcolosi e struviti, specie se il tuo micio è stato sterilizzato.
L'alimento principale della dieta sarà quindi la carne, scelta tra quelle più leggere e intensamente nutrienti come il pollo, il pesce, l'agnello, il maiale e il manzo. Fonti di proteine e di aminoacidi fondamentali per il benessere dei tessuti, le carni apportano anche il giusto tenore di minerali (soprattutto potassio, fosforo, calcio e ferro) indispensabili per ossa, denti e sistema cardiocircolatorio; contengono anche le vitamine del gruppo B, preziose per l'efficienza cognitiva e le difese immunitarie.
Per potenziarne il valore nutritivo è utile associarle ad alcuni oli (di salmone, di girasole o di semi di lino) ricchi di acidi grassi essenziali Omega 3 e Omega 6: questi nutrienti sono benefici per il cuore, per la cute, per il pelo e per un'efficace prevenzione delle infiammazioni. Particolarmente controllato deve essere il contributo energetico: come la maggioranza delle altre razze feline, anche il Ragdoll mostra, da adulto, la tendenza a giocare e a muoversi di meno. Una quota di carboidrati eccessiva, quindi, andrebbe a tradursi in un aumento del grasso corporeo, favorendo sovrappeso e altri disturbi del metabolismo (obesità, diabete, ecc.).
Via libera, invece, alle vitamine e agli antiossidanti da frutta, verdura, ortaggi ed erbe aromatiche: questi particolari nutrienti, infatti, sono preziosi per rallentare i processi di invecchiamento cellulare e per mantenere in efficienza gli organi e i tessuti; in più, esercitano sul sistema immunitario una formidabile azione di rinforzo che contrasta infezioni e malattie croniche.
Molto importanti anche le fibre e i fermenti prebiotici che migliorano la digestione e agevolano la regolarità del transito intestinale, favorendo anche l'eliminazione dei boli di pelo. Fai quindi molta attenzione prima di scegliere l'alimento per il tuo piccolo amico, soprattutto se opti per un mangime industriale (crocchette, patè, ecc.). Leggi sempre bene le etichette: verifica che la carne sia sempre inclusa come primo ingrediente e che non manchino gli altri nutrienti che rendono la dieta davvero sana e completa. Da preferire, le formule Grain Free o Low Grain, più sicure contro intolleranze, problemi digestivi e sensibilità intestinale.
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A differenza di quanto stabilito per il cane, in Italia non è obbligatorio microchippare il gatto, se non in due casi:
- regolamenti particolari locali (il microchip per i gatti, ad esempio, è obbligatorio in Lombardia);
- rilascio del Passaporto Europeo per animali da compagnia. Il Certificato di applicazione del Microchip (redatto dal veterinario) è incluso infatti fra i documenti obbligatori da presentare al momento della richiesta.
In linea generale, l'impianto di questo dispositivo è una delle misure più efficaci per poter identificare il gatto in caso di furto, smarrimento o abbandono: è quindi altamente consigliato ai gatti che viaggiano o a quelli che si allontanano, anche occasionalmente, da casa.
Ma cos'è, esattamente, il microchip? Si tratta di un minuscolo dispositivo elettronico che viene inoculato al gatto tramite iniezione nel sottocute del collo o fra le scapole. L'operazione è quasi del tutto indolore, tanto da non richiedere sedazione, se non nei soggetti particolarmente ansiosi o timorosi. Realizzato in vetro biocompatibile, è totalmente sicuro per la salute del peloso: una volta impiantato, non causa alcun tipo di fastidio o reazione, e il micio può conviverci tranquillamente senza avvertirne la presenza. Funziona come un transponder: ciò significa che resta inerte finché non viene attivato da un apposito strumento per la lettura del codice identificativo univoco di 15 cifre contenuto al suo interno.
Per rendere il microchip ancor più efficace, è possibile effettuare l'iscrizione all'Anagrafe Nazionale Felina. Questa istituzione non è pubblica ma privata: promossa dall'A.N.M.V.I. (Associazione Nazionale Medici Veterinari Italiani), mette a disposizione un database informatizzato, sul quale il veterinario crea una scheda con i dati segnaletici del gatto, il numero del microchip e i dati anagrafici del proprietario. Così, a chi ritrova il gatto basta recarsi presso un veterinario aderente all'A.N.M.V.I., che attraverso la lettura del microchip può risalire al proprietario e mettersi in contatto con lui.
E' quindi molto importante che i dati della scheda siano sempre perfettamente aggiornati: qualsiasi variazione (cambio di residenza o di indirizzo, nuovo numero di telefono, ecc.) va sempre tempestivamente comunicata al veterinario.
Sia l'impianto del microchip che l'iscrizione all'Anagrafe sono procedure a pagamento e vanno eseguite solo da un veterinario aderente all'A.N.M.V.I.: per trovare quello più vicino a te, puoi consultare l'elenco ufficiale direttamente on line sul sito https://www.anagrafenazionalefelina.it/
Il Ragdoll può essere considerato a buon diritto l'amico peloso migliore del mondo. Prima di tutto, per la sua straordinaria capacità di dare amore, nella quale non di rado supera il "migliore amico dell'uomo" per antonomasia, ovvero il cane. Questo stupendo micio, infatti, si distingue per un carattere eccezionalmente buono, affettuoso e paziente, che lo porta a convivere in pieno accordo non sono con l'essere umano, ma anche con gli altri animali.
La nascita della razza è piuttosto recente, e si deve ad Anne Baker, l'allevatrice americana che negli anni Sessanta del secolo scorso la selezionò attraverso vari incroci, eliminando del tutto le caratteristiche di diffidenza e aggressività tipiche del felino domestico. Vero capolavoro fra gli animali da compagnia, il Ragdoll merita pienamente il suo nome, che letteralmente significa "bambola di pezza", per l'attitudine ad abbandonarsi con totale fiducia tra le braccia del padrone. La selezione, curiosamente, lo ha privato del senso del pericolo e della predisposizione a cadere in piedi, ragion per cui chi adotta un Ragdoll deve prestare una scrupolosa attenzione alla sua sicurezza, anche tra le stesse pareti di casa.
Grande compagno di giochi dei bambini, il Ragdoll sa essere quieto, silenzioso e discreto ogni volta che la situazione lo richiede; l'importante, per lui, è compiacere il suo grande amore, ovvero il suo amico umano, dal quale non vuole mai separarsi. Ama i lunghi pomeriggi in braccio, le coccole e le parole dolci; per lui è scontato dormire ai piedi del letto e seguire il suo amato di stanza in stanza. E' quindi naturale che il Ragdoll soffra molto la solitudine. Decisamente non è il gatto ideale per chi sta tutto il giorno fuori casa, perché si intristisce anche quando il padrone esce per poche ore. E' perfino disposto a viaggiare con il suo umano pur di non separarsene. Questa sua grande sensibilità arriva al punto da non tollerare rimproveri e indifferenza: se adotti un Ragdoll, quindi, tieni presente che è molto facile ferire la sua suscettibilità. Per lo stesso motivo, raccomanda ai bambini di non abusare mai della sua pazienza. Questa sua indole delicata lo rende la "dolce metà" perfetta per le persone anziane, fragili o molto sole.
Bello dentro, bello fuori: il Ragdoll è un gatto di taglia grande, con un pelo vaporoso e magnifici occhi blu. E' un gatto che non richiede cure particolarmente impegnative, né nella toelettatura, né nell'alimentazione. I cuccioli nascono tutti bianchi, e durante la crescita assumono lentamente la loro colorazione. Le varianti del manto sono tante e tutte bellissime.
Come ormai avrai capito, è impossibile separarsi da un Ragdoll: questo meraviglioso micio instaura con il proprio umano un rapporto affettivo strettissimo, e vive in modo doloroso anche il distacco più breve. Per questo motivo, quando si condivide la propria vita con un Ragdoll è praticamente scontato pensare ad una "vacanza a sei zampe". A questo punto viene spontaneo chiedersi: il piccolo riuscirà ad affrontare senza traumi le esperienze della trasferta e del soggiorno? La risposta è: assolutamente si! Il Ragdoll, infatti, vanta uno spirito di adattamento che lo rende il compagno di viaggio ideale. Non solo per la sua proverbiale pazienza, ma anche per lo sconfinato amore che nutre per il suo proprietario e che lo porta a seguirlo ovunque.
Affinché la vacanza sia serena per entrambi, però, è importante provvedere ad alcuni aspetti "pratici" che riguardano:
- i documenti;
- il bagaglio;
- i mezzi di trasporto;
- la salute del micio.
Cominciamo dal primo punto: i documenti. Eh si, anche per i nostri pelosi c'è una "burocrazia" da rispettare: ovunque vi rechiate, infatti, il tuo micio dovrà essere accompagnato dai suoi documenti personali attestanti il possesso del microchip e l'avvenuta effettuazione delle necessarie profilassi. Entro i confini del territorio italiano basterà il solo libretto delle vaccinazioni aggiornato; all'estero, invece, sarà necessario anche il Passaporto Europeo per gli animali da compagnia. Nei paesi esteri, inoltre, vengono obbligatoriamente richiesti alcuni vaccini aggiuntivi, come l'antirabbica: prima della partenza, informati bene sulle normative del paese di interesse.
E veniamo al bagaglio. Insieme alle tue valigie, prepara un piccolo "necessaire" a misura di micio: ciotole, cuccia, copertina, giochini, scorte del solito cibo, spazzola, pettine, antiparassitario, lettiera, prodotti detergenti e altri articoli di uso quotidiano.
Qualsiasi sia il mezzo di trasporto scelto, il gatto deve sempre restare chiuso nel suo trasportino per ovvie ragioni di sicurezza. Il trasportino va poi posizionato in un luogo al riparo da sole, correnti d'aria e getto diretto dell'aria condizionata. Se vi spostate in aereo, treno o nave, prendi visione del regolamento della compagnia in merito al trasporto degli animali domestici, così da evitare fastidiosi imprevisti.
Alcuni giorni prima della partenza porta il tuo piccolo amico dal veterinario per accertare che sia in perfetta forma e per provvedere alle eventuali profilassi mancanti.
Buon viaggio!
Con l'arrivo della bella stagione, il tuo gatto è maggiormente esposto al pericolo dei parassiti.
Tante sono le forme di parassitosi che possono colpire il felino domestico:
- Parassiti esterni.
Pulci, zecche, pidocchi: sono insetti "flebotomi", che si nutrono del sangue del loro ospite trasmettendo vari tipi di infezioni. La maggior parte di essi non è visibile ad occhio nudo: puoi rilevarne la presenza osservando il manto (che assume un aspetto opaco e, nei casi più gravi, presenza chiazze senza pelo con cute arrossata e lesa) ma anche il comportamento del tuo micio (grattamento frequente e localizzato, irrequietezza, posture anomale).
Altro parassita esterno molto insidioso è l'acaro dell'orecchio. A differenza degli altri, è facilmente individuabile: si presenta con abbondante cerume nerastro e con macchie scure sulla parte esterna dei padiglioni auricolari. Il gatto, poi, ne rivela la presenza scuotendo la testa e tentando ripetutamente di grattarsi. Le ferite da grattamento producono lesioni ed infiammazioni che interessano tutta la parte esterna dell'orecchio e che possono estendersi anche all'interno, causando danni alla funzionalità uditiva e altre complicanze. Attenzione anche alle punture di zanzara: possono veicolare la filaria, un microrganismo che colpisce il sistema cardiovascolare;
- Parassiti interni.
Alcuni, come gli ascaridi e le tenie, sono ben visibili nelle feci del gatto: i primi, ad esempio, somigliano ad uno spaghetto cotto. Altri (come la giardia) sono microscopici e possono essere rilevati solo con esami mirati. In tutti i casi, gli indizi più significativi di un'infestazione da vermi intestinali sono i malesseri: vomito, diarrea, feci molli, prostrazione, inappetenza, perdita di peso. Il problema interessa soprattutto i gatti che frequentano gli spazi esterni, ma è ricorrente anche tra i felini "casalinghi" e tra i cuccioli.
Come risolvere? Per i parassiti esterni basta un normale antiparassitario: puoi scegliere un collare, uno spray oppure uno "spot on" da applicare tra le scapole. L'effetto varia a seconda del tipo di prodotto: il collare, ad esempio, può restare attivo per diversi mesi, mentre lo spot on va generalmente riapplicato una volta al mese. Per un risultato ottimale e senza effetti indesiderati, controlla bene le modalità d'uso indicate sulla confezione ed evita nel modo più assoluto gli antiparassitari per cani (possono essere estremamente nocivi per il gatto). Queste formulazioni offrono un doppio vantaggio: uccidono i parassiti già presenti (e le loro uova), prevenendo allo stesso tempo nuove infestazioni. Se l'infestazione è tanto grave da non poter essere debellata con i normali antiparassitari, porta il tuo peloso dal veterinario.
Per quanto riguarda i parassiti interni, il discorso è più complesso: ogni tipo di verme intestinale, infatti, richiede un trattamento specifico. Una volta effettuata la diagnosi, il veterinario prescriverà al tuo micio il farmaco sverminante adatto al caso, indicandoti le modalità e i tempi di somministrazione più adeguati.
Non appena sospetti un'infestazione da vermi, quindi, contatta immediatamente il tuo ambulatorio di fiducia.
Per il gatto, l'alimentazione è una fonte di benessere completa e "multifunzionale": oltre a sostenere il fabbisogno energetico quotidiano, infatti, offre un potente supporto agli organi, ai tessuti e alle funzioni vitali, proteggendo l'organismo da virus e batteri e contrastando i naturali processi di invecchiamento. E' quindi estremamente importante scegliere con attenzione l'alimento per il proprio micio, che dovrà possedere, per essere salutare, due prerogative fondamentali:
- attenta selezione degli ingredienti;
- elevata digeribilità.
Per offrire i migliori benefici, infatti, l'alimentazione deve apportare al tuo piccolo amico tutti i nutrienti di cui il suo corpo ha bisogno; allo stesso tempo deve essere completamente assimilabile, così da non causare problemi digestivi e da agevolare l'assorbimento di tutti i principi nutritivi. Ma, soprattutto, deve essere formulata in modo specifico tenendo conto della fascia di età: le esigenze del gattino in crescita, infatti, sono molto diverse da quelle del gatto adulto. Queste differenze diventano più marcate in presenza di particolari condizioni fisiche, come la sterilizzazione, il sovrappeso e la sensibilità intestinale.
Vediamo insieme quali sono i requisiti di una corretta alimentazione nelle diverse fasi della vita del gatto.
- Primo anno di vita. E' un momento cruciale: tutte le componenti dell'organismo sono in formazione, la funzionalità digestiva è ancora molto fragile, il sistema immunitario necessita di un rinforzo massiccio. Serve quindi un nutrimento "ad hoc" che assecondi uno sviluppo armonico e aiuti il corpo a proteggersi dalle malattie. Fino alle 8-10 settimane, questa funzione è svolta egregiamente dal latte materno, alimento nutrizionalmente completo e molto ricco di anticorpi. Successivamente, il gattino entra nella fase dello svezzamento: fino ai 12 mesi, il suo cibo dovrà continuare l'azione del latte materno, fornendo apporti consistenti di proteine e aminoacidi per la corretta formazione del tessuto muscolare, di fosforo, calcio e vitamina D per le ossa e i denti, di vitamine A, C e del gruppo B per le difese immunitarie, la vista e l'efficienza cognitiva. Una consistente integrazione di acidi grassi essenziali Omega 3 e Omega 6 favorirà la crescita di un manto soffice e folto, preservando la cute dalle infiammazioni. Il giusto tenore di fibre e fermenti prebiotici agevolerà i processi digestivi, regolarizzando il transito intestinale e proteggendo il colon dalle infezioni. Una fonte di carboidrati ad alta tollerabilità (come il riso e le patate) fornirà al cucciolo tutta l'energia necessaria senza provocargli disturbi digestivi e intolleranze;
- Età adulta. A partire dai 12 mesi, il gatto è ormai adulto: l'organismo ha completato il processo di formazione. Il suo fabbisogno nutrizionale, da adesso in poi, sarà legato alla necessità di mantenere una condizione fisica ottimale e di prevenire le malattie. L'alimento per questa nuova fase, quindi, deve contenere una miscela attentamente bilanciata di proteine, minerali, vitamine, acidi grassi essenziali, fibre e fermenti prebiotici, così da offrire il supporto nutrizionale più intenso senza gravare sulla digestione, sui reni e sulle vie urinarie. L'apporto calorico deve essere più moderato per scongiurare sovrappeso e squilibri metabolici; più consistente, invece, deve essere l'apporto degli antiossidanti, in modo da preservare la giovinezza cellulare. L'aggiunta di condroprotettori rinforzerà le articolazioni contro fragilità, artrosi e infiammazioni.
Ma quali sono gli alimenti in grado di coniugare adeguatamente leggerezza e potere nutritivo? Carni assimilabili e intensamente nutrienti come il pollo, il maiale, il pesce e il manzo assicureranno la miglior completezza nutrizionale senza appesantire la digestione; una modica quantità di riso o patate fornirà una fonte di energia delicata e altamente tollerata. L'aggiunta di ortaggi, frutta, legumi e oli vegetali integrerà le vitamine, gli antiossidanti e gli altri nutrienti utili ad una lunga vita di benessere.
Se hai una gatta non sterilizzata, preparati a vivere con lei un'esperienza impegnativa e bellissima: l'arrivo dei cuccioli. Accoppiamento e parto, infatti, sono eventi molto frequenti per i felini che hanno la possibilità di uscire all'esterno e di incontrare i loro simili.
Come affrontare questa fase in piena serenità? Il veterinario è, come in tante altre occasioni, il punto di riferimento fondamentale. Non solo per tutti i consigli del caso, ma soprattutto per le visite e gli esami volti a monitorare l'andamento della gravidanza. A seconda della razza e del caso particolare, la gestazione dei gatti può durare dai 64 ai 67 giorni: in questo arco di tempo, la tua pelosetta dovrà essere sottoposta a regolari controlli diagnostici.
Esattamente come per gli esseri umani, infatti, anche per i gatti esiste un vero e proprio "calendario" di visite ostetriche ed esami mirati. L'ecografia, in tal senso, è lo strumento più prezioso: sicura e precisa, consente di seguire lo sviluppo dei feti e lo stato di salute della gatta, offrendo anche una stima approssimativa della data del parto. Il veterinario ti consiglierà inoltre una dieta appropriata, che dovrà essere molto nutriente per sostenere adeguatamente sia la mamma che i piccoli.
Oltre a ciò, dovrai apportare ben pochi cambiamenti alla routine quotidiana della tua piccola amica: permettile di correre e giocare, se le va. Attenzione, però: soprattutto negli ultimi giorni, evita di farla uscire all'esterno, per scongiurare il rischio che partorisca lontana da casa. Nella fase finale della gestazione potresti notare in lei una certa stanchezza e una maggiore propensione ad appartarsi: preparale una cuccia morbida e comoda in un angolo tranquillo dove possa sistemarsi senza essere disturbata.
In condizioni normali, le gatte partoriscono da sole e senza difficoltà: durante il parto, comunque, stai vicino alla tua micia per controllare che tutto proceda bene. Se dovessi notare sforzi prolungati e improduttivi, sofferenza eccessiva o perdite di sangue anomale, contatta subito il veterinario, che valuterà l'opportunità di un parto cesareo.
Il primo anno di età è cruciale nella vita del gatto: in questa fase, infatti, si svolge il delicato processo che porta organi, tessuti e funzioni vitali al loro pieno sviluppo. A ciò, l'organismo del gatto associa la formazione di un sistema immunitario in grado di resistere ad ogni tipo di aggressione esterna (virus, batteri, condizioni ambientali e climatiche avverse) e di combattere efficacemente infezioni e patologie croniche. In questo contesto, l'alimentazione riveste un ruolo di supporto quanto mai decisivo, in quanto fornisce al gatto tutti i nutrienti di cui ha bisogno per crescere sano e forte.
Dalla nascita ai due mesi, tale funzione è assolta egregiamente dal latte materno, alimento completo al 100% e ricchissimo di anticorpi. Nella madre, però, la disponibilità di latte diminuisce progressivamente per poi esaurirsi del tutto intorno alle 8/10 settimane dopo il parto. A questo punto, il gattino è pronto per essere nutrito con alimenti solidi: ha inizio quindi lo svezzamento. In questa nuova fase, il cibo deve porsi in soluzione di continuità con il latte materno e possedere, in quantità e qualità, un apporto di nutrienti molto intenso ma al tempo stesso facilmente digeribile.
A fronte di un fabbisogno energetico e nutrizionale molto consistente, infatti, il cucciolo possiede un sistema digestivo ancora in via di formazione e quindi molto sensibile. Essendo un carnivoro stretto, il gattino richiede innanzitutto un massiccio apporto di proteine animali, indispensabili alla formazione del tessuto muscolare.
Per unire il miglior beneficio nutritivo alla massima digeribilità, la carne andrà scelta fra le più proteiche, leggere e assimilabili (come, ad esempio, il pollo e il pesce). Queste carni forniscono anche la quota più adeguata di sali minerali (ferro, potassio, fosforo, calcio) e di vitamine (A, C, D, gruppo B) necessaria allo sviluppo delle ossa, della cute, dei denti, della funzione cardiocircolatoria, dell'apparato respiratorio, del sistema nervoso, delle funzioni cognitive e delle difese immunitarie.
Alle carni è importante associare il contributo vitaminico di ingredienti vegetali altamente tollerati (frutta, ortaggi, legumi, erbe officinali) per il supporto del sistema immunitario, della vista e del sangue; questi alimenti, ricchi di fibre, sostengono anche il buon funzionamento del transito intestinale. Il riso e le patate, fonti di carboidrati altamente digeribili, forniscono al gattino la giusta quota di energia per tutte le sue attività quotidiane.
Dopo i 12 mesi, l'alimentazione del gatto necessita di apporti più bilanciati: il suo corpo, ormai adulto, entra nella fase del mantenimento, che richiede sostanzialmente la stessa tipologia di nutrienti (proteine, aminoacidi, vitamine, minerali) ma in quantità più moderate. Maggiore deve essere il tenore di antiossidanti (tocoferoli, vitamina E), così da contrastare l'invecchiamento cellulare che predispone il gatto all'insorgere di disfunzioni e cronicità. Molto utili saranno gli acidi grassi essenziali Omega 3 e 6 ad azione anti-infiammatoria, cardioprotettiva, metabolica e anti-colesterolo; questi nutrienti sono anche un valido ausilio per mantenere cute e pelo in ottima forma.
A ciò si aggiungono i fermenti prebiotici per la protezione del colon e le vitamine (A, C, gruppo B) benefiche per la vista e per il sistema immunitario. Non dovranno mancare i giusti valori di calcio, vitamina D e condroprotettori (glucosamina e solfato di condroitina) per il rinforzo delle ossa e delle articolazioni, parti del corpo che diventano sempre più vulnerabili con l'avanzare dell'età.
Una piccola quantità di carboidrati da riso o patate sosterrà il fabbisogno energetico evitando il rischio di intolleranze e disturbi digestivi. Il tutto con particolare attenzione ai dosaggi, alla digeribilità e al carico glicemico degli alimenti, così da fornire al micio un supporto nutrizionale completo senza causare sovrappeso e senza gravare sui reni, sul fegato e sulle vie urinarie.
La terza età è un momento molto delicato: è possibile sentirsi vulnerabili, specialmente dal punto di vista affettivo. La solitudine e il senso di inutilità sono i due aspetti che più affliggono le persone anziane: i figli sono ormai cresciuti e hanno seguito la propria strada, e non c'è più il lavoro ad assorbire la maggior parte della giornata; ma, soprattutto, spesso manca qualcuno di cui prendersi cura e che sappia riempire ogni istante con la sua compagnia, il suo amore incondizionato e la sua gioiosa tenerezza.
Il gatto Ragdoll rappresenta la risposta giusta a tutti questi bisogni. Questo dolcissimo "gigante" del mondo felino possiede infatti, oltre ad una spettacolare bellezza, un’indole tenera e sensibile che lo rende il compagno ideale di tutte le persone sole, emotivamente fragili e bisognose di attenzioni. Lo dice il suo stesso nome: "Ragdoll", ovvero bambola di pezza, termine che esprime le sue eccezionali doti di bontà, docilità e amorevolezza.
Assolutamente unica nel suo genere, questa razza è la risultante di una serie di incroci volta ad eliminare ogni traccia di aggressività tipicamente felina e ad esaltare le caratteristiche di socievolezza, affettuosità e pazienza che, da secoli, fanno del gatto il compagno ideale di grandi e piccini. Giocherellone ma mai scatenato, il Ragdoll brilla per il suo temperamento equilibrato e discreto: nonostante sia sempre disponibile al gioco, non lo vedrete mai danneggiare la casa o combinare guai. Costantemente presente, sa però eclissarsi al momento giusto dando prova di sorprendente discrezione. E' un gatto mite e amante del silenzio: refrattario alla confusione, mostra una spiccata propensione per gli ambienti tranquilli, con ritmi di vita molto rilassati. Tale prerogativa lo conferma quale compagno ideale della persona anziana che, a causa della maggiore tendenza a stancarsi o perché affetta da vari disturbi, non di rado è costretta a rinunciare ad un amico peloso nel timore di non riuscire a "stargli dietro". Ma è soprattutto la straordinaria affettuosità a rendere il Ragdoll la "dolce metà" perfetta per la persona della terza età. Con il suo umano, il Ragdoll instaura immediatamente un rapporto strettissimo fatto di amore senza riserve, di complice intesa e di continuo contatto fisico.
La giornata ideale del Ragdoll? Quella trascorsa in braccio, tra coccole e parole affettuose. Con questo splendido micio è impossibile sentirsi soli! Lui stesso odia la solitudine, tanto da essere vivamente sconsigliato a chi passa molto tempo fuori casa. Esattamente come il cane, il Ragdoll accoglie il suo umano con grandi feste e lo segue di stanza in stanza senza separarsene mai; fra le sue braccia, si abbandona completamente e con totale fiducia. Accanto a questo meraviglioso e devoto compagno, qualsiasi anziano può ritrovare la gioia di vivere, di amare e di essere amato.
A Marzo del 2020, in pieno lock down a causa della pandemia mondiale da coronavirus, nel nostro allevamento sono nati diversi cuccioli, come sempre capita in quel periodo dell’anno.
Quest’anno è stato speciale logicamente. Di solito infatti, mi occupo solo io dei nuovi nati e dei gatti in generale. Quest’anno a Marzo, sia mio marito che mia figlia erano a casa, in smart working lui e in Dad la ragazza. Cosi anche loro si sono potuti godere appieno la compagnia dei cuccioli e seguirli attivamente nella crescita. Soprattutto la ragazza che mi ha aiutato tantissimo con i piccoli e le mamme.
Tra questi cuccioli speciali e super coccolati, ne è nata una, una figlia unica dalla nostra vecchia gatta Fluffy. Una figlia unica, enorme, con un appetito formidabile che l’ha portata ad assumere la taglia di un gattino di un mese già a due settimane! Proprio in quel frangente, ho esclamato una mattina mentre le pulivo la cuccia: “Mamma mia! Che Panzotta che hai!” Dunque…il suo nome è rimasto tale: Panzotta. Abbreviato in Pan!
Tale nome è assolutamente ben meritato. Pan mangia a quattro ganasce. Le è rimasto un appetito pazzesco ed è diventata una gatta enorme! Tonda e bellissima! Marking perfetto, pelo lunghissimo, naso all’insù. Ha persino la fiamma bianca sul naso come suo padre Nathan. Una meraviglia di gatta! Se la portassimo in expo, vincerebbe di sicuro facendo un Campionato strepitoso! Proprio come i suoi avi a cui somiglia: Feanor in primisi!
Ma non facciamo expo da anni e nemmeno Pan ne farà. Ma ovviamente è rimasta con noi. Un universo di fusa e di coccole! Meravigliosa e dolcissima! Adora masticare i cavi delle cuffiette del telefono! Attendiamo i suoi cuccioli per l’anno 2021!
Quando la gente mi chiede perchè si chiami Pan il riferimento che viene subito alla mente è alla Pan-Demia di coronavirus. Invece no…è Pan come Panzotta!!
La vaccinazione è una procedura veterinaria fondamentale alla quale devono essere sottoposti tutti i gatti: il vaccino, infatti, rappresenta l'unica difesa da malattie infettive gravi e contagiose nei confronti delle quali non esiste cura. Queste patologie provocano al gatto sofferenze atroci, portandolo rapidamente alla morte: ciò accade più frequentemente ai cuccioli, il cui sistema immunitario è particolarmente fragile e indifeso. Per questo, vaccinare il tuo gatto non significa solo adempiere ad un obbligo di legge, ma è soprattutto un importante atto d'amore che gli assicura una vita lunga e sana.
Per garantire ad ogni profilassi piena efficacia, però, è necessario vaccinare il micio già al compimento del due mesi di età e rispettare le scadenze dei richiami annuali. A partire dalle 8-10 settimane di vita, infatti, il gatto inizia la fase dello svezzamento: gli vengono a mancare, quindi, gli anticorpi che ha assunto fino a quel momento attraverso l’allattamento. Il vaccino si pone in soluzione di continuità con il latte materno, fornendo all'organismo del piccolo tutta la protezione di cui ha bisogno.
Il primo vaccino viene diviso in due somministrazioni, eseguite a 15-20 giorni l'una dall'altra. Questa vaccinazione ha un'efficienza limitata nel tempo (12 mesi): una volta all’anno, quindi, è indispensabile eseguire il relativo richiamo, rispettando scrupolosamente la scadenza.
Ma quali sono, esattamente, i vaccini del gatto? A tal proposito occorre distinguere fra profilassi obbligatorie e non obbligatorie.
- Vaccini obbligatori. A questa categoria appartiene la cosiddetta "vaccinazione trivalente", ovvero il gruppo di vaccini a cui devono essere sottoposti obbligatoriamente tutti i gatti, indipendentemente dalla razza, dallo stile di vita e dall'ambiente in cui vivono. Questa profilassi di base, infatti, protegge dalle malattie infettive con il più alto livello di contagiosità, ovvero la rinotracheite (herpes virus), la calicivirosi (calici virus) e la gastroenterite virale (panleucopenia).
- Vaccini facoltativi. Fanno parte di questo gruppo le vaccinazioni contro la FeLV (leucemia felina), contro la peritonite infettiva felina (FIP) e contro la clamidiosi. Queste infezioni sono diffuse soprattutto nei gattili, nelle colonie feline e in tutti gli altri contesti molto promiscui: per questo, le vaccinazioni facoltative vengono generalmente effettuate solo sui gatti che vivono in questi ambienti. Per i gatti da appartamento, invece, basta di solito la vaccinazione trivalente alla quale, qualora ne esista la concreta necessità, il veterinario può suggerire di aggiungere il vaccino contro la FeLV. Altra vaccinazione che interessa il gatto è l'antirabbica: la sua applicazione, generalmente facoltativa, diventa obbligatoria in alcune zone d'Italia, in caso di viaggi all'estero e nelle esposizioni feline.
Il gatto è noto per la sua proverbiale salute di ferro: la sua anatomia, infatti, è strutturata in modo da adattarsi a qualsiasi situazione ambientale, anche la più ostile. Tuttavia, il suo organismo non è affatto immune dagli attacchi di virus e batteri; in più, a causa di alcune particolari condizioni legate all'alimentazione o al corredo genetico, può essere colpito, specie in età avanzata, da vari tipi di neoplasie, come anche da patologie croniche che interessano il metabolismo, il sistema osteoarticolare, la funzionalità cardiovascolare e l'apparato digerente.
Nonostante gli indubbi progressi della medicina veterinaria, per alcune particolari malattie infettive del gatto, ancora oggi, non esiste cura: l'unica difesa è rappresentata dal vaccino. Si tratta, nello specifico, della rinotracheite, della gastroenterite virale e della calicivirosi, tre infezioni estremamente contagiose e talmente violente da portare rapidamente al decesso: contro queste tre patologie è obbligatorio vaccinare il gatto già a partire dai due mesi di età.
Altre malattie per cui il vaccino rappresenta l'unica cura sono la rabbia, la peritonite infettiva felina (FIP) e la leucemia felina (FeLV).
Per le malattie che è possibile curare, invece, l'efficacia delle terapie dipende soprattutto dalla tempestività con cui si effettua la diagnosi: cosa spesso non facile, perché il gatto, nella maggior parte dei casi, manifesta i sintomi molto tardivamente a motivo della sua elevata soglia del dolore. In questo caso, quindi, osservare costantemente il proprio gatto rappresenta il sistema più valido: alcuni segnali fisici e, soprattutto, le anomalie comportamentali sono infatti, il più delle volte, un campanello d'allarme. Prurito, scolo nasale e oculare, zoppia, sete eccessiva, minzione frequente (o, al contrario, difficoltosa), diarrea e vomito, perdita di pelo, dimagrimento, sovrappeso, inappetenza, stanchezza e prostrazione non devono mai passare inosservati, così come alcune alterazioni del normale comportamento (da molto vivace ad apatico, da socievole ad aggressivo, ecc.).
Tra le patologie più comuni che questi sintomi possono segnalare ci sono le problematiche cardiache, le infestazioni da pulci e parassiti (acari dell'orecchio, vermi intestinali), le infezioni del colon, il raffreddore, la toxoplasmosi, i disturbi dell'apparato urinario (cistiti, struviti, calcolosi), la coriza, la clamidiosi, le dermatiti, la congiuntivite, il diabete, l'insufficienza renale o epatica, i tumori e la FIV (una sindrome da immunodeficienza simile all'HIV umana).
Per combattere efficacemente queste patologie è fondamentale sottoporre il proprio micio a regolari visite di controllo, effettuare i richiami dei vaccini alla scadenza e rivolgersi al veterinario al primo sintomo sospetto. Assolutamente no al fai da te che, oltre a risultare inefficace, potrebbe aggravare ulteriormente lo stato della malattia e produrre complicanze di difficile gestione.
Quando si sceglie un gatto Ragdoll è importante rivolgersi ad un allevamento che offra rigorose garanzie di qualità, serietà e tanto, tantissimo amore. Il Ragdoll, infatti, è un felino domestico molto particolare: vero tesoro di dolcezza e socievolezza, ha un'indole sensibile che va trattata con estrema delicatezza. In tal senso non è esagerato affermare che allevare un Ragdoll è molto diverso dal gestire un allevamento di gatti di razza.
Buono, mansueto e docile, questo splendido micio dagli occhi blu intenso richiede una dedizione assoluta, tanta è l'amorevolezza che contraddistingue il suo carattere. Lo sa bene Maria Federica Guagnano, fondatrice dell'allevamento Silmarilions – Silmarags, punto di riferimento d'eccellenza in Italia per tutti gli amanti del gatto Ragdoll. A lei va il merito di aver contribuito in modo significativo alla diffusione di questa meravigliosa razza nel nostro Paese. Circa vent'anni fa, conquistata dal suo temperamento incantevole e assolutamente fuori dal comune, Maria Federica ha deciso di dedicare tutta la sua vita e la sua attività a questo gatto così speciale: ha quindi creato un allevamento dedicato esclusivamente ai Ragdoll. Più che un'allevatrice, lei è una vera e propria "mamma" per i suoi protetti: il suo, infatti, non è un allevamento nel senso tradizionale del termine. Il luogo dove nascono e vengono cresciuti questi piccoli tesori è uno spazio di 60 mq con tre stanze ampie e luminose riservate unicamente a loro e arredate con tutti i comfort. Questa struttura consente ai mici di sentirsi a casa e di ricevere tutte le attenzioni di cui hanno bisogno. Curati, coccolati, sottoposti a regolari e scrupolosi controlli veterinari, i Ragdoll Silmarilions – Silmarags crescono in un ambiente ottimale per la loro sicurezza e per la loro salute, sia fisica che psicologica; la razza viene costantemente selezionata secondo gli standard più severi. Non a caso, da questo allevamento sono usciti campioni mondiali per le linee di sangue tradizionali e miste nei colori Seal, Blue Point, Lynx, Chocolate e Lilac.
L'allevamento si trova a Rocca Priora, in provincia di Roma: è quindi facilmente raggiungibile da tutta Italia. Il micio può essere prenotato già dalle 3-5 settimane di vita, previo deposito (non rimborsabile). Verso le 12-14 settimane i piccoli possono lasciare la madre: adeguatamente vaccinati e sverminati, vengono consegnati al nuovo proprietario insieme alla necessaria documentazione (libretto sanitario, certificati, pedigree, contratto di vendita, ecc.) e alle indicazioni sulla nutrizione e sulle altre cure. A seconda delle esigenze è possibile ritirare il peloso in sede oppure, per chi viene da fuori Roma, presso la Stazione Termini: quest'ultima soluzione è la scelta migliore per evitare al cucciolo lo stress della spedizione aerea.
Per contattare l'allevamento, trovate tutti i recapiti alla pagina del sito ufficiale https://www.ragdolls.it/it/contatti.html
Il gatto Ragdoll, l'amico del cuore di ogni giorno, è anche il compagno di viaggio ideale. Dolce, paziente, amorevole, si adatta a qualsiasi situazione pur di seguire il suo amato umano. Attenzione, però: in vacanza come a casa vigono le stesse regole. Mai lasciarlo solo o farlo sentire trascurato; ogni ambiente in cui si trova deve essere assolutamente sicuro, dato che questa razza non ha un senso del pericolo particolarmente spiccato. Prima di partire preparagli un piccolo bagaglio con tutto il necessario: scorte di cibo, giochini, cuscino, copertina, antiparassitario, prodotti detergenti (shampoo secco, salviettine, ecc.), spazzola, ciotole, cassettina igienica, lettiera e quant'altro possa servire alla sua comodità. E, cosa più importante, non dimenticare i documenti: il libretto delle vaccinazioni aggiornato con i richiami annuali dei vaccini di base e, nel caso vi rechiate all'estero, anche il Passaporto Europeo per animali domestici. Qualche giorno prima della partenza, porta il tuo tesoro dal veterinario per una visita di controllo e per verificare che sia in regola con vaccini e richiami. Se la vostra meta è all'interno del territorio italiano può bastare la vaccinazione obbligatoria (la cosiddetta trivalente: rinotracheite, calicivirosi, panleucopenia); in alcune zone d'Italia e all'estero sono richieste anche altre procedure, come l'antirabbica. Il veterinario ti consiglierà in tal senso e provvederà alle eventuali profilassi mancanti. Il Passaporto Europeo, della validità di un anno, viene rilasciato dalla ASL di residenza: i tempi di consegna non sono immediati, quindi è sempre consigliabile farne richiesta con sufficiente anticipo.
Per poterlo ottenere dovrai presentare:
- Documento di identità e codice fiscale del proprietario;
- Certificato di vaccinazione antirabbica (il vaccino deve essere eseguito almeno 21 giorni prima);
- Certificato di applicazione del microchip;
- La ricevuta di un versamento (l'importo verrà indicato dalla stessa ASL) da effettuare con bollettino postale;
- Un apposito modulo debitamente compilato e firmato (che verrà fornito dalla stessa ASL).
Prima di richiedere il Passaporto Europeo per animali domestici, quindi, dovrai "microchippare" il tuo micio recandoti presso uno dei veterinari associati all'A.N.M.V.I. ("Associazione Nazionale Medici Veterinari Italiani"). Per trovare quello più vicino a te consulta la lista sul sito ufficiale http://www.anagrafenazionalefelina.it.
In Italia, il microchip non è obbligatorio per il gatto: quindi, se non hai in programma di recarti all'estero, puoi anche decidere di non sottoporre il tuo Ragdoll a tale procedura. Tieni presente comunque che, qualsiasi sia il vostro stile di vita, questa razza è sempre ad alto rischio di furto: nel caso del Ragdoll, quindi, l'impianto del microchip è consigliato per motivi di sicurezza. Attenzione anche alla fase della trasferta: se vi spostate in nave, treno o aereo, informati bene sulle regole della compagnia di riferimento in merito al trasporto di cani e gatti. Parimenti, quando prenoti il soggiorno ricorda sempre di scegliere una struttura che accetti gli animali domestici.
Estate, tempo di relax e di viaggi: e quindi, tu e il tuo Ragdoll finalmente in vacanza insieme! Per le sue eccezionali doti di pazienza e mansuetudine, il gatto Ragdoll è un ottimo compagno di avventure: ovunque andrete, ti seguirà con gioia adattandosi splendidamente ad ogni situazione. Non ti resta che provvedere alla sua sicurezza e alla sua protezione con una delle misure in tal senso più efficaci: il microchip.
L'impianto di questo piccolo dispositivo viene accompagnato dall'iscrizione all'Anagrafe Nazionale Felina, in modo da agevolare il ritrovamento del tuo micio in caso di furto o smarrimento. Si tratta di una procedura non obbligatoria, ma altamente raccomandata in caso di gatti che viaggiano o che hanno la possibilità di allontanarsi da casa, anche solo saltuariamente; è inoltre indispensabile per ottenere il Passaporto Europeo per animali da compagnia.
L'Anagrafe Nazionale Felina è la banca dati informatizzata (non pubblica ma privata) creata dall' "Associazione Nazionale Medici Veterinari Italiani" (A.N.M.V.I.), nella quale vengono registrati tutti i gatti con microchip. Una volta sottoposto all'impianto del dispositivo, il gatto viene inserito in banca dati con una scheda identificativa personale. Così, in caso di ritrovamento di un gatto smarrito, basta la semplice lettura del microchip per risalire al suo proprietario. Per impiantare il microchip, effettuare l'iscrizione ai registri dell'Anagrafe e segnalare lo smarrimento o il ritrovamento di un gatto è necessario rivolgersi ad uno dei veterinari che aderiscono all'A.N.M.V.I. (l'elenco è disponibile sul sito ufficiale dell'associazione: http://www.anagrafenazionalefelina.it/).
L'impianto del microchip non è doloroso per l'animale, tanto che nei gatti più tranquilli (è il caso del Ragdoll) non richiede alcuna sedazione. Il microchip è una minuscola capsula in vetro biocompatibile che viene inoculata sottocute, solitamente nel collo o tra le scapole; il micio non sente alcun fastidio e può conviverci tranquillamente senza mai avvertirne la presenza. In condizioni normali, questo dispositivo resta del tutto inerte: solo quando viene attivato dall'apposito lettore rende il codice cifrato che serve a identificare l'animale. Dopo aver impiantato il microchip, il veterinario crea la scheda con tutti i riferimenti del gatto e del suo proprietario, riportandovi anche il codice. La procedura è a pagamento, con un costo variabile da veterinario a veterinario. E' molto importante fornire al veterinario i dati esatti (nome e cognome del proprietario, indirizzo, numero telefonico) e comunicare tempestivamente qualsiasi successiva variazione degli stessi. Quando il gatto viene smarrito, il proprietario deve rivolgersi ad un veterinario A.N.M.V.I., che provvederà ad effettuare la segnalazione in banca dati; chi ritrova, invece, deve recarsi alla ASL più vicina o da un qualsiasi veterinario per verificare se l'animale è microchippato. In caso affermativo, gli basta portare il gatto da un veterinario A.N.M.V.I., che provvederà a leggere il codice e a contattare il proprietario.
Per il momento non c'è obbligo di iscrizione alla ASL per i gatti, cosa che invece sussiste per i cani. A meno che i gatti non debbano espatriare.
In quel caso, dovrete iniziare la procedura per ottenere il rilascio del passaporto europeo che consentirà al gatto di espatriare con o senza di voi.
Se dovete partire e portare il gatto fuori dall'Italia dovrete mettere il microchip, fare il vaccino antirabbico ed espletare le pratiche per il rilascio del passaporto europeo alla vostra ASL veterinaria di residenza. Fortunatamente la rabbia non è quasi più diffusa nel nostro paese. Però il vaccino antirabbico è indispensabile proprio se il nostro gatto deve andare all'estero. Dovrete dunque far mettere il chip dal veterinario il quale dichiara il gatto alla ASL e poi fa l’antirabbica. Dopodiché dovrete fare voi tutta la trafila dei documenti per il rilascio del passaporto. Ossia pagare l’importo relativo tramite bonifico bancario o bollettino postale, prendere appuntamento con la Asl e presentarsi con la copia del pagamento e i seguenti certificati: dichiarazione di impianto di microchip, certificato antirabbico, certificato della Asl con la destinazione e data di espatrio. Molte Asl non rilasciano subito il passaporto ma ricevono solo i documenti e poi vi daranno appuntamento per il ritiro un altro giorno. Considerate che gli uffici della Asl veterinarie sono aperti al pubblico due o tre giorni a settimana, dipende dalla Asl. Se il gatto parte con voi, basterà il passaporto europeo. Se il gatto parte da solo allora dipende dalla destinazione dove deve andare. Per alcuni paesi fuori Europa occorre anche il certificato di espatrio. Si ottiene sempre alla Asl ma in un altro ufficio di solito e bisogna pagare un'altra tassa.
Considerate che tutta questa operazione richiede circa 2 mesi poiché ci sono i tempi tecnici relativi all'antirabbica, ossia almeno un mese da quando viene fatto il vaccino a quando si puo’ andare alla Asl. Dunque se dovete partire con il gatto preparatevi per tempo.
In alcuni paesi poi ci sta una quarantena in entrata e dunque non potrete portare il vostro gatto se non facendogli fare una quarantena alla frontiera e farla qui in Italia prima di partire tramite L’Istituto Zooproflilattico.
Sono 6 mesi per la Gran Bretagna, 50 giorni per alcuni paesi Scandinavi. Insomma informatevi bene altrimenti rischiate che non vi imbarchino il gatto al momento della partenza e che ve lo sequestrino all’arrivo.