allevamento Ragdoll

Inserire un gatto in una famiglia con bambini non è un procedimento difficile: basta seguire alcuni semplici ma importanti accorgimenti.

L'esperienza delle famiglie con gatti lo dimostra: fra gatti e bambini nascono legami unici, destinati a rafforzarsi con il passare del tempo. Tali legami sono un arricchimento per la vita di entrambi. 

Oltre che un compagno di gioco, il bambino guadagna con il gatto un importante stimolo alla crescita: prendersi cura di un gatto, infatti, lo aiuta a sviluppare empatia, socialità e senso di responsabilità. In più, lo educa al rispetto degli altri esseri viventi e all'amore per la natura. 

Il gatto, da parte sua, trova nel bambino un punto di riferimento prezioso per sentirsi protetto e amato. Il bambino, inoltre, offre al gatto una vera miniera di occupazioni quotidiane che tengono lontane noia e inattività, frequenti in molti gatti domestici. 

Attenzione, però: affinché il rapporto gatto-bambino nasca e proceda correttamente, è necessario partire con il piede giusto e preparare adeguatamente ogni bambino all'arrivo del suo futuro amico gatto. 

Prima di tutto, occorre ricordare ai bambini che il gatto non è un giocattolo e che va trattato sempre con il massimo rispetto, esattamente come un qualsiasi membro della famiglia. 

Quindi no ai dispetti, alle urla, ai rumori troppo forti, ai gesti bruschi (o peggio ancora violenti) e a tutti quei comportamenti che possono spaventare il gatto o ferire la sua sensibilità.

Altrettanto importante è insegnare ai bambini a riconoscere il "linguaggio" del gatto, come le fusa o al contrario i segnali negativi (ringhi, soffi, pelo irto, ecc.), così da evitare possibili reazioni aggressive.

Il gatto deve sentirsi libero di seguire i suoi ritmi: è quindi fondamentale raccomandare ai bambini di non forzarlo a giocare se gli va di dormire e di lasciarlo mangiare tranquillo.

Affinché ogni bambino possa sentirsi parte attiva nella vita del gatto, sarà molto utile coinvolgerlo nelle quotidiane operazioni di cura del gatto, come la somministrazione dei croccantini e la spazzolata

Farli dormire nella stessa stanza e creare momenti di condivisione (ad esempio, inventando giochi di interazione oppure lasciando salire il gatto sul letto del bimbo quando gli si legge una favola) contribuirà ulteriormente a rinsaldare il legame.

 

 

  

 

Foto di Sarah da Pixabay

allevamento Ragdoll

Inserire un secondo gatto in casa non è una procedura complicata, ma richiede un po' di pazienza e attenzione, soprattutto nella fase inziale. 

I gatti sono animali territoriali: l'arrivo di un secondo gatto, quindi, potrebbe essere vissuta dal micio già presente in casa come una vera e propria invasione. 

Oltre a favorire reazioni di paura e di aggressività, pretendere di istaurare subito un rapporto tra i due gatti può creare gelosie e ostilità, ritardando o addirittura compromettendo il buon esito dell'integrazione. 

Ecco perché è importante che l'inserimento del secondo gatto sia il più possibile graduale. 

Nei primissimi giorni sarà quindi opportuno tenerli in zone separate e non farli mai incontrare. Il contatto fra i due, in questa prima fase, sarà solo olfattivo: portando a ciascuno di loro qualcosa dell'altro (un giochino, una copertina) si farà in modo da abituarli al reciproco odore.

E' consigliabile che i due gatti si vedano per la prima volta attraverso una barriera (un vetro, la fessura di una porta, ecc.). 

Dopo qualche giorno, i gatti potranno incontrarsi nello stesso ambiente: scegli un territorio "neutrale", che nessuno dei due possa considerare come proprio. 

Lascia che si osservino e che si avvicinino spontaneamente, intervenendo solo in caso di scontro. 

Essendo molto empatici, i gatti avvertono subito il tuo nervosismo, quindi mantieni sempre la calma e non rimproverarli se si miagolano o si soffiano in modo minaccioso (in questi casi è normale). Prova invece a coinvolgerli in qualche gioco per incoraggiarli ad interagire positivamente.

L'integrazione fra il primo e il secondo gatto non ha una tempistica standard. A volte possono bastare pochi giorni, mentre in alcuni casi ci vogliono settimane. 

Anche i risultati possono variare: alcuni gatti diventano amici per la pelle, mentre altri no. 

In ogni caso, con il tempo i gatti imparano a convivere pacificamente e a condividere spazi e oggetti.

 

  

 

Foto di Agata Światowska da Pixabay

allevamento Ragdoll

Natale è alle porte: tu e il tuo amico Ragdoll siete pronti a partire insieme per un bel viaggio alla scoperta di mercatini natalizi, presepi artistici e altre attrazioni suggestive. Come organizzarsi?

Per prima cosa, controlla che il tuo gatto Ragdoll sia in regola con i documenti

Se resterete in Italia, basterà il solo libretto delle vaccinazioni aggiornato con i vaccini obbligatori e i relativi richiami.

Se invece sceglierete una meta europea, sarà necessario il Passaporto Europeo per Animali da Compagnia (per ottenerlo bisogna rivolgersi alla propria ASL di residenza). Il rilascio di questo certificato non è immediato, quindi è sempre consigliabile richiederlo con un certo anticipo. 

Fuori dall'Unione Europea, il tuo gatto Ragdoll potrebbe aver bisogno di altri documenti: informati bene con i paesi di tuo interesse. 

Attenzione alla scelta dell'albergo o del b&b: in fase di prenotazione, verifica che la struttura accetti i gatti. 

Treno, nave o aereo? Qualsiasi sia il mezzo che utilizzerete per la trasferta, ricorda che ogni compagnia (aerea, ferroviaria, di navigazione) segue normative proprie in merito al trasporto degli animali domestici, quindi prima di fare il biglietto leggi bene il relativo regolamento. In tutti i casi, il tuo Ragdoll dovrà viaggiare ben chiuso in un trasportino omologato. 

Se viaggiate in auto, il tuo gatto Ragdoll non dovrà mai uscire dal trasportino durante la marcia. Posiziona il trasportino sul sedile posteriore al riparo da freddo e correnti d'aria. 

Per evitare malesseri, non far mai mangiare il tuo gatto Ragdoll nelle ore immediatamente precedenti la partenza. Qualche giorno prima, portalo dal veterinario per una visita di controllo: servirà ad accertare che stia bene e che sia in grado di affrontare il viaggio. 

E siamo arrivati al bagaglio. Insieme al tuo trolley, prepara con cura la "valigia" del tuo amico Ragdoll con tutto ciò che serve: non solo gli accessori di uso quotidiano (ciotole, spazzola, ecc.), ma anche fermenti lattici, pasta contro i boli di pelo, scorte del solito cibo (potresti non trovarli nel luogo di destinazione). E non dimenticare la sua copertina preferita!

  

 

Foto di Scarlette da Pixabay

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Il gatto Ragdoll ed i bambini: una convivenza possibile? Assolutamente si! Fra tutte le razze feline, infatti, il Ragdoll è sicuramente la più adatta alla vita in famiglia, soprattutto in presenza di bambini. Merito di un carattere eccezionalmente mansueto, ma al tempo stesso socievole e giocherellone come piace ai più piccoli. Attenzione, però: affinché la convivenza sia tranquilla e senza incidenti, è molto importante insegnare ai bimbi alcune semplici regole improntate al rispetto e al buon senso.

- Il gatto Ragdoll non è un giocattolo. Il Ragdoll è buono con tutti, e la sua pazienza è quasi inesauribile: è quindi molto facile che il bambino si lasci "prendere la mano" durante il gioco, trattando il gatto come un peluche con il rischio di offendere i suoi sentimenti o di fargli del male. Il primo, fondamentale passo per una perfetta convivenza consiste quindi nel raccomandare ai piccoli di casa il massimo rispetto per il loro amico Ragdoll.

- Il gatto Ragdoll è molto suscettibile. Urla, rimproveri, gesti bruschi: basta uno di questi comportamenti, anche solo per gioco, per ferire la sensibilità del gatto Ragdoll. Quando ciò accade, il Ragdoll si intristisce e si chiude in sé stesso. E quindi, qual è l'atteggiamento corretto da seguire? Voce bassa, tono pacato, grande dolcezza e coccole, coccole a profusione!

- Mai farlo sentire solo, trascurato o rifiutato. Il gatto Ragdoll cerca sempre l'approvazione dei suoi amici umani, vuole essere coinvolto nelle loro attività e detesta la solitudine. I bimbi che adottano un Ragdoll, quindi, non devono mai dimenticare che la felicità del loro piccolo amico peloso dipende da quanto riescono a farlo sentire amato e accettato.

- Il gatto Ragdoll deve essere protetto. Questa razza è il prodotto di una lunga selezione che ha eliminato molte caratteristiche tipiche della felinità. A differenza di tutti gli altri gatti, quindi, il gatto Ragdoll non è mai aggressivo, non sa cadere in piedi (quindi, bimbi, attenzione a tenerlo sempre saldamente in braccio!) e non possiede il senso del pericolo. Il bambino che vive con il Ragdoll, quindi, ha come tutto il resto della famiglia un compito delicato: difendere il gatto Ragdoll da pericoli e incidenti. Questo aspetto della convivenza può risultare molto positivo per la crescita del bambino, perchè sviluppa il suo senso di responsabilità nei confronti di un altro essere vivente bisognoso di protezione.

 

 

Foto di Václav Závada da Pixabay

allevamento Ragdoll

L'iscrizione all'Anagrafe Nazionale Felina è uno dei sistemi più efficaci per proteggere la sicurezza del tuo gatto. La procedura prevede la creazione di una scheda anagrafica su un apposito registro telematico, dove vengono riportati tutti i dati utili all'identificazione del gatto: così, in caso di furto, smarrimento o abbandono, le autorità competenti possono facilmente risalire al legittimo proprietario.

L'iscrizione all'Anagrafe Felina non è obbligatoria per legge, ma avviene su base totalmente volontaria: se decidi di non aderire, quindi, non incorrerai in sanzioni o altri provvedimenti. Tale misura, inoltre, è indipendente dall'impianto del microchip: si può infatti microchippare il gatto anche senza iscriverlo all'Anagrafe Felina. Per questo, anche nei casi in cui il microchip sia richiesto obbligatoriamente (come quando si desidera ottenere il Passaporto Europeo per Animali da Compagnia), non esiste alcun obbligo di registrazione all'Anagrafe Felina.

Ma cos'è, esattamente, l'Anagrafe Nazionale Felina? Promossa dall'A.M.V.I. (Associazione Nazionale Medici Veterinari Italiani), l'iniziativa consiste in una banca dati informatizzata privata (non pubblica, quindi) predisposta per registrare i gatti dotati di dispositivo elettronico di identificazione (microchip). Dopo aver applicato il microchip al gatto, il veterinario crea all'interno di questo database una scheda personale con tutti i riferimenti segnaletici del gatto stesso (nome, età, razza, ecc.), il codice univoco interno del microchip e i dati anagrafici del proprietario (maggiorenne). In caso di furto o smarrimento, ciò agevola di molto le operazioni di ricerca e ritrovamento del gatto, perché per il veterinario è sufficiente effettuare una segnalazione sul database. Per questo, nonostante non sia obbligatoria, l'iscrizione all'Anagrafe Nazionale Felina è altamente consigliata, soprattutto se al gatto viene permesso di allontanarsi (anche saltuariamente) da casa.

Affinché il sistema funzioni perfettamente, però, è molto importante comunicare tempestivamente al veterinario qualsiasi successiva variazione dei dati registrati (cambio di proprietario, nuovo indirizzo o numero telefonico, decesso del gatto, ecc.). Come fare ad iscrivere il gatto? Semplice: basta recarsi con il proprio gatto presso uno dei Veterinari Liberi Professionisti aderenti all'A.M.V.I. (l'elenco è reperibile sul sito ufficiale https://www.anagrafenazionalefelina.it/). All'atto dell'iscrizione, il veterinario rilascerà un attestato di avvenuta registrazione. Tale operazione ha un costo, variabile da veterinario a veterinario.

 

 

allevamento Ragdoll

Il viaggio più bello di sempre? Quello con il tuo gatto Ragdoll, naturalmente! Grazie al suo carattere mite, al suo grande spirito di adattamento ma soprattutto alla sua volontà di seguire ovunque il suo adorato amico umano, il gatto Ragdoll è il compagno di viaggio ideale, indipendentemente dalla destinazione e dal mezzo di trasporto scelto. Non dimenticare però che, esattamente come te, il tuo gatto Ragdoll deve prepararsi per tempo con tutto ciò che serve per una vacanza serena, confortevole e senza spiacevoli imprevisti.

Cominciamo dal bagaglio: insieme al tuo trolley, dovrai allestire un piccolo "corredo del perfetto gatto viaggiatore" con gli oggetti e i prodotti di uso quotidiano: cuscino, copertina, ciotole, spazzola o pettine, antiparassitario, tiragraffi da viaggio, salviettine detergenti, shampoo, integratori (fermenti lattici, remover contro i boli di pelo, rimedio contro i malesseri da viaggio, ecc.), cassettina igienica e lettiera, collare con targhetta, qualche  giochino, scorte del solito cibo secco e/o umido (le marche che vi interessano potrebbero non essere reperibili nel luogo di destinazione).

Qualche settimana prima della partenza, porta il tuo gatto Ragdoll dal veterinario per una visita di controllo e per sottoporlo alle eventuali vaccinazioni mancanti. Quest'ultimo aspetto è molto importante, perché per poter viaggiare il gatto deve essere in regola con i vaccini obbligatori. Attenzione ai documenti: in Italia, al gatto che viaggia basta il semplice libretto delle vaccinazioni; all'estero, invece, dovrete munirvi di Passaporto Europeo per Animali da Compagnia (per informazioni, chiedi al veterinario o alla tua ASL di residenza).

Se per la trasferta avete scelto la nave, l'aereo o il treno, informati bene prima di prenotare: ogni compagnia, infatti, segue regolamenti propri in merito al trasporto degli animali domestici. In linea generale, il gatto viaggia sempre ben chiuso nel suo trasportino e richiede una prenotazione a parte, che può avere un costo aggiuntivo.

Se avete deciso di spostarvi in auto, la legge prevede che il gatto resti sempre chiuso nel trasportino e che questo sia posizionato sul sedile posteriore. Scegli un punto ombroso e ben aerato e non lasciare mai il tuo gatto Ragdoll chiuso nell'auto in sosta, così da evitare colpi di calore; prevedi anche delle fermate per rinfrescargli il pelo e, se necessario, farlo bere. Se possibile tienilo a digiuno, così da evitare malesseri gastrointestinali. Per sicurezza, comunque, fodera sempre il fondo del trasportino con uno o più tappetini igienici.

Prima di organizzare la vacanza, assicurati di scegliere una struttura ricettiva (hotel, bed&breakfast, residence, ecc.) che accetta i gatti.

Buon viaggio!

 

 

Foto di Sarah da Pixabay

allevamento RagdollRiconoscere i principali parassiti del gatto è fondamentale per proteggere la salute del tuo gatto. Le infestazioni da parassiti, infatti, possono causare al gatto tutta una serie di problematiche, dai comuni disturbi cutanei e intestinali alle più pericolose malattie infettive. 

Ma cosa sono, esattamente, i parassiti?

Si tratta di microrganismi infestanti che possono avere varie dimensioni (dal piccolo insetto al protozoo). Una volta insediati nell'organismo del tuo gatto, si riproducono formando colonie numerose. Il clima mite ne favorisce la diffusione, quindi è più facile che il tuo gatto ne venga colpito con l'arrivo della bella stagione. Il contagio può avvenire attraverso cibo, acqua o suolo contaminati; oppure attraverso il contatto con gatti già infestati. Anche se la vita all'aria aperta può aumentare i fattori di rischio, i parassiti possono attaccare anche i gatti che non escono mai di casa.

Esistono due tipologie di parassiti del gatto: interni ed esterni. I principali parassiti interni del gatto (endoparassiti) sono detti anche "vermi intestinali" perchè si annidano nell'intestino del gatto, dove succhiano il sangue e le sostanze nutritive indebolendo il sistema immunitario e causando al gatto diarrea continua, vomito, grande stanchezza, dimagrimento eccessivo e marcata vulnerabilità nei confronti delle malattie. Tra i parassiti interni del gatto più diffusi ci sono la giardia, la tenia e gli ascaridi. Anche se qualche specie (come gli ascaridi) può essere individuabile nelle feci del gatto, la maggior parte dei parassiti interni può essere diagnosticata solo con esami clinici mirati. Una volta accertata la tipologia di parassita, il veterinario prescriverà la terapia sverminante più adeguata.

I parassiti esterni del gatto (ectoparassiti), come le pulci, le zecche, i pidocchi, le zanzare e gli acari dell'orecchio, interessano invece la cute esterna del gatto. Sono detti "flebotomi" perchè attraverso la pelle si nutrono del sangue dell'ospite. Oltre a provocare infiammazione cutanea, prurito intenso e perdita di pelo, questi parassiti possono veicolare patologie molto gravi: è il caso della zanzara, responsabile della filariosi cardiopolmonare. Per prevenire e combattere i parassiti esterni del gatto, di solito è sufficiente un buon antiparassitario in collare, spray o spot on (rigorosamente specifico per gatti). Per alcuni parassiti come gli acari delle orecchie e la filaria sono invece necessari trattamenti farmacologici particolari di esclusiva competenza del veterinario. 

 

 

Foto di Foden Nguyen da Pixabay

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Le principali malattie feline oggi possono essere controllate e curate, in molti casi fino alla completa guarigione. E' molto importante portare il gatto dal veterinario ai primi segnali riconoscibili, così da poter gestire il gatto con le cure più appropriate.

Ma quali sono le principali malattie del gatto?

Tra le più diffuse troviamo l'obesità, il diabete, l'insufficienza renale, le affezioni del tratto urinario (cistiti, calcoli, struviti), i problemi gastrointestinali e le intolleranze alimentari.

Si tratta di scompensi che possono insorgere per vari motivi: fattori congeniti o genetici, dieta scorretta, età avanzata, eccessiva sedentarietà, complicanze derivate da interventi chirurgici, patologie infettive e assunzione di farmaci.

Per i proprietari, accorgersi di una condizione di questo tipo non è sempre facile: molto spesso infatti, il gatto manifesta sintomi evidenti solo quando la malattia è in uno stadio ormai avanzato. Per questo è molto importante far visitare il gatto non appena si notano cambiamenti "sospetti" anche lievi o apparentemente poco rilevanti.

I più comuni "campanelli d'allarme" sono: aumento improvviso della sete e della minzione, dimagrimento eccessivo (o, al contrario, sovrappeso), vomito frequente, sangue nelle urine, difficoltà a urinare, stanchezza e letargia, fame smodata, diarrea continua o feci molli, inappetenza, debolezza degli arti. 

Attenzione anche ai cambi comportamentali, come un'improvvisa aggressività in un gatto solitamente tranquillo, oppure un atteggiamento apatico e svogliato in un gatto che è sempre molto vivace.

Essendo collegate a gravi alterazioni dei normali valori fisiologici, queste malattie non possono risolversi spontaneamente, quindi mai sottovalutarle o ignorarle. Per lo stesso motivo, assolutamente no al "fai da te" che potrebbe peggiorare la situazione o causare effetti collaterali. Solo il veterinario, in tali casi, può effettuare una corretta diagnosi attraverso esami clinici mirati e applicare ad ogni patologia il trattamento farmacologico e dietetico più adeguato.

 

Foto di diak83 da Pixabay

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Come nutrire correttamente i gatti adulti e senior?

In queste due fasi della vita del gatto, l'alimentazione espleta due funzioni molto importanti:
 

- mantenimento. Fornendo ogni giorno, in quantità e qualità, tutti i nutrienti che servono al gatto per conservare la forma fisica ottimale, una dieta corretta offre il necessario sostegno a tutto l'organismo e lo rende più forte contro i fattori ambientali avversi;

- prevenzione. Una buona alimentazione, infatti, ha anche il merito di preparare il gatto adulto ad affrontare le sfide dell'età avanzata, scongiurando tutti quegli squilibri che nel lungo periodo possono dar luogo a malattie degenerative, cronicità e disturbi legati all'invecchiamento.

In ognuna delle due fasi, la carne fresca occupa un ruolo cruciale: inclusa come primo ingrediente e in alta percentuale, fornisce proteine di alta qualità, immediatamente assimilabili e molto ricche di aminoacidi essenziali per il benessere dei tessuti e di tutte le funzioni vitali. In più, la carne fresca vanta un eccellente tenore di vitamine del gruppo B e di minerali funzionali, nutrienti preziosi a tutte le età per mantenere ossa forti, difese immunitarie resistenti e processi cognitivi in piena efficienza. Per completare il suo potere nutritivo è opportuno associarla all'apporto energetico di una fonte di carboidrati ben tollerata e a basso indice glicemico (come le patate, i piselli, l'avena, il riso, la quinoa) così da evitare qualsiasi rischio di intolleranza o sovrappeso.

Nei gatti sterilizzati, data la maggiore tendenza ad ingrassare, si avrà cura di accentuare queste prerogative di ipocaloricità e leggerezza; in più, sarà opportuno bilanciare in modo mirato il dosaggio delle proteine e dei minerali per non appesantire le vie urinarie, parte del corpo spesso molto delicata dopo l'intervento di sterilizzazione. La dieta sarà ancor più sana se integrata dagli acidi grassi essenziali Omega 3 e Omega 6: questi elementi, infatti, svolgono una benefica azione anti-infiammatoria, protettiva e riequilibrante a vantaggio del cuore, della cute e di molti valori fisiologici. In più, conferiscono al pelo un aspetto sano e luminoso.

Nella dieta del gatto adulto non dovranno mai mancare le fibre e i fermenti prebiotici per la salute del colon e l'assimilazione ottimale delle sostanze nutritive. Vitamine e antiossidanti forniranno un potente supporto alla vista e al sistema immunitario, proteggendo allo stesso tempo la giovinezza delle cellule.

Superati i sette anni di età, il gatto entra nella fase "senior". Per rallentare i processi di invecchiamento e offrire il giusto supporto in caso di particolari vulnerabilità, è molto importante formulare la dieta del gatto anziano in modo altamente specifico. Proteine e minerali dovranno essere presenti in tenori più ridotti per non affaticare i reni e il tratto urinario; l'apporto energetico dovrà essere molto controllato per contrastare la maggiore tendenza al sovrappeso, i picchi glicemici (con conseguente rischio di diabete) e la sensibilità digestiva. Via libera, invece, a vitamine, antiossidanti e acidi grassi essenziali per creare uno scudo protettivo contro batteri patogeni, infiammazioni e radicali liberi. Consistente dovrà essere anche il tenore di fibre e di prebiotici per contrastare stipsi e altre problematiche intestinali comuni ai gatti anziani, specie se molto sedentari.

 

Foto di MorriganMagie da Pixabay

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In condizioni normali, l'alimentazione del gattino dalla nascita allo svezzamento non è "affare da umani": a nutrire i piccoli, infatti, pensa in tutto e per tutto mamma gatta. Il latte materno è un alimento completo e facilmente digeribile in grado di soddisfare pienamente il fabbisogno nutrizionale del gattino nelle prime settimane di vita, quindi non necessita di alcuna integrazione: contiene infatti, in quantità e qualità, tutti i principi nutritivi necessari alla crescita, oltre ad un abbondante dosaggio di anticorpi utili alla prevenzione di infezioni e malattie.

Col passare dei giorni, la produzione di latte da parte di mamma gatta diminuisce, fino a cessare intorno alle 8-10 settimane di vita dei cuccioli. A questo punto, i gattini possono essere abituati gradatamente ai cibi solidi. Per facilitare il passaggio alla nuova alimentazione si può cominciare somministrando ai gattini un cibo umido in mousse o in omogeneizzato, scegliendo un'apposita formula "primi mesi": gli alimenti di questo tipo uniscono ad una consistenza particolarmente morbida e appetibile una composizione ricca in grado di proseguire l'azione nutritiva del latte materno. Di alcune formule sono disponibili anche i croccantini: questi, in un primo momento, possono anche essere inumiditi con acqua o latte per agevolare la masticazione. Questi alimenti "primi mesi" costituiscono una soluzione di transizione per rendere più graduale il passaggio al cibo per gattini dallo svezzamento all'età adulta (denominati, di solito, Kitten o Junior). Chi desidera optare per l'alimentazione casalinga potrà somministrare piccoli pasti a base di carni leggere e nutrienti come il pollo, il vitello e il salmone, bollite e ridotte in pezzi molto piccoli.

Una delle eventualità da considerare riguarda i gattini appena nati che, per un qualsiasi motivo, non possono essere allattati dalla loro mamma o da un' altra gatta. Cosa può fare, in questo caso, l'essere umano? Nelle prime settimane di vita, il latte artificiale - da somministrare con un biberon specifico per gattini - può egregiamente sostituire quello materno: da evitare è il latte di mucca, alimento poco congeniale al fabbisogno e alle capacità digestive del gattino. Nell'utilizzo del latte artificiale per gattini (reperibile nei negozi specializzati o nelle farmacie) è importante attenersi alle indicazioni sulla confezione, sia per quanto riguarda la frequenza delle poppate che per le corrette modalità di preparazione.

In linea generale, fino a 2 settimane il gattino mangia ogni 3/4 ore; dalle 3 settimane, ogni 5/6 ore. A due mesi inizia la fase dello svezzamento e il gatto cucciolo può passare ai cibi solidi. Già ad un mese di vita, comunque, si può iniziare ad abituarlo a piccole quantità di mousse di carne o pesce, sempre rigorosamente "primi mesi".

 

 

Foto di Agata Światowska da Pixabay

allevamento Ragdoll

Come in tutti gli altri aspetti della loro vita, anche nelle fasi della gravidanza e della nascita dei cuccioli i gatti sono praticamente autosufficienti. Una presenza umana amorevole e paziente, però, può aiutare la gatta in dolce attesa ad affrontare al meglio questo delicato momento.
La gestazione del gatto dura mediamente 64-67 giorni: in questo arco di tempo, il corpo della futura mamma gatta subisce alcuni importanti cambiamenti che richiedono un supporto nutrizionale più intenso. La dieta deve quindi diventare più ricca e nutriente, conservando la massima digeribilità per non creare fastidiosi squilibri. Ideali sono, in tal senso, gli alimenti industriali (in crocchette e/o cibo umido) appositamente formulati per i gattini in crescita e le gatte in gestazione e lattazione.
E' importante ricordare che la gatta incinta non è malata.
Non è quindi necessario che vengano cambiate le sue abitudini: se le va, può liberamente muoversi, correre e giocare a suo piacimento. E' bene porle dei limiti solo negli ultimi giorni: in quest'ultima fase, infatti, impedirle di uscire servirà ad evitare che partorisca lontana da casa. Fondamentali e imprescindibili per tutelare la sua salute e quella dei suoi cuccioli sono i controlli veterinari e soprattutto l'ecografia: grazie a questo particolare strumento diagnostico, infatti, è possibile seguire l'andamento dello sviluppo dei feti senza rischi o effetti collaterali. Per questo, il veterinario prescriverà alla tua gatta un iter di esami ecografici e di visite ostetriche che dovrà essere osservato scrupolosamente.

Molti proprietari pensano al parto della propria gatta con preoccupazione, temendo di non riuscire a gestire la situazione. Niente paura: negli ultimi giorni basta preparare una cuccia grande e morbida in un angolo silenzioso e appartato della casa. Qui, la gatta potrà sistemarsi comodamente e affrontare il parto nel modo migliore. In condizioni normali i gatti partoriscono in piena autonomia e senza particolari complicazioni. Nonostante ciò, star vicino alla propria gatta durante il travaglio è importantissimo, non solo per farla sentire rassicurata, ma anche per controllare che tutto proceda bene. Così, in caso di eccessivo dolore, sforzi improduttivi, perdite ematiche scure e altre anomalie, è possibile contattare in tempo utile il veterinario.

 

 

Foto di Titti Fabritius da Pixabay

allevamento Ragdoll

Per la salute del gatto, i parassiti rappresentano una delle problematiche più insidiose.
Come combatterli? Prima di tutto, imparando a riconoscerli.

Esistono due categorie di parassiti del gatto:

- Parassiti esterni, ovvero pulci, zecche, pidocchi e zanzare. Sono i cosiddetti "flebotomi", che si attaccano alla cute dell'ospite per nutrirsi del suo sangue. Il gatto colpito soffre di un prurito molto intenso e appare molto inquieto; spesso, la sua cute presenta lesioni e chiazze senza pelo. Un caso particolarmente grave è rappresentato dagli acari dell'orecchio, microrganismi che si insediano nei padiglioni auricolari dando origine alle otoacariasi: i sintomi sono l'abbondante cerume scuro, l'infiammazione cutanea e le ferite da grattamento. In mancanza di un intervento tempestivo, gli acari possono espandersi all'interno dell'orecchio causando sordità. Le zanzare, invece, sono pericolose in quanto veicolo della filaria, un microrganismo che attacca l'apparato cardiocircolatorio.

- Parassiti interni. I più comuni si stabiliscono sulle pareti dell'intestino per succhiarne il sangue e le sostanze nutritive: il gatto che ne è infestato dimagrisce e manifesta la tendenza a contrarre infezioni e malattie a motivo della forte debilitazione. Altri segnali rivelatori sono il vomito, la diarrea, l'inappetenza, l'eccessiva prostrazione e le feci molli. Alcuni, come gli ascaridi, sono riconoscibili ad occhio nudo osservando le feci del gatto (hanno l'aspetto di uno spaghetto cotto). Altri parassiti intestinali, invece, sono talmente piccoli da poter essere rilevati solo con esami specifici. 

I parassiti esterni del gatto sono sicuramente i più facili da debellare e da prevenire: in commercio, infatti, si trova un'ampia varietà di antiparassitari per gatti. Disponibili in varie formulazioni (collare, spot on, olio essenziale, ecc.), questi prodotti liberano il gatto dalle infestazioni già in corso e prevengono le reinfestazioni.

Attenzione! Mai utilizzare sui gatti gli antiparassitari specifici per cani, perché possono risultare tossici.

Per gli acari delle orecchie, sarà il veterinario a prescrivere l'antiparassitario più adatto al caso (di solito, in gocce auricolari). Rivolgiti al veterinario anche se sospetti un'infestazione da parassiti interni: i vermi intestinali, infatti, possono essere eliminati solo con farmaci sverminanti mirati.

 

 

Foto di Agata Światowska da Pixabay

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Tutti amano il gatto Ragdoll, ma quanti conoscono la sua storia? Questo splendido gatto non discende dal Sacro di Birmania, come per molti anni si è ritenuto. Il suo riconoscimento ufficiale come razza è arrivato solo nel 1992, ma le sue origini risalgono ad una trentina di anni prima e si devono ad una gatta bianca californiana tipo angora, dal pelo semi-lungo, di nome Josephine. Josephine generò una cucciolata dall'incontro con un gatto ignoto simile al Birmano. Il carattere eccezionalmente mansueto dei gattini di Josephine attirò l'attenzione di Ann Baker, vicina di casa del proprietario. La Baker ebbe l'idea di coltivare le caratteristiche di docilità di questi gattini fino a creare il gatto domestico perfetto: la sua idea era quella di selezionare una nuova razza dove sarebbero state assenti tutte le caratteristiche tipicamente feline di aggressività, diffidenza e indomabilità. Acquisì quindi alcuni esemplari della cucciolata di Josephine e iniziò un percorso di incroci delicatissimo e rigoroso che, nel tempo, approdò al gatto che conosciamo oggi: bellissimo nell'aspetto, eccezionalmente buono e affettuoso nel temperamento, assolutamente non aggressivo e capace di una devozione all'umano che eguaglia (e non di rado supera) quella del cane. L'allevatrice americana battezzò la nuova razza con il nome di "Ragdoll", ovvero "bambola di pezza" per la sua attitudine, mai vista negli altri felini, a rilassarsi completamente fra le braccia del proprietario. La Baker fu sempre molto gelosa del "suo" capolavoro: fin dai primissimi anni della selezione impose regole e standard di rara severità per chiunque volesse allevare o vendere gatti Ragdoll. Ciò ha contribuito a rallentare e a limitare la diffusione di questa razza, che ha fatto la sua prima comparsa in Europa solo tardivamente. E' stata la famiglia Dayton, negli anni Settanta, a promuoverne la divulgazione a livello mondiale dopo aver acquistato un primo esemplare direttamente dalla Baker.  

 

Foto di 孟想家 da Pixabay

allevamento Ragdoll

Vuoi adottare un nuovo gatto ma ti preoccupa la fase dell'inserimento? Inserire un nuovo gatto in casa non è difficile: basta seguire alcune semplici ma fondamentali regole, attrezzarsi con un po' di anticipo e... essere pazienti. Si, perchè ogni gatto ha i suoi tempi che è molto importante rispettare, così che possa sentirsi al sicuro nel suo nuovo ambiente. Quindi la parola d'ordine in questo caso è: niente forzature. Al suo arrivo, il gatto dovrà già trovare una "casa a misura di gatto", quindi qualche giorno prima prepara tutto il corredo necessario: cuccia, cuscino, copertine, giochini, ciotole per cibo e acqua, prodotti per la pulizia e l'igiene (spazzola, pettine, shampoo secco, salviettine, ecc.), croccantini e alimenti umidi, tiragraffi, cassettina igienica e lettiera. Tieni presente che il gatto non mangia mai troppo vicino al posto dove fa i bisogni, quindi abbi cura di posizionare la lettiera a una certa distanza dalle ciotole.
Ecco, il gatto ha fatto il suo ingresso in casa. E adesso? Apri il trasportino e aspetta che il gatto esca da solo. Poi, portalo dolcemente vicino alle ciotole e alla lettiera perché sappia dove trovarle. A questo punto, lascialo libero di esplorare a suo piacimento. Se si nasconde sotto i mobili, non costringerlo ad uscire: potresti spaventarlo ancora di più. Per lo stesso motivo, in questa primissima fase evita chiasso, rumori forti e confusione. Col trascorrere dei giorni, il gatto prenderà confidenza con l'ambiente e con le persone fino ad integrarsi del tutto.

E se in casa c'è già un altro gatto? No problem: superata la diffidenza iniziale, due gatti possono tranquillamente vivere insieme sotto lo stesso tetto, sviluppando anche solidi legami di amicizia. Il loro primo incontro, però, deve essere il più possibile graduale. Nei primi giorni è consigliabile tenerli in zone separate, scambiando loro gli oggetti perchè possano conoscersi attraverso l'odore. Il "faccia a faccia" avverrà inizialmente sotto la tua stretta sorveglianza. Lasciali liberi di osservarsi, di miagolarsi e anche di soffiarsi, intervenendo solo in caso di scontro fisico. La presenza di alcuni giochini può agevolare l'approccio. Non esistono tempistiche standard per l'integrazione fra gatti: in alcuni casi basta qualche giorno, in altri possono volerci mesi. Se non dovessero diventare amici, non preoccuparti: anche quando manca una vera e propria intesa, i gatti riescono a convivere con la massima serenità.  

 

Foto di Agata Światowska da Pixabay

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Per te e per il tuo gatto, un viaggio insieme è sicuramente tra i regali natalizi più belli. Ma se volete recarvi all'estero, cominciate già adesso i preparativi: fuori dai confini dell'Italia, infatti, vi verrà richiesto il Passaporto Europeo per Animali da Compagnia. Il rilascio di questo documento non è immediato, quindi è molto importante occuparsi con buon anticipo delle pratiche necessarie.

Cosa devi fare per ottenerlo? Prima di tutto, controlla il libretto sanitario del tuo gatto: è fondamentale, infatti, che l'animale sia in regola con i vaccini obbligatori e i relativi richiami. Se non lo hai già fatto, inoltre, provvedi a microchippare il tuo gatto: l'impianto del microchip, infatti, è un altro dei requisiti di base per il rilascio del Passaporto Europeo. Rapida e indolore, la procedura può essere eseguita solo da un veterinario abilitato, che certificherà l'avvenuto impianto con un apposito documento chiamato, appunto, "Certificato di applicazione del Microchip".

Per richiedere il Passaporto Europeo per il gatto dovrai recarti alla tua ASL di residenza presentando questa attestazione unitamente al documento di identità e al codice fiscale del legittimo proprietario del gatto (che deve essere maggiorenne), al certificato di vaccinazione antirabbica (eseguita da almeno 21 giorni e non scaduta), ad un apposito modulo debitamente compilato e alla ricevuta di un versamento effettuato tramite bollettino postale (modulo, importo e numero di conto corrente postale variano a seconda della ASL di riferimento). Attenzione! La presenza del tuo gatto, solitamente non necessaria quando si presenta la domanda, è richiesta al momento del ritiro.

Il Passaporto Europeo per Animali da Compagnia è in genere l'unico documento obbligatorio quando si viaggia nel territorio dell'Unione Europea; nel resto del mondo, il tuo gatto potrebbe dover esibire altri certificati (come quello di Salute) oppure trattamenti vaccinali e antiparassitari particolari. Prima di partire, informati attentamente con le ambasciate dei paesi di tuo interesse.  

 

Foto di Scarlette da Pixabay

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L'arrivo di un gatto in famiglia è sempre fonte di gioia.
Se in casa non ci sono altri gatti, la procedura di inserimento è semplice e rapida: basta preparare qualche giorno prima tutto il corredo necessario (ciotole, tiragraffi, scorte di cibo, cuccia, coperte, giochini, spazzola e prodotti detergenti, cassettina igienica, lettiera) e lasciare che, una volta aperto il trasportino, il vostro nuovo amico prenda confidenza con l'ambiente e con le persone. Mostrategli subito dove si trovano la cassettina igienica e le ciotole con cibo e acqua, poi lasciatelo libero di esplorare gli spazi a sua disposizione. Non fategli pressioni; non costringetelo a uscire se si nasconde sotto letti e mobili e non confondetelo con chiasso, rumori e gesti bruschi. Così imparerà a sentirsi al sicuro nel suo nuovo ambiente.

E se in casa c'è già un'altra presenza felina? In questo caso, un po' di pazienza e qualche regola di base vi aiuteranno a facilitare l'integrazione. Ricordate che gatti sono molto territoriali, quindi non aspettatevi che l'ultimo arrivato venga accolto subito con entusiasmo. Per questo, è molto importante procedere con una certa gradualità, così da abituare il "vecchio" gatto all'odore del suo nuovo compagno.
Nei primi giorni teneteli in zone separate. Per creare un primo contatto olfattivo, portate all'uno alcuni oggetti dell'altro e viceversa, oppure scambiate le zone, così che possano percepire l'odore dell'altro e catalogarlo come conosciuto e privo di rischi. Prima che si vedano da vicino, stabilite un incontro preliminare attraverso un vetro o la fessura di una porta. I primi "faccia a faccia" dovranno avvenire in un ambiente "neutro", meglio se con dei giochini. Mai forzare un avvicinamento: è importante che i gatti si osservino e si avvicinino spontaneamente. Allo stesso modo, mai lasciarli soli durante i primi approcci, ma restare presenti e pronti a intervenire in caso di scontro. Soprattutto, è molto importante mantenere la calma (anche in caso di soffi o miagolii minacciosi): i gatti sono molto empatici e avvertono qualsiasi tensione.

Giorno dopo giorno, i due prenderanno sempre più confidenza, al punto da giocare insieme e condividere oggetti molto "intimi" (come la lettiera e le ciotole). Con il tempo, è anche possibile che nasca un rapporto di grande amicizia e complicità.  

 

Foto di Agata Światowska da Pixabay

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Il gatto può essere colpito dai parassiti in ogni momento dell'anno: in primavera e in estate, però, il rischio è notevolmente più alto. Il clima mite, infatti, invoglia il tuo micio ad uscire più frequentemente all'aperto, dove le colonie di parassiti, complici le temperature elevate, iniziano a riprodursi a ritmo vertiginoso.

Di questi microrganismi esistono diverse tipologie, che possono essere catalogate in due grandi gruppi:

- Parassiti esterni. Pulci, zecche, pidocchi: sono i cosiddetti "flebotomi" che si attaccano alla cute dell'ospite per nutrirsi del suo sangue. Quando l'infestazione è in corso, il gatto manifesta un intenso prurito accompagnato da lesioni cutanee, perdita di pelo e grande irrequietezza. A questa categoria appartengono anche gli acari dell'orecchio, responsabili di un disturbo noto come otoacariasi. Tale condizione, localizzata nei padiglioni auricolari, è segnalata dalla presenza di abbondante cerume scuro, cute infiammata e ferite da grattamento. In assenza di trattamenti adeguati e tempestivi, gli acari possono raggiungere anche l'interno dell'orecchio, compromettendo seriamente la funzionalità uditiva. Da non trascurare sono anche le punture di zanzara, spesso veicolo di un microrganismo (la filaria) che intacca il sistema cardiovascolare;

- Parassiti interni. Tra i più diffusi ci sono gli ascaridi, facilmente riconoscibili osservando le feci del gatto (hanno l'aspetto di uno spaghetto cotto). Altri parassiti intestinali, invece, sono talmente piccoli da non poter essere rilevati ad occhio nudo: per diagnosticarli sono necessari esami mirati. Tratto comune di tutti i vermi intestinali sono i sintomi: quando il gatto ne è colpito, infatti, può soffrire di vomito, diarrea, feci molli, prostrazione, inappetenza, dimagrimento eccessivo. 

Pulci, zecche e pidocchi sono i parassiti più semplici da combattere: basta un buon antiparassitario (collare, spot on, spray). Mai utilizzare sui gatti gli antiparassitari destinati ai cani, perché possono risultare tossici. Per gli acari dell'orecchio è necessario un trattamento più specifico, che viene suggerito dal veterinario dopo una visita accurata. Anche in caso di vermi intestinali la cura deve essere rigorosamente prescritta dal veterinario, perché ogni parassita richiede un farmaco sverminante mirato. 

 

 

 

Foto di Agata Światowska da Pixabay

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La solitudine dell'anziano non è solo una piaga sociale, ma un vero e proprio problema di salute: dall'isolamento e dal senso di vuoto, infatti, scaturiscono molti disturbi gravi e di difficile gestione, fra cui la depressione. Per contrastarla c'è una soluzione semplice ed efficace: un compagno amorevole in grado di riempire la vita e di darle significato. Per l'esattezza, un amico peloso molto speciale: il gatto Ragdoll.

Nata da una selezione volta ad eliminare del tutto le caratteristiche tipicamente feline dell'aggressività e della diffidenza, questa razza si fa apprezzare per l'eccezionale bontà e la capacità di amare senza riserve, simile (e in molti casi addirittura superiore) a quella del cane. Il Ragdoll, letteralmente, vive per il suo amico umano, a cui si lega di un affetto profondo e incondizionato. La sua giornata ideale? Quella trascorsa in braccio al padrone, lasciandosi coccolare e ascoltando la sua voce. In alternativa, lo si vede seguire il suo compagno umano di stanza in stanza, o dormire ai piedi del suo letto, o incantarsi a guardarlo con amore. Impossibile sentirsi soli con una presenza così dolce e devota!

Tuttavia, nonostante ciò, il Ragdoll non è mai invadente, e sa anche eclissarsi al momento opportuno. Silenzioso, tranquillo ed educato, impara ad ubbidire prontamente; in più, da vero gatto, è pienamente autosufficiente, quindi la sua presenza in casa non comporta alcun tipo di impegno o incombenza.

Allo stesso tempo, però, ha la rara capacità di far sentire utili e importanti. Cerca continuamente il suo  umano e ne soffre la mancanza in modo quasi patologico, accogliendolo festosamente non appena lo rivede. Condividere la vita con un Ragdoll, quindi, è molto più che "avere un gatto": è un balsamo per il cuore che guarisce e rende felici.

 

 

Foto di 孟想家 da Pixabay

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Il gatto, si sa, è un vero professionista dell'igiene personale. Sa toelettarsi in piena autonomia, leccando il suo manto con cura e mantenendolo sano e brillante. Allo stesso modo, il gatto è molto scrupoloso nella pulizia delle orecchie: di conseguenza, in condizioni normali, vedrai i suoi padiglioni auricolari ben puliti e di un bel colore rosa pallido,  senza odore o accumuli di sporcizia.
Controlla regolarmente le orecchie del tuo gatto girando delicatamente i padiglioni verso l'esterno: se dovessi notare la presenza di un po' di cerume o di sporco, significa che per qualche motivo (età avanzata, problemi di salute, ecc.) il micio ha bisogno della tua assistenza. Non sottovalutare mai l'importanza di questo tipo di pulizia: il cerume, la polvere e le cellule morte, accumulandosi nelle orecchie, possono creare l'ambiente ideale per la proliferazione degli acari. Ne scaturiscono infezioni e patologie di vario tipo (come l'otoacariasi, particolarmente insidiosa) spesso accompagnate da prurito insistente, affezioni cutanee, lesioni da grattamento e complicanze di grave entità (come la perdita dell'udito). Una semplice e regolare pulizia delle orecchie può evitare tutto questo.

Ma come pulire le orecchie del gatto, soprattutto considerando che molti gatti sono refrattari a tali operazioni? Crea innanzitutto un'atmosfera rilassata, scegliendo una stanza tranquilla ed evitando movimenti bruschi. Non utilizzare soluzioni ad uso umano o bastoncini cotton fioc: rischieresti di danneggiare il timpano o di provocare reazioni allergiche. Chiedi al veterinario di consigliarti un prodotto specifico in gocce per pulire l'orecchio interno del gatto, e segui con attenzione le modalità di applicazione indicate sulla confezione o sul foglietto illustrativo.

Per pulire la parte esterna, ovvero i padiglioni, puoi invece usare una garza o un morbido tampone in cotone imbevuti di olio naturale (mandorla, oliva, germe di grano), passando delicatamente senza sfregare. Ottime anche le lozioni specifiche a base di estratti officinali dalle proprietà lenitive, antibatteriche, fungicide e antipruriginose, come la noce e il fiore di calendula. Importante! Un eccessivo accumulo di cerume scuro e maleodorante, accompagnato da frequenti scuotimenti della testa, prurito continuo e lesioni cutanee, possono segnalare una parassitosi già in corso: in questo caso, contatta immediatamente il veterinario.

 

 

Foto di peter jo da Pixabay

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Tu e il tuo gatto state già programmando le prossime vacanze? Scegliete con serenità il mezzo di trasporto preferito: oggi, viaggiare insieme in treno, aereo, nave o auto è molto più semplice e comodo rispetto al passato. Prima di decidere, però, è fondamentale informarsi con attenzione sulle normative vigenti: in merito al trasporto degli animali domestici, infatti, esistono regole differenti non solo da mezzo a mezzo, ma perfino a seconda della compagnia di riferimento. Vediamo quindi cosa è importante sapere prima di partire con il proprio micio.

- In auto. Il codice della strada prevede che tuo micio viaggi sul sedile posteriore, ben chiuso nel suo trasportino. Per tutelare l'incolumità di tutti, non permettergli di girovagare nell'abitacolo durante la marcia, anche se è un soggetto caratterialmente tranquillo. Occhio ai colpi di calore: assicurati che il trasportino resti sempre all'ombra e rinfresca spesso il pelo del tuo amico spruzzandolo con acqua. Non lasciare mai il tuo gatto da solo chiuso nell'auto in sosta.

- In aereo. Alcune compagnie consentono ai proprietari di portare il proprio micio in cabina, a condizione, naturalmente, che resti sempre chiuso in un trasportino omologato; altre, invece, prevedono il solo trasporto in stiva. Chiedi alla compagnia di tuo interesse prima di prenotare. Quando acquisti il biglietto, specifica sempre che porterai il tuo gatto con te. I costi variano da una compagnia all'altra.

- In treno. Anche qui vige l'obbligo di lasciare il micio sempre ben chiuso in un apposito contenitore. Ogni passeggero può portare un solo contenitore. Solitamente, sui treni i gatti viaggiano gratuitamente.

- In nave o traghetto. gatti viaggiano chiusi nel loro trasportino, di norma in un apposito spazio dedicato, e non possono essere introdotti in alcuni locali pubblici. I costi variano a seconda della compagnia.

In tutti i casi, tieni sempre a portata di mano la documentazione del tuo micio: su alcuni mezzi può bastare il solo libretto delle vaccinazioni aggiornato, altrove è necessario il Passaporto Europeo per Animali da Compagnia. Alcune compagnie potrebbero richiedere anche altri certificati più specifici (come quello di Buona Salute) o vaccinazioni particolari. Prima di prenotare, prendi tutte le informazioni del caso. Il rilascio di alcuni documenti (come il Passaporto) non è immediato, quindi cura l'aspetto "burocratico" con il dovuto anticipo per non rischiare spiacevoli imprevisti dell'ultimo minuto.

 

 

Foto di Pinuu da Pixabay

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La vaccinazione è il primo, fondamentale passo per assicurare al tuo gatto una vita lunga e sana. Ciò è vero soprattutto per quanto riguarda i cosiddetti vaccini "core", ovvero le profilassi di base obbligatorie per legge.
Questi vaccini rappresentano infatti l'unica difesa contro quelle malattie infettive per le quali non è stata ancora trovata una cura, ovvero rinotracheite (herpes virus), calicivirosi (calici virus) e gastroenterite virale felina (panleucopenia). I vaccini che immunizzano il tuo gatto contro queste tre forme infettive compongono la cosiddetta "vaccinazione trivalente", piano vaccinale a cui devono essere sottoposti obbligatoriamente i gatti di ogni razza e stile di vita.

Dato l'alto livello di contagiosità di queste malattie, dovrai vaccinare il tuo micio anche se non esce mai di casa: i virus responsabili delle infezioni, infatti, hanno la capacità di resistere a lungo nell'ambiente, e la contaminazione può avvenire nei modi più disparati. Una volta contratte, queste patologie causano al gatto grandi sofferenze, portandolo rapidamente alla morte. I più esposti sono i cuccioli, a motivo del loro sistema immunitario ancora fragile. Ecco perché è necessario vaccinare il gatto già al secondo mese di vita. In questa fase, infatti, il piccolo non viene più allattato dalla madre e inizia lo svezzamento con i cibi solidi: gli viene quindi a mancare il potente sostegno del latte materno, alimento completo e ricco di anticorpi. Il vaccino prosegue l'azione del latte materno, garantendo al micio una protezione robusta e costante.

Il primo vaccino viene diviso in due somministrazioni, eseguite a distanza di 15-20 giorni l'una dall'altra. La piena efficacia della vaccinazione è garantita per un periodo di 12 mesi, terminato il quale bisogna procedere ad una nuova somministrazione (richiamo). E' fondamentale rispettare scrupolosamente le scadenze dei richiami, così che il gatto abbia sempre la massima copertura.

 

Foto di kyreee da Pixabay

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La tua gatta è in dolce attesa? Preparati a condividere con lei un'esperienza meravigliosa. La gestazione del gatto dura circa 64-67 giorni: in questo arco di tempo, non sarà necessario cambiare le abitudini della tua piccola amica. La gatta incinta non è malata: se sta bene, può tranquillamente mantenere il suo solito stile di vita, giocando e muovendosi a suo piacimento. Il suo corpo, però, avrà bisogno di un supporto nutrizionale più intenso: la sua dieta quindi dovrà prevedere alimenti più ricchi e sostanziosi (come le crocchette per gattini e gatte in gravidanza).

Di fondamentale importanza, per tutta la fase della gestazione, saranno le visite ostetriche, a cui la micia dovrà essere sottoposta secondo un calendario suggerito dal veterinario. Tali controlli serviranno a monitorare lo sviluppo dei feti e lo stato di salute della futura mamma. Affinché il monitoraggio sia affidabile e al tempo stesso privo di rischi, il veterinario utilizzerà uno degli strumenti diagnostici attualmente più efficaci: l'ecografia. Grazie all'esame ecografico sarà inoltre possibile prevedere con buona approssimazione la data del parto. E a proposito di parto, niente panico: in condizioni normali, ogni gatta è autosufficiente e riesce tranquillamente a partorire da sola. Noi umani possiamo comunque dare il nostro contributo affinché l'operazione si svolga con la massima serenità. Negli ultimi giorni, impedire alla gatta di uscire scongiurerà l'eventualità che partorisca lontano da casa. La fase finale della gestazione è la più delicata: vedremo la nostra amica più affaticata e stanca. Lasciamola tranquilla e mettiamole a disposizione una cuccia ampia, calda e soffice dove possa riposare e affrontare il travaglio. Mentre partorisce, non allontaniamoci mai da lei: oltre a farla sentire rassicurata, potremo accorgerci se qualcosa non va (sforzi dolorosi e improduttivi, travaglio troppo prolungato, perdite di sangue anomale) e avvertire immediatamente il veterinario.

 

Foto di 孟想家 da Pixabay

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Per essere davvero sana, la dieta del tuo gatto deve possedere due requisiti di base:

- essere facilmente digeribile;

- fornire un sostegno appropriato in base alla fascia di età.

Il fabbisogno del gattino in crescita, infatti, è diverso da quello del gatto adulto. Per questo è molto importante che l'alimentazione del tuo gatto sia sempre formulata in modo mirato, così da evitare squilibri o carenze. Verso i due mesi di vita, il gatto cucciolo smette di alimentarsi con il latte materno: da questo momento in poi, il suo organismo può nutrirsi con cibi solidi. Per soddisfare a 360° i bisogni dell'accrescimento, tutti gli apporti nutritivi devono essere intensi, ma al tempo stesso eccezionalmente digeribili per non appesantire un apparato gastrointestinale ancora molto delicato. Come ingrediente di base è ideale la carne fresca di pollo, perché unisce una spiccata leggerezza ad una straordinaria ricchezza nutrizionale. Il pollo fresco, infatti, fornisce un elevato tenore di proteine e aminoacidi prontamente assimilabili, ed è quindi perfetto per supportare lo sviluppo armonico del tessuto muscolare e il buon funzionamento di tutti i processi vitali. Contiene anche le vitamine del gruppo B, prezioso sostegno del sistema immunitario e dello sviluppo cognitivo; e gli acidi grassi essenziali Omega 3, formidabili alleati di un manto soffice e lucente. Il pollo è anche una buona fonte di tutti i minerali che promuovono la formazione delle ossa, dei denti e dell'apparato cardiovascolare, come il potassio, il calcio, il fosforo e il ferro.

A partire dai 12 mesi di vita, il gatto passa alla fase adulta: il suo corpo non ha più bisogno di un supporto tanto robusto, perché il processo di crescita è ormai completato. La nutrizione svolge ora un ruolo di mantenimento e deve quindi essere maggiormente bilanciata, soprattutto in  merito ad alcuni apporti. Carni magre e leggere come il maiale, il pesce e il manzo assicureranno il tenore proteico più corretto per mantenere la forma fisica ottimale e l'efficienza muscolare; altrettanto controllato dovrà essere il dosaggio dei sali minerali, così da preservare organi e tessuti nel pieno rispetto delle funzioni digestive, renali, epatiche e urinarie.

Particolare attenzione va riservata al gatto sterilizzato; la sua condizione fisica, infatti, lo rende più vulnerabile al sovrappeso, alle patologie del tratto urinario e ad alcune cronicità (diabete, obesità). In questo caso, quindi, l'alimentazione dovrà possedere spiccate prerogative di leggerezza, soprattutto in merito ai valori proteici, minerali e calorici.

Tutti i gatti adulti, sterilizzati e non, traggono beneficio da una consistente integrazione di vitamine e antiossidanti: questi nutrienti, infatti, contrastano le infezioni e aiutano a prevenire le malattie legate all'invecchiamento. È consigliabile aggiungere alla dieta anche una certa quota di condroprotettori, così da scongiurare la fragilità articolare e le problematiche ad essa collegate. A tutte le età, l'alimento deve possedere un adeguato potere energetico da fonti di carboidrati ben tollerate come il riso, le patate e i piselli; da evitare sono invece i cereali come il frumento, non adatti alle capacità digestive del gatto. Fibre e fermenti prebiotici promuoveranno l'equilibrio della microflora intestinale con effetti molto positivi sulla regolarità del transito, l'espulsione dei boli di pelo e la prevenzione delle infezioni.

 

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Il fabbisogno nutrizionale di un gatto cambia con il passare dell'età: le necessità di un adulto, infatti, non sono le stesse di un soggetto anziano. Il gatto adulto, specie quando non è sterilizzato, ha spesso uno stile di vita attivo: i suoi muscoli richiedono quindi un massiccio apporto di proteine e di aminoacidi essenziali da carni leggere come il pollo, il pesce, il manzo e l'agnello. Alla carne va associata una consistente dose di energia quotidiana da fonti di carboidrati ben tollerate come i piselli, le patate e l'avena, escludendo il frumento e gli altri ingredienti non compatibili con il sistema digestivo dei felini. Frutta, erbe officinali e verdure integrano le vitamine, gli antiossidanti, i sali minerali, le fibre e gli altri nutrienti indispensabili al benessere di organi, tessuti, digestione e sistema immunitario.

Se il micio è sterilizzato, la formula dovrà essere rigorosamente ipocalorica per contrastare la tendenza al sovrappeso, soprattutto se il piccolo vive in casa ed è sedentario. Per questo stesso motivo è opportuno aumentare anche la quantità di fibre, così da combattere la stipsi. La sterilizzazione lascia anche una certa vulnerabilità alle vie urinarie: un più ridotto apporto di minerali e proteine, unito all'effetto anti-infiammatorio degli acidi grassi essenziali Omega 3 e Omega 6 (li trovi nel pesce, nei semi di lino e negli oli vegetali), scongiurerà calcoli, struviti e cistiti.

In età avanzata, il tuo gatto diventa più sensibile: la sua alimentazione deve promuovere il buon funzionamento di organi e processi vitali, combattere l'invecchiamento cellulare e tenere sotto controllo tutti i valori (colesterolo, glicemia, ecc.). Il tutto, nel rispetto di funzioni digestive, renali, epatiche e urinarie sempre più delicate. Proteine, aminoacidi e sali minerali andranno quindi accuratamente bilanciati; intenso dovrà essere l'apporto di vitamine per potenziare il sistema nervoso, la vista e le difese immunitarie. Un massiccio contributo di antiossidanti agevolerà la giovinezza cellulare contrastando tumori e altre malattie degenerative; i condroprotettori preserveranno l'efficienza e l'integrità articolare. In caso di limitate capacità masticatorie, potrebbe rendersi necessario dare la preferenza ai cibi umidi.

Sia da adulto che da anziano, il gatto trarrà vantaggio dall'assunzione degli acidi grassi essenziali Omega 3, nutrienti benefici per il cuore, la cute e il pelo; e dai fermenti prebiotici, formidabili alleati del benessere intestinale.

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La FeLV (leucemia virale felina) è una delle patologie infettive più gravi e contagiose del gatto. A causarla è un retrovirus che si diffonde rapidamente, anche per la sua spiccata capacità di resistere a lungo nell'ambiente. Veicoli di trasmissione sono i liquidi organici, quali saliva, lacrime, urina e muco: basta quindi una bevuta dalla stessa ciotola, un accoppiamento o un morso durante una lotta perchè il virus passi da un ospite all'altro. Come si può ben immaginare, quindi, i focolai primari sono tutti quei contesti con un alto tasso di promiscuità (le colonie feline, ad esempio).

Una volta introdottosi nell'organismo del gatto, questo microrganismo attacca i globuli bianchi distruggendo progressivamente le difese immunitarie e portando al decesso in un arco di tempo molto breve (solitamente, dai tre ai cinque anni). La guarigione è estremamente rara: quando il gatto sopravvive alla FeLV, il più delle volte è perché il virus si è "addormentato" e in questo stato può restare per molti anni, finchè non intervenga uno stress psicofisico a riattivarlo. In tutti i casi, la FeLV crea una maggiore predisposizione a tumori e neoplasie.

La sintomatologia è molto ampia e provoca al gatto molte sofferenze. L'infezione, infatti, può manifestarsi con vomito, inappetenza, scolo oculare, dispnea, dimagrimento, febbre, anemia, prostrazione, apatia, disturbi neurologici e gastrointestinali, ingrossamento dei linfonodi. Alla prima comparsa di questi sintomi, quindi, è imperativo sottoporre il micio ad un'accurata visita veterinaria, così da diagnosticare tempestivamente l'infezione e intervenire con una terapia di controllo per dare al gatto una qualità della vita accettabile. Al momento, infatti, contro la FeLV non esistono cure risolutive: l'unica arma efficace è costituita dalla prevenzione. Se il tuo micio esce spesso fuori casa, quindi, dovrai necessariamente vaccinarlo contro la FeLV: sussiste infatti un'elevata probabilità che venga a contatto con gatti infetti. Altra misura caldamente raccomandata è la sterilizzazione in quanto, neutralizzando gli istinti aggressivi e il bisogno di accoppiarsi, elimina alcune fra le principali occasioni di contatto fra i gatti.

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Due o più gatti in casa si può: anzi, non sono rari i casi in cui da un'iniziale diffidenza può nascere una stupenda amicizia. Il contributo dei proprietari è in tal senso decisivo, specie nella primissima fase. Ecco quindi alcuni utili accorgimenti che è altamente consigliabile mettere in atto per rendere l'integrazione più agevole e sicura.

- Rispettare i tempi.
Si sa, sarebbe un sogno vedere i propri felini andare d'amore e d'accordo al primo sguardo. Ma la realtà è ben diversa, e richiede molta pazienza. Anche un gatto dal carattere mansueto, infatti, può reagire in modo aggressivo ad un'improvvisa "invasione" di territorio da parte di un gatto estraneo. L'impatto deve quindi essere graduale. Al suo ingresso in casa, sistema il nuovo arrivato in un ambiente inaccessibile all'altro (o agli altri, se ne hai già più di uno). Meglio un piccolo spazio, così da non creare disorientamento. Non forzare il micio ad uscire dal trasportino, ma lascia la porticina aperta e aspetta che esca da solo. Continua a tenere i gatti in zone separate per alcuni giorni, avendo cura di portare a ciascuno di loro un oggetto (copertina, giochino, ecc.) appartenente all'altro: in questo modo, potranno abituarsi gradatamente al nuovo odore.

- Niente forzature.
Per il primo incontro scegli un ambiente "neutrale", che nessun gatto possa sentire come di sua esclusiva proprietà (il corridoio, ad esempio).  Lì, lascia i mici liberi di osservarsi: inizialmente lo faranno da lontano (magari soffiandosi e miagolando in modo poco rassicurante...), poi, con il passare dei giorni, prenderanno confidenza. Questi primi approcci dovranno avvenire rigorosamente sotto sorveglianza, così da evitare possibili scontri. Non rimproverarli se si mostrano ostili l'uno all'altro: all'inizio è una reazione del tutto normale, e intromettersi potrebbe solo creare incidenti. Mantieni invece la calma e prova ad invitarli al gioco.

- Condivisione si, ma solo se "loro" sono d'accordo.
Le ciotole, la lettiera, la cuccia, le coperte, i giochini: meglio personali o in comune? Inizialmente, non c'è alcun dubbio, tutto deve essere strettamente personale: saranno poi i diretti interessati a decidere quando e se scambiarsi le cose. 

- Finalmente amici...o no?
Naturalmente, non tutte le integrazioni vanno a buon fine:
può accadere che i due "fratelli per forza" si amino di un affetto profondo, ma anche che non riescano a legare e che passino tutta la loro vita insieme tollerandosi appena. In quest'ultimo caso, accetta il loro rapporto con serenità ed asseconda le loro esigenze.

- Attenzione agli imprevisti.
Talvolta, quando i mici hanno già socializzato,  può accadere che improvvisamente non si riconoscano: è quello che succede, ad esempio, quando uno dei due torna a casa dopo una visita o un intervento dal veterinario. Colpa dell'odore estraneo lasciato dai trattamenti farmacologici. Niente paura: dopo qualche giorno, il micio recupererà il suo odore consueto e tutto tornerà alla normalità.
 

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Il Ragdoll è il gatto perfetto per la vita domestica: la sua straordinaria bontà e le sue peculiarità caratteriali, infatti, lo rendono il compagno ideale per tutti. Esattamente come il cane, il gatto Ragdoll ha la rara capacità di legarsi agli umani di un affetto profondo e incondizionato: con la sua presenza costante e affettuosa, passa le sue giornate lasciandosi coccolare o seguendo i suoi beniamini nelle loro attività. Soffre molto la solitudine, quindi è adatto per lo più alle famiglie dove c'è sempre qualcuno in casa. Chi torna, è da lui accolto festosamente e fatto oggetto di commoventi attenzioni. Discreto quando l'occasione lo richiede, il Ragdoll sa eclissarsi al momento giusto e impara ad obbedire prontamente: ha infatti una spiccata intelligenza che gli consente di capire al volo le situazioni e di apprendere facilmente il linguaggio umano.

Amante del silenzio e della tranquillità, è allo stesso tempo un grande giocherellone che adora i bambini: si unisce quindi volentieri alle loro scorribande ed è incuriosito dai loro giochi. Data la sua pazienza e la sua assoluta mancanza di aggressività, può interagire in tutta sicurezza anche con i più piccoli. A questi ultimi è molto importante insegnare che il loro compagno peloso non è un giocattolo e che bisogna rispettarlo sempre, sia dal punto di vista fisico che nei suoi delicati sentimenti.

Con gli altri animali è molto disponibile, quindi lo si può adottare tranquillamente anche se in casa ci sono già cani o gatti. Verso gli animi più sensibili, questo gatto si comporta da vero angelo custode: con lui, anziani e persone emotivamente fragili non soffriranno più alcun tipo di solitudine. Grazie al suo eccezionale spirito di adattamento, il Ragdoll potrà seguire la famiglia ovunque, durante le vacanze e i viaggi: l'essenziale, per lui, è non separarsi mai dai suoi umani ed accontentarli in tutto.

Attenzione, però: in questo gatto, docilità e capacità di amare vanno di pari passo con un'indole permalosa e suscettibile. Quindi, mai sgridarlo, trascurarlo, lasciarlo solo o trattarlo bruscamente: si sentirebbe ferito e si chiuderebbe in sé stesso.

Occhio anche agli incidenti domestici: il Ragdoll, infatti, è privo di senso del pericolo, e può cadere con facilità da finestre, balconi, scale o mobili alti. Prima del suo arrivo, quindi, occorre predisporre una casa "a misura di Ragdoll", applicando barriere di protezione alle aperture e togliendo tutti i mobili e gli oggetti con cui potrebbe ferirsi.

Altra raccomandazione importante: quando è in braccio, tenetelo sempre saldamente. A differenza degli altri gatti, infatti, in caso di caduta il Ragdoll non sa girarsi d'istinto per atterrare in piedi, e finirebbe col rovinare a terra facendosi molto male.

 

allevamento Ragdoll

Il Ragdoll si distingue per un carattere eccezionalmente mansueto, dolce e amorevole. Incredibile ma vero, questo bellissimo gatto è capace di superare nella devozione al proprio umano lo stesso "migliore amico dell'uomo" per antonomasia, ovvero il cane. Merito della lunga selezione operata dall'allevatrice statunitense Ann Baker, che negli anni Sessanta del secolo scorso si impegnò a lungo per eliminare dalla razza tutte le caratteristiche poco "domestiche" tipiche della felinità, ovvero aggressività e diffidenza, per accentuare invece gli aspetti caratteriali più positivi quali la mansuetudine, la pazienza, la capacità di adattamento, l'attitudine all'apprendimento, la propensione a dare e ricevere affetto.

Per questo, il Ragdoll è il gatto più adatto alla vita in famiglia: giocherellone con i bambini e accogliente con gli altri animali, è un perfetto "angelo custode" per le persone anziane, malate, sole o con spiccata fragilità emotiva. Questo splendido compagno, infatti, ha il dono di farci sempre sentire speciali, sostenuti e amati. Al ritorno a casa, ci accoglie festoso e ci segue di stanza in stanza; adora le lunghe sessioni di coccole e si abbandona fra le nostre braccia con piena fiducia.

La sua giornata tipo? E' quella trascorsa in braccio, tra carezze e parole dolci. Ma è ugualmente felice quando lo facciamo partecipare alle nostre attività o dormire ai piedi del letto: l'importante, per lui, è poter stare col suo amato umano. Ecco perchè possiamo tranquillamente portarlo in viaggio con noi. Dotato di pazienza e spirito di adattamento, è disposto a tutto pur di accontentarci e di non separarsi da noi. Ma attenzione: una così grande devozione comporta anche una marcata sensibilità. Quindi mai rimproverarlo o trascurarlo: si chiuderebbe in sé stesso e si sentirebbe ferito. Ugualmente, evitiamo di lasciarlo solo per molte ore: il Ragdoll non sopporta la solitudine e la soffre in modo patologico. Tranquillo e pacifico, non ama la confusione e sa essere discreto quando occorre. Con i  bimbi è vivace ed estremamente paziente: è quindi molto importante insegnare ai più piccoli a non trattarlo come un giocattolo e a non offendere la sua suscettibilità.

 

Foto di peter jo da Pixabay

allevamento Ragdoll

Il gatto Ragdoll ha una costituzione robusta che richiede pochi accorgimenti per restare in salute. Uno dei più importanti riguarda la dieta, soprattutto a partire dai 12 mesi di età. Questo particolare momento, infatti, segna l'inizio di una nuova fase nella vita del tuo Ragdoll: ormai completato il processo di crescita, il suo organismo entra a tutti gli effetti nell'età adulta, richiedendo un supporto nutrizionale calibrato in base ai suoi nuovi bisogni. Gli organi e i tessuti, ormai formati, necessitano ora di un apporto proteico e minerale molto meno intenso: oltre a risultare inutile, infatti, un tenore di proteine e di sali minerali troppo elevato sortirebbe l'effetto di appesantire i reni e le vie urinarie, aprendo la strada a cistiti, calcolosi e struviti, specie se il tuo micio è stato sterilizzato.

L'alimento principale della dieta sarà quindi la carne, scelta tra quelle più leggere e intensamente nutrienti come il pollo, il pesce, l'agnello, il maiale e il manzo. Fonti di proteine e di aminoacidi fondamentali per il benessere dei tessuti, le carni apportano anche il giusto tenore di minerali (soprattutto potassio, fosforo, calcio e ferro) indispensabili per ossa, denti e sistema cardiocircolatorio; contengono anche le vitamine del gruppo B, preziose per l'efficienza cognitiva e le difese immunitarie.

Per potenziarne il valore nutritivo è utile associarle ad alcuni oli (di salmone, di girasole o di semi di lino) ricchi di acidi grassi essenziali Omega 3 e Omega 6: questi nutrienti sono benefici per il cuore, per la cute, per il pelo e per un'efficace prevenzione delle infiammazioni. Particolarmente controllato deve essere il contributo energetico: come la maggioranza delle altre razze feline, anche il Ragdoll mostra, da adulto, la tendenza a giocare e a muoversi di meno. Una quota di carboidrati eccessiva, quindi, andrebbe a tradursi in un aumento del grasso corporeo, favorendo sovrappeso e altri disturbi del metabolismo (obesità, diabete, ecc.).

Via libera, invece, alle vitamine e agli antiossidanti da frutta, verdura, ortaggi ed erbe aromatiche: questi particolari nutrienti, infatti, sono preziosi per rallentare i processi di invecchiamento cellulare e per mantenere in efficienza gli organi e i tessuti; in più, esercitano sul sistema immunitario una formidabile azione di rinforzo che contrasta infezioni e malattie croniche.

Molto importanti anche le fibre e i fermenti prebiotici che migliorano la digestione e agevolano la regolarità del transito intestinale, favorendo anche l'eliminazione dei boli di pelo. Fai quindi molta attenzione prima di scegliere l'alimento per il tuo piccolo amico, soprattutto se opti per un mangime industriale (crocchette, patè, ecc.). Leggi sempre bene le etichette: verifica che la carne sia sempre inclusa come primo ingrediente e che non manchino gli altri nutrienti che rendono la dieta davvero sana e completa. Da preferire, le formule Grain Free o Low Grain, più sicure contro intolleranze, problemi digestivi e sensibilità intestinale.

 

Image by Markus van Berkum from Pixabay

allevamento Ragdoll

A differenza di quanto stabilito per il cane, in Italia non è obbligatorio microchippare il gatto, se non in due casi:

- regolamenti particolari locali (il microchip per i gatti, ad esempio, è obbligatorio in Lombardia);

- rilascio del Passaporto Europeo per animali da compagnia. Il Certificato di applicazione del Microchip (redatto dal veterinario) è incluso infatti fra i documenti obbligatori da presentare al momento della richiesta.

In linea generale, l'impianto di questo dispositivo è una delle misure più efficaci per poter identificare il gatto in caso di furto, smarrimento o abbandono: è quindi altamente consigliato ai gatti che viaggiano o a quelli che si allontanano, anche occasionalmente, da casa.

Ma cos'è, esattamente, il microchip? Si tratta di un minuscolo dispositivo elettronico che viene inoculato al gatto tramite iniezione nel sottocute del collo o fra le scapole. L'operazione è quasi del tutto indolore, tanto da non richiedere sedazione, se non nei soggetti particolarmente ansiosi o timorosi. Realizzato in vetro biocompatibile, è totalmente sicuro per la salute del peloso: una volta impiantato, non causa alcun tipo di fastidio o reazione, e il micio può conviverci tranquillamente senza avvertirne la presenza. Funziona come un transponder: ciò significa che resta inerte finché non viene attivato da un apposito strumento per la lettura del codice identificativo univoco di 15 cifre contenuto al suo interno.

Per rendere il microchip ancor più efficace, è possibile effettuare l'iscrizione all'Anagrafe Nazionale Felina. Questa istituzione non è pubblica ma privata: promossa dall'A.N.M.V.I. (Associazione Nazionale Medici Veterinari Italiani), mette a disposizione un database informatizzato, sul quale il veterinario crea una scheda con i dati segnaletici del gatto, il numero del microchip e i dati anagrafici del proprietario. Così, a chi ritrova il gatto basta recarsi presso un veterinario aderente all'A.N.M.V.I., che attraverso la lettura del microchip può risalire al proprietario e mettersi in contatto con lui.

E' quindi molto importante che i dati della scheda siano sempre perfettamente aggiornati: qualsiasi variazione (cambio di residenza o di indirizzo, nuovo numero di telefono, ecc.) va sempre tempestivamente comunicata al veterinario.

Sia l'impianto del microchip che l'iscrizione all'Anagrafe sono procedure a pagamento e vanno eseguite solo da un veterinario aderente all'A.N.M.V.I.: per trovare quello più vicino a te, puoi consultare l'elenco ufficiale direttamente on line sul sito https://www.anagrafenazionalefelina.it/

 

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Il Ragdoll può essere considerato a buon diritto l'amico peloso migliore del mondo. Prima di tutto, per la sua straordinaria capacità di dare amore, nella quale non di rado supera il "migliore amico dell'uomo" per antonomasia, ovvero il cane. Questo stupendo micio, infatti, si distingue per un carattere eccezionalmente buono, affettuoso e paziente, che lo porta a convivere in pieno accordo non sono con l'essere umano, ma anche con gli altri animali.

La nascita della razza è piuttosto recente, e si deve ad Anne Baker, l'allevatrice americana che negli anni Sessanta del secolo scorso la selezionò attraverso vari incroci, eliminando del tutto le caratteristiche di diffidenza e aggressività tipiche del felino domestico. Vero capolavoro fra gli animali da compagnia, il Ragdoll merita pienamente il suo nome, che letteralmente significa "bambola di pezza", per l'attitudine ad abbandonarsi con totale fiducia tra le braccia del padrone. La selezione, curiosamente, lo ha privato del senso del pericolo e della predisposizione a cadere in piedi, ragion per cui chi adotta un Ragdoll deve prestare una scrupolosa attenzione alla sua sicurezza, anche tra le stesse pareti di casa.

Grande compagno di giochi dei bambini, il Ragdoll sa essere quieto, silenzioso e discreto ogni volta che la situazione lo richiede; l'importante, per lui, è compiacere il suo grande amore, ovvero il suo amico umano, dal quale non vuole mai separarsi. Ama i lunghi pomeriggi in braccio, le coccole e le parole dolci; per lui è scontato dormire ai piedi del letto e seguire il suo amato di stanza in stanza. E' quindi naturale che il Ragdoll soffra molto la solitudine. Decisamente non è il gatto ideale per chi sta tutto il giorno fuori casa, perché si intristisce anche quando il padrone esce per poche ore. E' perfino disposto a viaggiare con il suo umano pur di non separarsene. Questa sua grande sensibilità arriva al punto da non tollerare rimproveri e indifferenza: se adotti un Ragdoll, quindi, tieni presente che è molto facile ferire la sua suscettibilità. Per lo stesso motivo, raccomanda ai bambini di non abusare mai della sua pazienzaQuesta sua indole delicata lo rende la "dolce metà" perfetta per le persone anziane, fragili o molto sole.

Bello dentro, bello fuori: il Ragdoll è un gatto di taglia grande, con un pelo vaporoso e magnifici occhi blu. E' un gatto che non richiede cure particolarmente impegnative, né nella toelettatura, né nell'alimentazione. cuccioli nascono tutti bianchi, e  durante la crescita assumono lentamente la loro colorazione. Le varianti del manto sono tante e tutte bellissime.

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Come ormai avrai capito, è impossibile separarsi da un Ragdoll: questo meraviglioso micio instaura con il proprio umano un rapporto affettivo strettissimo, e vive in modo doloroso anche il distacco più breve. Per questo motivo, quando si condivide la propria vita con un Ragdoll è praticamente scontato pensare ad una "vacanza a sei zampe". A questo punto viene spontaneo chiedersi: il piccolo riuscirà ad affrontare senza traumi le esperienze della trasferta e del soggiorno? La risposta è: assolutamente si! Il Ragdoll, infatti, vanta uno spirito di adattamento che lo rende il compagno di viaggio ideale. Non solo per la sua proverbiale pazienza, ma anche per lo sconfinato amore che nutre per il suo proprietario e che lo porta a seguirlo ovunque.

Affinché la vacanza sia serena per entrambi, però, è importante provvedere ad alcuni aspetti "pratici" che riguardano:

- i documenti;

- il bagaglio;

- i mezzi di trasporto;

- la salute del micio.

Cominciamo dal primo punto: i documenti. Eh si, anche per i nostri pelosi c'è una "burocrazia" da rispettare: ovunque vi rechiate, infatti, il tuo micio dovrà essere accompagnato dai suoi documenti personali attestanti il possesso del microchip e l'avvenuta effettuazione delle necessarie profilassi. Entro i confini del territorio italiano basterà il solo libretto delle vaccinazioni aggiornato; all'estero, invece, sarà necessario anche il Passaporto Europeo per gli animali da compagnia. Nei paesi esteri, inoltre, vengono obbligatoriamente richiesti alcuni vaccini aggiuntivi, come l'antirabbica: prima della partenza, informati bene sulle normative del paese di interesse.

E veniamo al bagaglio. Insieme alle tue valigie, prepara un piccolo "necessaire" a misura di micio: ciotole, cuccia, copertina, giochini, scorte del solito cibo, spazzola, pettine, antiparassitario, lettiera, prodotti detergenti e altri articoli di uso quotidiano.

Qualsiasi sia il mezzo di trasporto scelto, il gatto deve sempre restare chiuso nel suo trasportino per ovvie ragioni di sicurezza. Il trasportino va poi posizionato in un luogo al riparo da sole, correnti d'aria e getto diretto dell'aria condizionata. Se vi spostate in aereo, treno o nave, prendi visione del regolamento della compagnia in merito al trasporto degli animali domestici, così da evitare fastidiosi imprevisti.

Alcuni giorni prima della partenza porta il tuo piccolo amico dal veterinario per accertare che sia in perfetta forma e per provvedere alle eventuali profilassi mancanti.

Buon viaggio!

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Con l'arrivo della bella stagione, il tuo gatto è maggiormente esposto al pericolo dei parassiti.

Tante sono le forme di parassitosi che possono colpire il felino domestico: 

- Parassiti esterni.
Pulci, zecche, pidocchi: sono insetti "flebotomi",
che si nutrono del sangue del loro ospite trasmettendo vari tipi di infezioni. La maggior parte di essi non è visibile ad occhio nudo: puoi rilevarne la presenza osservando il manto (che assume un aspetto opaco e, nei casi più gravi, presenza chiazze senza pelo con cute arrossata e lesa) ma anche il comportamento del tuo micio (grattamento frequente e localizzato, irrequietezza, posture anomale).
Altro parassita esterno molto insidioso è l'acaro dell'orecchio. A differenza degli altri, è facilmente individuabile: si presenta con abbondante cerume nerastro e con macchie scure sulla parte esterna dei padiglioni auricolari. Il gatto, poi, ne rivela la presenza scuotendo la testa e tentando ripetutamente di grattarsi. Le ferite da grattamento producono lesioni ed infiammazioni che interessano tutta la parte esterna dell'orecchio e che possono estendersi anche all'interno, causando danni alla funzionalità uditiva e altre complicanze. Attenzione anche alle punture di zanzara: possono veicolare la filaria, un microrganismo che colpisce il sistema cardiovascolare;

- Parassiti interni.
Alcuni, come gli ascaridi e le tenie, sono ben visibili nelle feci del gatto: i primi, ad esempio, somigliano ad uno spaghetto cotto. Altri (come la giardia) sono microscopici e possono essere rilevati solo con esami mirati. In tutti i casi, gli indizi più significativi di un'infestazione da vermi intestinali sono i malesseri: vomito, diarrea, feci molli, prostrazione, inappetenza, perdita di peso. Il problema interessa soprattutto i gatti che frequentano gli spazi esterni, ma è ricorrente anche tra i felini "casalinghi" e tra i cuccioli.  

Come risolvere? Per i parassiti esterni basta un normale antiparassitario: puoi scegliere un collare, uno spray oppure uno "spot on" da applicare tra le scapole. L'effetto varia a seconda del tipo di prodotto: il collare, ad esempio, può restare attivo per diversi mesi, mentre lo spot on va generalmente riapplicato una volta al mese. Per un risultato ottimale e senza effetti indesiderati, controlla bene le modalità d'uso indicate sulla confezione ed evita nel modo più assoluto gli antiparassitari per cani (possono essere estremamente nocivi per il gatto). Queste formulazioni offrono un doppio vantaggio: uccidono i parassiti già presenti (e le loro uova), prevenendo allo stesso tempo nuove infestazioni. Se l'infestazione è tanto grave da non poter essere debellata con i normali antiparassitari, porta il tuo peloso dal veterinario.
Per quanto riguarda i parassiti interni, il discorso è più complesso: ogni tipo di verme intestinale, infatti, richiede un trattamento specifico. Una volta effettuata la diagnosi, il veterinario prescriverà al tuo micio il farmaco sverminante adatto al caso, indicandoti le modalità e i tempi di somministrazione più adeguati.
Non appena sospetti un'infestazione da vermi, quindi, contatta immediatamente il tuo ambulatorio di fiducia.

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Per il gatto, l'alimentazione è una fonte di benessere completa e "multifunzionale": oltre a sostenere il fabbisogno energetico quotidiano, infatti, offre un potente supporto agli organi, ai tessuti e alle funzioni vitali, proteggendo l'organismo da virus e batteri e contrastando i naturali processi di invecchiamento. E' quindi estremamente importante scegliere con attenzione l'alimento per il proprio micio, che dovrà possedere, per essere salutare, due prerogative fondamentali:

- attenta selezione degli ingredienti;

- elevata digeribilità.

Per offrire i migliori benefici, infatti, l'alimentazione deve apportare al tuo piccolo amico tutti i nutrienti di cui il suo corpo ha bisogno; allo stesso tempo deve essere completamente assimilabile, così da non causare problemi digestivi e da agevolare l'assorbimento di tutti i principi nutritivi. Ma, soprattutto, deve essere formulata in modo specifico tenendo conto della fascia di età: le esigenze del gattino in crescita, infatti, sono molto diverse da quelle del gatto adulto. Queste differenze diventano più marcate in presenza di particolari condizioni fisiche, come la sterilizzazione, il sovrappeso e la sensibilità intestinale.

Vediamo insieme quali sono i requisiti di una corretta alimentazione nelle diverse fasi della vita del gatto.

- Primo anno di vita. E' un momento cruciale: tutte le componenti dell'organismo sono in formazione, la funzionalità digestiva è ancora molto fragile, il sistema immunitario necessita di un rinforzo massiccio. Serve quindi un nutrimento "ad hoc" che assecondi uno sviluppo armonico e aiuti il corpo a proteggersi dalle malattie. Fino alle 8-10 settimane, questa funzione è svolta egregiamente dal latte materno, alimento nutrizionalmente completo e molto ricco di anticorpi. Successivamente, il gattino entra nella fase dello svezzamento: fino ai 12 mesi, il suo cibo dovrà continuare l'azione del latte materno, fornendo apporti consistenti di proteine e aminoacidi per la corretta formazione del tessuto muscolare, di fosforo, calcio e vitamina D per le ossa e i denti, di vitamine A, C e del gruppo B per le difese immunitarie, la vista e l'efficienza cognitiva. Una consistente integrazione di acidi grassi essenziali Omega 3 e Omega 6 favorirà la crescita di un manto soffice e folto, preservando la cute dalle infiammazioni. Il giusto tenore di fibre e fermenti prebiotici agevolerà i processi digestivi, regolarizzando il transito intestinale e proteggendo il colon dalle infezioni. Una fonte di carboidrati ad alta tollerabilità (come il riso e le patate) fornirà al cucciolo tutta l'energia necessaria senza provocargli disturbi digestivi e intolleranze;

- Età adulta. A partire dai 12 mesi, il gatto è ormai adulto: l'organismo ha completato il processo di formazione. Il suo fabbisogno nutrizionale, da adesso in poi, sarà legato alla necessità di mantenere una condizione fisica ottimale e di prevenire le malattie. L'alimento per questa nuova fase, quindi, deve contenere una miscela attentamente bilanciata di proteine, minerali, vitamine, acidi grassi essenziali, fibre e fermenti prebiotici, così da offrire il supporto nutrizionale più intenso senza gravare sulla digestione, sui reni e sulle vie urinarie. L'apporto calorico deve essere più moderato per scongiurare sovrappeso e squilibri metabolici; più consistente, invece, deve essere l'apporto degli antiossidanti, in modo da preservare la giovinezza cellulare. L'aggiunta di condroprotettori rinforzerà le articolazioni contro fragilità, artrosi e infiammazioni.

Ma quali sono gli alimenti in grado di coniugare adeguatamente leggerezza e potere nutritivo? Carni assimilabili e intensamente nutrienti come il pollo, il maiale, il pesce e il manzo assicureranno la miglior completezza nutrizionale senza appesantire la digestione; una modica quantità di riso o patate fornirà una fonte di energia delicata e altamente tollerata. L'aggiunta di ortaggi, frutta, legumi e oli vegetali integrerà le vitamine, gli antiossidanti e gli altri nutrienti utili ad una lunga vita di benessere.

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Se hai una gatta non sterilizzata, preparati a vivere con lei un'esperienza impegnativa e bellissima: l'arrivo dei cuccioli. Accoppiamento e parto, infatti, sono eventi molto frequenti per i felini che hanno la possibilità di uscire all'esterno e di incontrare i loro simili.

Come affrontare questa fase in piena serenità? Il veterinario è, come in tante altre occasioni, il punto di riferimento fondamentale. Non solo per tutti i consigli del caso, ma soprattutto per le visite e gli esami volti a monitorare l'andamento della gravidanza. A seconda della razza e del caso particolare, la gestazione dei gatti può durare dai 64 ai 67 giorni: in questo arco di tempo, la tua pelosetta dovrà essere sottoposta a regolari controlli diagnostici.

Esattamente come per gli esseri umani, infatti, anche per i gatti esiste un vero e proprio "calendario" di visite ostetriche ed esami mirati. L'ecografia, in tal senso, è lo strumento più prezioso: sicura e precisa, consente di seguire lo sviluppo dei feti e lo stato di salute della gatta, offrendo anche una stima approssimativa della data del parto. Il veterinario ti consiglierà inoltre una dieta appropriata, che dovrà essere molto nutriente per sostenere adeguatamente sia la mamma che i piccoli.

Oltre a ciò, dovrai apportare ben pochi cambiamenti alla routine quotidiana della tua piccola amica: permettile di correre e giocare, se le va. Attenzione, però: soprattutto negli ultimi giorni, evita di farla uscire all'esterno, per scongiurare il rischio che partorisca lontana da casa. Nella fase finale della gestazione potresti notare in lei una certa stanchezza e una maggiore propensione ad appartarsi: preparale una cuccia morbida e comoda in un angolo tranquillo dove possa sistemarsi senza essere disturbata.

In condizioni normali, le gatte partoriscono da sole e senza difficoltà: durante il parto, comunque, stai vicino alla tua micia per controllare che tutto proceda bene. Se dovessi notare sforzi prolungati e improduttivi, sofferenza eccessiva o perdite di sangue anomale, contatta subito il veterinario, che valuterà l'opportunità di un parto cesareo.

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Il primo anno di età è cruciale nella vita del gatto: in questa fase, infatti, si svolge il delicato processo che porta organi, tessuti e funzioni vitali al loro pieno sviluppo. A ciò, l'organismo del gatto associa la formazione di un sistema immunitario in grado di resistere ad ogni tipo di aggressione esterna (virus, batteri, condizioni ambientali e climatiche avverse) e di combattere efficacemente infezioni e patologie croniche. In questo contesto, l'alimentazione riveste un ruolo di supporto quanto mai decisivo, in quanto fornisce al gatto tutti i nutrienti di cui ha bisogno per crescere sano e forte.

Dalla nascita ai due mesi, tale funzione è assolta egregiamente dal latte materno, alimento completo al 100% e ricchissimo di anticorpi. Nella madre, però, la disponibilità di latte diminuisce progressivamente per poi esaurirsi del tutto intorno alle 8/10 settimane dopo il parto. A questo punto, il gattino è pronto per essere nutrito con alimenti solidi: ha inizio quindi lo svezzamento. In questa nuova fase, il cibo deve porsi in soluzione di continuità con il latte materno e possedere, in quantità e qualità, un apporto di nutrienti molto intenso ma al tempo stesso facilmente digeribile.

A fronte di un fabbisogno energetico e nutrizionale molto consistente, infatti, il cucciolo possiede un sistema digestivo ancora in via di formazione e quindi molto sensibile. Essendo un carnivoro stretto, il gattino richiede innanzitutto un massiccio apporto di proteine animali, indispensabili alla formazione del tessuto muscolare.

Per unire il miglior beneficio nutritivo alla massima digeribilità, la carne andrà scelta fra le più proteiche, leggere e assimilabili (come, ad esempio, il pollo e il pesce). Queste carni forniscono anche la quota più adeguata di sali minerali (ferro, potassio, fosforo, calcio) e di vitamine (A, C, D, gruppo B) necessaria allo sviluppo delle ossa, della cute, dei denti, della funzione cardiocircolatoria, dell'apparato respiratorio, del sistema nervoso, delle funzioni cognitive e delle difese immunitarie.

Alle carni è importante associare il contributo vitaminico di ingredienti vegetali altamente tollerati (frutta, ortaggi, legumi, erbe officinali) per il supporto del sistema immunitario, della vista e del sangue; questi alimenti, ricchi di fibre, sostengono anche il buon funzionamento del transito intestinale. Il riso e le patate, fonti di carboidrati altamente digeribili, forniscono al gattino la giusta quota di energia per tutte le sue attività quotidiane.

Dopo i 12 mesi, l'alimentazione del gatto necessita di apporti più bilanciati: il suo corpo, ormai adulto, entra nella fase del mantenimento, che richiede sostanzialmente la stessa tipologia di nutrienti (proteine, aminoacidi, vitamine, minerali) ma in quantità più moderate. Maggiore deve essere il tenore di antiossidanti (tocoferoli, vitamina E), così da contrastare l'invecchiamento cellulare che predispone il gatto all'insorgere di disfunzioni e cronicità. Molto utili saranno gli acidi grassi essenziali Omega 3 e 6 ad azione anti-infiammatoria, cardioprotettiva, metabolica e anti-colesterolo; questi nutrienti sono anche un valido ausilio per mantenere cute e pelo in ottima forma.

A ciò si aggiungono i fermenti prebiotici per la protezione del colon e le vitamine (A, C, gruppo B) benefiche per la vista e per il sistema immunitario. Non dovranno mancare i giusti valori di calcio, vitamina D e condroprotettori (glucosamina e solfato di condroitina) per il rinforzo delle ossa e delle articolazioni, parti del corpo che diventano sempre più vulnerabili con l'avanzare dell'età.

Una piccola quantità di carboidrati da riso o patate sosterrà il fabbisogno energetico evitando il rischio di intolleranze e disturbi digestivi. Il tutto con particolare attenzione ai dosaggi, alla digeribilità e al carico glicemico degli alimenti, così da fornire al micio un supporto nutrizionale completo senza causare sovrappeso e senza gravare sui reni, sul fegato e sulle vie urinarie.

allevamento Ragdoll

La terza età è un momento molto delicato: è possibile sentirsi vulnerabili, specialmente dal punto di vista affettivo. La solitudine e il senso di inutilità sono i due aspetti che più affliggono le persone anziane: i figli sono ormai cresciuti e hanno seguito la propria strada, e non c'è più il lavoro ad assorbire la maggior parte della giornata; ma, soprattutto, spesso manca qualcuno di cui prendersi cura e che sappia riempire ogni istante con la sua compagnia, il suo amore incondizionato e la sua gioiosa tenerezza.

Il gatto Ragdoll rappresenta la risposta giusta a tutti questi bisogni. Questo dolcissimo "gigante" del mondo felino possiede infatti, oltre ad una spettacolare bellezza, un’indole tenera e sensibile che lo rende il compagno ideale di tutte le persone sole, emotivamente fragili e bisognose di attenzioni. Lo dice il suo stesso nome: "Ragdoll", ovvero bambola di pezza, termine che esprime le sue eccezionali doti di bontà, docilità e amorevolezza.

Assolutamente unica nel suo genere, questa razza è la risultante di una serie di incroci volta ad eliminare ogni traccia di aggressività tipicamente felina e ad esaltare le caratteristiche di socievolezza, affettuosità e pazienza che, da secoli, fanno del gatto il compagno ideale di grandi e piccini. Giocherellone ma mai scatenato, il Ragdoll brilla per il suo temperamento equilibrato e discreto: nonostante sia sempre disponibile al gioco, non lo vedrete mai danneggiare la casa o combinare guai. Costantemente presente, sa però eclissarsi al momento giusto dando prova di sorprendente discrezione. E' un gatto mite e amante del silenzio: refrattario alla confusione, mostra una spiccata propensione per gli ambienti tranquilli, con ritmi di vita molto rilassati. Tale prerogativa lo conferma quale compagno ideale della persona anziana che, a causa della maggiore tendenza a stancarsi o perché affetta da vari disturbi, non di rado è costretta a rinunciare ad un amico peloso nel timore di non riuscire a "stargli dietro". Ma è soprattutto la straordinaria affettuosità a rendere il Ragdoll la "dolce metà" perfetta per la persona della terza età. Con il suo umano, il Ragdoll instaura immediatamente un rapporto strettissimo fatto di amore senza riserve, di complice intesa e di continuo contatto fisico.

La giornata ideale del Ragdoll? Quella trascorsa in braccio, tra coccole e parole affettuose. Con questo splendido micio è impossibile sentirsi soli! Lui stesso odia la solitudine, tanto da essere vivamente sconsigliato a chi passa molto tempo fuori casa. Esattamente come il cane, il Ragdoll accoglie il suo umano con grandi feste e lo segue di stanza in stanza senza separarsene mai; fra le sue braccia, si abbandona completamente e con totale fiducia. Accanto a questo meraviglioso e devoto compagno, qualsiasi anziano può ritrovare la gioia di vivere, di amare e di essere amato.

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A Marzo del 2020, in pieno lock down a causa della pandemia mondiale da coronavirus, nel nostro allevamento sono nati diversi cuccioli, come sempre capita in quel periodo dell’anno.

Quest’anno è stato speciale logicamente. Di solito infatti, mi occupo solo io dei nuovi nati e dei gatti in generale. Quest’anno a Marzo, sia mio marito che mia figlia erano a casa, in smart working lui e in Dad la ragazza. Cosi anche loro si sono potuti godere appieno la compagnia dei cuccioli e seguirli attivamente nella crescita. Soprattutto la ragazza che mi ha aiutato tantissimo con i piccoli e le mamme.

Tra questi cuccioli speciali e super coccolati, ne è nata una, una figlia unica dalla nostra vecchia gatta Fluffy. Una figlia unica, enorme, con un appetito formidabile che l’ha portata ad assumere la taglia di un gattino di un mese già a due settimane! Proprio in quel frangente, ho esclamato una mattina mentre le pulivo la cuccia: “Mamma mia! Che Panzotta che hai!” Dunque…il suo nome è rimasto tale: Panzotta. Abbreviato in Pan!

Tale nome è assolutamente ben meritato. Pan mangia a quattro ganasce. Le è rimasto un appetito pazzesco ed è diventata una gatta enorme! Tonda e bellissima! Marking perfetto, pelo lunghissimo, naso all’insù. Ha persino la fiamma bianca sul naso come suo padre Nathan. Una meraviglia di gatta! Se la portassimo in expo, vincerebbe di sicuro facendo un Campionato strepitoso! Proprio come i suoi avi a cui somiglia: Feanor in primisi! 

Ma non facciamo expo da anni e nemmeno Pan ne farà. Ma ovviamente è rimasta con noi. Un universo di fusa e di coccole! Meravigliosa e dolcissima! Adora masticare i cavi delle cuffiette del telefono! Attendiamo i suoi cuccioli per l’anno 2021!

Quando la gente mi chiede perchè si chiami Pan il riferimento che viene subito alla mente è alla Pan-Demia di coronavirus. Invece no…è Pan come Panzotta!!

allevamento Ragdoll

La vaccinazione è una procedura veterinaria fondamentale alla quale devono essere sottoposti tutti i gatti: il vaccino, infatti, rappresenta l'unica difesa da malattie infettive gravi e contagiose nei confronti delle quali non esiste cura. Queste patologie provocano al gatto sofferenze atroci, portandolo rapidamente alla morte: ciò accade più frequentemente ai cuccioli, il cui sistema immunitario è particolarmente fragile e indifeso. Per questo, vaccinare il tuo gatto non significa solo adempiere ad un obbligo di legge, ma è soprattutto un importante atto d'amore che gli assicura una vita lunga e sana.

Per garantire ad ogni profilassi piena efficacia, però, è necessario vaccinare il micio già al compimento del due mesi di età e rispettare le scadenze dei richiami annuali. A partire dalle 8-10 settimane di vita, infatti, il gatto inizia la fase dello svezzamento: gli vengono a mancare, quindi, gli anticorpi che ha assunto fino a quel momento attraverso l’allattamento. Il vaccino si pone in soluzione di continuità con il latte materno, fornendo all'organismo del piccolo tutta la protezione di cui ha bisogno.

Il primo vaccino viene diviso in due somministrazioni, eseguite a 15-20 giorni l'una dall'altra. Questa vaccinazione ha un'efficienza limitata nel tempo (12 mesi): una volta all’anno, quindi, è indispensabile eseguire il relativo richiamo, rispettando scrupolosamente la scadenza.

Ma quali sono, esattamente, i vaccini del gatto? A tal proposito occorre distinguere fra profilassi obbligatorie e non obbligatorie.

- Vaccini obbligatori. A questa categoria appartiene la cosiddetta "vaccinazione trivalente", ovvero il gruppo di vaccini a cui devono essere sottoposti obbligatoriamente tutti i gatti, indipendentemente dalla razza, dallo stile di vita e dall'ambiente in cui vivono. Questa profilassi di base, infatti, protegge dalle malattie infettive con il più alto livello di contagiosità, ovvero la rinotracheite (herpes virus), la calicivirosi (calici virus) e la gastroenterite virale (panleucopenia).

- Vaccini facoltativi. Fanno parte di questo gruppo le vaccinazioni contro la FeLV (leucemia felina), contro la peritonite infettiva felina (FIP) e contro la clamidiosi. Queste infezioni sono diffuse soprattutto nei gattili, nelle colonie feline e in tutti gli altri contesti molto promiscui: per questo, le vaccinazioni facoltative vengono generalmente effettuate solo sui gatti che vivono in questi ambienti. Per i gatti da appartamento, invece, basta di solito la vaccinazione trivalente alla quale, qualora ne esista la concreta necessità, il veterinario può suggerire di aggiungere il vaccino contro la FeLV. Altra vaccinazione che interessa il gatto è l'antirabbica: la sua applicazione, generalmente facoltativa, diventa obbligatoria in alcune zone d'Italia, in caso di viaggi all'estero e nelle esposizioni feline.

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Il gatto è noto per la sua proverbiale salute di ferro: la sua anatomia, infatti, è strutturata in modo da adattarsi a qualsiasi situazione ambientale, anche la più ostile. Tuttavia, il suo organismo non è affatto immune dagli attacchi di virus e batteri; in più, a causa di alcune particolari condizioni legate all'alimentazione o al corredo genetico, può essere colpito, specie in età avanzata, da vari tipi di neoplasie, come anche da patologie croniche che interessano il metabolismo, il sistema osteoarticolare, la funzionalità cardiovascolare e l'apparato digerente.

Nonostante gli indubbi progressi della medicina veterinaria, per alcune particolari malattie infettive del gatto, ancora oggi, non esiste cura: l'unica difesa è rappresentata dal vaccino. Si tratta, nello specifico, della rinotracheite, della gastroenterite virale e della calicivirosi, tre infezioni estremamente contagiose e talmente violente da portare rapidamente al decesso: contro queste tre patologie è obbligatorio vaccinare il gatto già a partire dai due mesi di età.
Altre malattie per cui il vaccino rappresenta l'unica cura sono la rabbia, la peritonite infettiva felina (FIP) e la leucemia felina (FeLV).

Per le malattie che è possibile curare, invece, l'efficacia delle terapie dipende soprattutto dalla tempestività con cui si effettua la diagnosi: cosa spesso non facile, perché il gatto, nella maggior parte dei casi, manifesta i sintomi molto tardivamente a motivo della sua elevata soglia del dolore. In questo caso, quindi, osservare costantemente il proprio gatto rappresenta il sistema più valido: alcuni segnali fisici e, soprattutto, le anomalie comportamentali sono infatti, il più delle volte, un campanello d'allarme. Prurito, scolo nasale e oculare, zoppia, sete eccessiva, minzione frequente (o, al contrario, difficoltosa), diarrea e vomito, perdita di pelo, dimagrimento, sovrappeso, inappetenza, stanchezza e prostrazione non devono mai passare inosservati, così come alcune alterazioni del normale comportamento (da molto vivace ad apatico, da socievole ad aggressivo, ecc.).

Tra le patologie più comuni che questi sintomi possono segnalare ci sono le problematiche cardiache, le infestazioni da pulci e parassiti (acari dell'orecchio, vermi intestinali), le infezioni del colon, il raffreddore, la toxoplasmosi, i disturbi dell'apparato urinario (cistiti, struviti, calcolosi), la coriza, la clamidiosi, le dermatiti, la congiuntivite, il diabete, l'insufficienza renale o epatica, i tumori e la FIV (una sindrome da immunodeficienza simile all'HIV umana).

Per combattere efficacemente queste patologie è fondamentale sottoporre il proprio micio a regolari visite di controllo, effettuare i richiami dei vaccini alla scadenza e rivolgersi al veterinario al primo sintomo sospetto. Assolutamente no al fai da te che, oltre a risultare inefficace, potrebbe aggravare ulteriormente lo stato della malattia e produrre complicanze di difficile gestione.

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Quando si sceglie un gatto Ragdoll è importante rivolgersi ad un allevamento che offra rigorose garanzie di qualità, serietà e tanto, tantissimo amore. Il Ragdoll, infatti, è un felino domestico molto particolare: vero tesoro di dolcezza e socievolezza, ha un'indole sensibile che va trattata con estrema delicatezza. In tal senso non è esagerato affermare che allevare un Ragdoll è molto diverso dal gestire un allevamento di gatti di razza.

Buono, mansueto e docile, questo splendido micio dagli occhi blu intenso richiede una dedizione assoluta, tanta è l'amorevolezza che contraddistingue il suo carattere. Lo sa bene Maria Federica Guagnano, fondatrice dell'allevamento Silmarilions – Silmarags, punto di riferimento d'eccellenza in Italia per tutti gli amanti del gatto Ragdoll. A lei va il merito di aver contribuito in modo significativo alla diffusione di questa meravigliosa razza nel nostro Paese. Circa vent'anni fa, conquistata dal suo temperamento incantevole e assolutamente fuori dal comune, Maria Federica ha deciso di dedicare tutta la sua vita e la sua attività a questo gatto così speciale: ha quindi creato un allevamento dedicato esclusivamente ai Ragdoll. Più che un'allevatrice, lei è una vera e propria "mamma" per i suoi protetti: il suo, infatti, non è un allevamento nel senso tradizionale del termine. Il luogo dove nascono e vengono cresciuti questi piccoli tesori è uno spazio di 60 mq con tre stanze ampie e luminose riservate unicamente a loro e arredate con tutti i comfort. Questa struttura consente ai mici di sentirsi a casa e di ricevere tutte le attenzioni di cui hanno bisogno. Curati, coccolati, sottoposti a regolari e scrupolosi controlli veterinari, i Ragdoll Silmarilions – Silmarags crescono in un ambiente ottimale per la loro sicurezza e per la loro salute, sia fisica che psicologica; la razza viene costantemente selezionata secondo gli standard più severi. Non a caso, da questo allevamento sono usciti campioni mondiali per le linee di sangue tradizionali e miste nei colori Seal, Blue Point, Lynx, Chocolate e Lilac.

L'allevamento si trova a Rocca Priora, in provincia di Roma: è quindi facilmente raggiungibile da tutta Italia. Il micio può essere prenotato già dalle 3-5 settimane di vita, previo deposito (non rimborsabile). Verso le 12-14 settimane i piccoli possono lasciare la madre: adeguatamente vaccinati e sverminati, vengono consegnati al nuovo proprietario insieme alla necessaria documentazione (libretto sanitario, certificati, pedigree, contratto di vendita, ecc.) e alle indicazioni sulla nutrizione e sulle altre cure. A seconda delle esigenze è possibile ritirare il peloso in sede oppure, per chi viene da fuori Roma, presso la Stazione Termini: quest'ultima soluzione è la scelta migliore per evitare al cucciolo lo stress della spedizione aerea.

Per contattare l'allevamento, trovate tutti i recapiti alla pagina del sito ufficiale https://www.ragdolls.it/it/contatti.html

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Il gatto Ragdoll, l'amico del cuore di ogni giorno, è anche il compagno di viaggio ideale. Dolce, paziente, amorevole, si adatta a qualsiasi situazione pur di seguire il suo amato umano. Attenzione, però: in vacanza come a casa vigono le stesse regole. Mai lasciarlo solo o farlo sentire trascurato; ogni ambiente in cui si trova deve essere assolutamente sicuro, dato che questa razza non ha un senso del pericolo particolarmente spiccato. Prima di partire preparagli un piccolo bagaglio con tutto il necessario: scorte di cibo, giochini, cuscino, copertina, antiparassitario, prodotti detergenti (shampoo secco, salviettine, ecc.), spazzola, ciotole, cassettina igienica, lettiera e quant'altro possa servire alla sua comodità. E, cosa più importante, non dimenticare i documenti: il libretto delle vaccinazioni aggiornato con i richiami annuali dei vaccini di base e, nel caso vi rechiate all'estero, anche il Passaporto Europeo per animali domestici. Qualche giorno prima della partenza, porta il tuo tesoro dal veterinario per una visita di controllo e per verificare che sia in regola con vaccini e richiami. Se la vostra meta è all'interno del territorio italiano può bastare la vaccinazione obbligatoria (la cosiddetta trivalente: rinotracheite, calicivirosi, panleucopenia); in alcune zone d'Italia e all'estero sono richieste anche altre procedure, come l'antirabbica. Il veterinario ti consiglierà in tal senso e provvederà alle eventuali profilassi mancanti. Il Passaporto Europeo, della validità di un anno, viene rilasciato dalla ASL di residenza: i tempi di consegna non sono immediati, quindi è sempre consigliabile farne richiesta con sufficiente anticipo.

Per poterlo ottenere dovrai presentare:

- Documento di identità e codice fiscale del proprietario;

- Certificato di vaccinazione antirabbica (il vaccino deve essere eseguito almeno 21 giorni prima);

- Certificato di applicazione del microchip;

- La ricevuta di un versamento (l'importo verrà indicato dalla stessa ASL) da effettuare con bollettino postale;

- Un apposito modulo debitamente compilato e firmato (che verrà fornito dalla stessa ASL).

Prima di richiedere il Passaporto Europeo per animali domestici, quindi, dovrai "microchippare" il tuo micio recandoti presso uno dei veterinari associati all'A.N.M.V.I. ("Associazione Nazionale Medici Veterinari Italiani"). Per trovare quello più vicino a te consulta la lista sul sito ufficiale http://www.anagrafenazionalefelina.it.

In Italia, il microchip non è obbligatorio per il gatto: quindi, se non hai in programma di recarti all'estero, puoi anche decidere di non sottoporre il tuo Ragdoll a tale procedura. Tieni presente comunque che, qualsiasi sia il vostro stile di vita, questa razza è sempre ad alto rischio di furto: nel caso del Ragdoll, quindi, l'impianto del microchip è consigliato per motivi di sicurezza. Attenzione anche alla fase della trasferta: se vi spostate in nave, treno o aereo, informati bene sulle regole della compagnia di riferimento in merito al trasporto di cani e gatti. Parimenti, quando prenoti il soggiorno ricorda sempre di scegliere una struttura che accetti gli animali domestici.

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Estate, tempo di relax e di viaggi: e quindi, tu e il tuo Ragdoll finalmente in vacanza insieme! Per le sue eccezionali doti di pazienza e mansuetudine, il gatto Ragdoll è un ottimo compagno di avventure: ovunque andrete, ti seguirà con gioia adattandosi splendidamente ad ogni situazione. Non ti resta che provvedere alla sua sicurezza e alla sua protezione con una delle misure in tal senso più efficaci: il microchip.

L'impianto di questo piccolo dispositivo viene accompagnato dall'iscrizione all'Anagrafe Nazionale Felina, in modo da agevolare il ritrovamento del tuo micio in caso di furto o smarrimento. Si tratta di una procedura non obbligatoria, ma altamente raccomandata in caso di gatti che viaggiano o che hanno la possibilità di allontanarsi da casa, anche solo saltuariamente; è inoltre indispensabile per ottenere il Passaporto Europeo per animali da compagnia.

L'Anagrafe Nazionale Felina è la banca dati informatizzata (non pubblica ma privata) creata dall' "Associazione Nazionale Medici Veterinari Italiani" (A.N.M.V.I.), nella quale vengono registrati tutti i gatti con microchip. Una volta sottoposto all'impianto del dispositivo, il gatto viene inserito in banca dati con una scheda identificativa personale. Così, in caso di ritrovamento di un gatto smarrito, basta la semplice lettura del microchip per risalire al suo proprietario. Per impiantare il microchip, effettuare l'iscrizione ai registri dell'Anagrafe e segnalare lo smarrimento o il ritrovamento di un gatto è necessario rivolgersi ad uno dei veterinari che aderiscono all'A.N.M.V.I. (l'elenco è disponibile sul sito ufficiale dell'associazione: http://www.anagrafenazionalefelina.it/).

L'impianto del microchip non è doloroso per l'animale, tanto che nei gatti più tranquilli (è il caso del Ragdoll) non richiede alcuna sedazione. Il microchip è una minuscola capsula in vetro biocompatibile che viene inoculata sottocute, solitamente nel collo o tra le scapole; il micio non sente alcun fastidio e può conviverci tranquillamente senza mai avvertirne la presenza. In condizioni normali, questo dispositivo resta del tutto inerte: solo quando viene attivato dall'apposito lettore rende il codice cifrato che serve a identificare l'animale. Dopo aver impiantato il microchip, il veterinario crea la scheda con tutti i riferimenti del gatto e del suo proprietario, riportandovi anche il codice. La procedura è a pagamento, con un costo variabile da veterinario a veterinario. E' molto importante fornire al veterinario i dati esatti (nome e cognome del proprietario, indirizzo, numero telefonico) e comunicare tempestivamente qualsiasi successiva variazione degli stessi. Quando il gatto viene smarrito, il proprietario deve rivolgersi ad un veterinario A.N.M.V.I., che provvederà ad effettuare la segnalazione in banca dati; chi ritrova, invece, deve recarsi alla ASL più vicina o da un qualsiasi veterinario per verificare se l'animale è microchippato. In caso affermativo, gli basta portare il gatto da un veterinario A.N.M.V.I., che provvederà a leggere il codice e a contattare il proprietario.

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Per il momento non c'è obbligo di iscrizione alla ASL per i gatti, cosa che invece sussiste per i cani. A meno che i gatti non debbano espatriare.

In quel caso, dovrete iniziare la procedura per ottenere il rilascio del passaporto europeo che consentirà al gatto di espatriare con o senza di voi.

Se dovete partire e portare il gatto fuori dall'Italia dovrete mettere il microchip, fare il vaccino antirabbico ed espletare le pratiche per il rilascio del passaporto europeo alla vostra ASL veterinaria di residenza. Fortunatamente la rabbia non è quasi più diffusa nel nostro paese. Però il vaccino antirabbico è indispensabile proprio se il nostro gatto deve andare all'estero. Dovrete dunque far mettere il chip dal veterinario il quale dichiara il gatto alla ASL e poi fa l’antirabbica. Dopodiché dovrete fare voi tutta la trafila dei documenti per il rilascio del passaporto. Ossia pagare l’importo relativo tramite bonifico bancario o bollettino postale, prendere appuntamento con la Asl e presentarsi con la copia del pagamento e i seguenti certificati: dichiarazione di impianto di microchip, certificato antirabbico, certificato della Asl con la destinazione e data di espatrio. Molte Asl non rilasciano subito il passaporto ma ricevono solo i documenti e poi vi daranno appuntamento per il ritiro un altro giorno. Considerate che gli uffici della Asl veterinarie sono aperti al pubblico due o tre giorni a settimana, dipende dalla Asl. Se il gatto parte con voi, basterà il passaporto europeo. Se il gatto parte da solo allora dipende dalla destinazione dove deve andare. Per alcuni paesi fuori Europa occorre anche il certificato di espatrio. Si ottiene sempre alla Asl ma in un altro ufficio di solito e bisogna pagare un'altra tassa.

Considerate che tutta questa operazione richiede circa 2 mesi poiché ci sono i tempi tecnici relativi all'antirabbica, ossia almeno un mese da quando viene fatto il vaccino a quando si puo’ andare alla Asl.  Dunque se dovete partire con il gatto preparatevi per tempo.

In alcuni paesi poi ci sta una quarantena in entrata e dunque non potrete portare il vostro gatto se non facendogli fare una quarantena alla frontiera e farla qui in Italia prima di partire tramite L’Istituto Zooproflilattico. 

Sono 6 mesi per la Gran Bretagna, 50 giorni per alcuni paesi Scandinavi. Insomma informatevi bene altrimenti rischiate che non vi imbarchino il gatto al momento della partenza e che ve lo sequestrino all’arrivo.

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Finalmente è arrivata l'estate! Per te e per il tuo Ragdoll è il momento di progettare le prossime vacanze che, indipendentemente dalla meta, saranno meravigliose perché vissute insieme. Come tutti i gatti, il Ragdoll possiede una spiccata capacità di adattamento, alla quale si unisce il vivo desiderio (tipico di questa dolcissima razza) di non separarsi mai dal proprio compagno umano. Paziente e amorevole, il Ragdoll è disposto a seguire ovunque il suo amico del cuore; tuttavia, proprio perché si tratta di un gatto dall'indole delicata e sensibile, è importante non lasciare assolutamente nulla al caso.
Ecco tutti gli accorgimenti per una perfetta vacanza "a misura di Ragdoll".

- Prima della partenza. Scegli una struttura ricettiva che accetti cani e gatti e, se viaggiate in nave, aereo o treno, informati bene in fase di prenotazione sulle modalità di trasporto degli animali domestici. Porta il tuo piccolo tesoro dal veterinario per una visita di controllo e per verificare che tutti i vaccini siano in regola. Qualsiasi sia la destinazione scelta, il tuo micio dovrà essere sempre accompagnato dal suo libretto delle vaccinazioni aggiornato. Entro i confini del territorio italiano bastano i normali vaccini di base, ma in alcune regioni d'Italia e all'estero possono rendersi necessarie alcune profilassi aggiuntive (l'antirabbica, ad esempio). Chiedi al tuo veterinario.

- Precauzioni speciali. Durante la trasferta, il micio potrebbe accusare i tipici malesseri da viaggio; chiedi al veterinario di prescriverti un farmaco specifico contro il mal d'auto, d'aria, di mare o di treno. Non dimenticare i prodotti antiparassitari: l'estate, soprattutto nelle località calde e umide (vicino al mare, in prossimità dei laghi, ecc.), favorisce la proliferazione dei flebotomi e di altri parassiti. Attenzione ai colpi di calore e agli sbalzi di temperatura: il gatto dovrà viaggiare sempre chiuso nel suo trasportino al riparo dal sole e dalle correnti d'aria. Inumidiscigli spesso il manto e assicurati che beva per evitare la disidratazione. Rivesti il fondo del trasportino con una o più traversine igieniche, sarà opportuno soprattutto se il viaggio è lungo e rende poco agevole l'uso della lettiera. Parla spesso al tuo micio durante il percorso, così da rassicurarlo e fargli sentire la tua vicinanza. Non dargli mai da mangiare nelle ore che precedono la partenza, così da scongiurare il rischio di vomito o diarrea.

- Il bagaglio. Anche il tuo Ragdoll viaggia con un piccolo ma indispensabile corredo: spazzola, ciotole, copertina, cuscino, giochini, salviettine e altri prodotti detergenti, cassettina igienica e lettiera. Fai scorta delle sue solite crocchette e del cibo umido: potresti non reperirli nella zona di destinazione.

Una volta arrivati, ricorda sempre la regola principale: mai far sentire trascurato il tuo Ragdoll. Dedicagli la maggior parte della giornata e, se devi allontanarti da lui, non lasciarlo mai solo per troppo tempo. Assicurati che l'ambiente sia sicuro, confortevole e con un clima ottimale. Buon viaggio!

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Il Ragdoll e’ una razza da pet teraphy a tutto tondo. Va bene per i bimbi, i disabili, le persone fragili e va benissimo anche per le persone anziane.  E’ un gatto affettuoso e socievole e che richiede attenzioni e presenza. Non necessita di grandi spazi e puo’ esser tenuto anche in un piccolo appartamento. Di solito infatti sta dove sta il suo padrone e lo segue per casa. Dunque un vero toccasana per l’esigenza di compagnia ed affetto che spesso hanno persone anziane o sole.

La fase dell’infanzia del cucciolo pero’ puo’ essere piu’ pesante per chi non e’ piu’ giovane specie se ha una mobilita’ ridotta. Il cucciolo tende a mettersi tra le gambe o comunque, va seguito di piu’ per impostare una educazione di base, proprio come i bambini. Puo’ essere troppo giocherellone e vivace e dunque risultare impegnativo per un anziano che non deambuli. Deve essere istruito per bene all’uso del tronco tiragraffi se non si vuole che rovini qualche sedia di casa, e questo richiede energie fisiche e impegno mentale Se questa fosse la situazione, e si desiderasse lo stesso dare a un proprio parente anziano la compagnia di un Ragdoll, si puo’ scegliere un gatto adulto invece che un cucciolo. Un Ragdoll adulto si adatta subito bene alla nuova casa, essendo un gatto non territoriale che ha bisogno della presenza umana innanzi tutto. I Ragdoll anche a 6, 7 anni cambiano casa senza batter ciglio a patto che vengano accuditi e coccolati. Al contrario, se l’anziano e’ in buona salute, occuparsi del cucciolo puo’ comportare benefici psicologici, emotivi e fisici. Sempre considerando che i Ragdoll stanno sempre appiccicati ai padroni e dunque e’ facile trovarseli fra i piedi…! 

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Bisogno d'affetto, senso di solitudine, ricerca continua di compagnia e di ascolto: gli anziani si sentono spesso vulnerabili. Per questo, la terza età è il momento della vita in cui si avverte più forte la necessità di una presenza che faccia sentire amati, rassicurati e confortati.

La pet-therapy rappresenta sicuramente una delle risposte più valide a questa esigenza: e il gatto Ragdoll, in particolare, è in grado di offrire in tal senso un supporto straordinario. La sua indole risulta estremamente compatibile con la condizione di chi, come tanti anziani, soffre di fragilità emotiva o vuoti affettivi: il gatto Ragdoll, infatti, si distingue per un carattere eccezionalmente buono, mansueto e affettuoso.

Nata negli anni Sessanta del secolo scorso negli Stati Uniti, questa razza è la risultante di incroci accurati volti ad eliminare totalmente le prerogative di aggressività e indipendenza proprie del felino domestico, così da sviluppare capacità di dedizione e affetto del tutto simili a quelle del cane. In realtà, il risultato è andato ben oltre le aspettative: non è esagerato dire che il Ragdoll si lega al suo proprietario più strettamente ed incondizionatamente di quanto molti cani siano capaci di fare. A questa rara amorevolezza, il gatto Ragdoll associa la consueta autosufficienza del felino e un atteggiamento silenzioso, pacato e docile: questi aspetti si rivelano estremamente importanti nella convivenza con le persone anziane, non di rado impossibilitate a seguire un animale molto vivace, rumoroso o imprevedibile.

Letteralmente "invaghito" del suo compagno umano, il Ragdoll ne diventa all'istante la "dolce metà", seguendolo ovunque e trascorrendo le giornate fra le sue braccia. Con un Ragdoll in casa è davvero impossibile sentirsi soli o soffrire di carenze affettive: più che affezionarsi, sarebbe più esatto dire che questo dolcissimo micio si innamora del suo compagno umano. Per questo bisogna sempre stare molto attenti a non urtare la sua delicata sensibilità. Se rimproverato, trascurato o lasciato solo, infatti, il Ragdoll si intristisce e si chiude in sé stesso.

Dotato di una spiccata intelligenza, comprende al volo le situazioni e impara il nostro linguaggio con grande facilità. Nonostante sia sempre accanto al suo umano, del quale desidera condividere ogni momento, il Ragdoll non è mai invadente; discreto e tranquillo, stupisce per la prontezza con la quale ubbidisce. Se quindi sei entrato nella terza età o hai una persona cara che sta attraversando questa delicata fase, scegli un gatto Ragdoll: sarà un meraviglioso atto d'amore che cambierà in meglio la vita di chi lo riceve.

 

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Biscotto e’ il gatto che da anni fa da mascotte al nostro allevamento. E’ il piu’ tipico Ragdoll che abbiamo al momento, quello che piu’ somiglia ai Ragdoll originali che importammo dagli Usa nel 1993. Enorme, assolutamente fiducioso e disarmante nella sua incredibile capacita’ di “afflosciarsi” in tutte le situazioni.

Con Biscotto si capisce perche’ Ann Baker decise di chiamare la razza “Ragdoll”, Bambola di pezza, tanti anni fa. Quanto tenti di prenderlo in braccio, non solo si rilassa ma sembra letteralmente “sciogliersi” in mano. Se volessi prenderlo senza impelarmi per esempio sarebbe impossibile. Servono entrambe le braccia e bisogna sostenerlo in tutte le direzioni: sotto il sedere, sotto le ascelle, sul dormo, sotto la testa. Insomma…servirebbero anche tre braccia ad avercele! Dunque te lo devi incollare su tutto il corpo come il gatto senza spina dorsale  dei Peanuts  Ve lo ricordate?

Se invece Biscotto e’ per terra e si tenta di spostarlo con un piede per esempio o una gamba, perche’ si vorrebbe passare, allora lui si sdraia all’indietro buttandosi come uno straccio e poi si rotola sulla schiena allargandosi come una coperta. Dunque bisogna chinarsi e spostarlo trascinandolo sul pavimento e, incredibilmente, diventa ancora piu’ lungo e largo! Se entra in una cuccia o in un recipiente qualunque, prende assolutamente la forma del recipiente, non sto scherzando! Non ha paura di niente, e’ completamente imperturbabile qualunque cosa si faccia a un centimetro da lui, il che comprende: aspirapolvere, risse di altri gatti che si scannano, bambini che strillano, lavatrice, cane che abbaia dalla finestra. Niente lo scuote. Tranne il rumore di una scatolette di tonno che si apre….in quel caso, agile e velocissimo, nonostante la sua mole, e’ capace non solo di mettersi in piedi ma addirittura di correre come un missile e sbaragliare la concorrenza! Un fenomeno di Ragdoll!

 

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Questi giorni che trascorriamo in casa sono un'occasione preziosa per dedicare più tempo a chi amiamo. Gatto compreso! Quindi via libera alla fantasia per inventare tanti giochi divertenti con cui condividere insieme le giornate. Intrattenere un micio non è sempre facile, soprattutto se il piccolo peloso è abituato ad entrare e uscire a suo piacimento. Di colpo, infatti, la necessità di restare in casa potrebbe risultargli poco gradita, causandogli noia e malinconia. Il rimedio? Coccole, pazienza e tanti giochini da fare tra le mura domestiche.

I giochi per gatti si dividono essenzialmente in due categorie: gli oggetti con cui può intrattenersi da solo e i cosiddetti "giochi di interazione" con il proprio umano. Nell'uno e nell'altro caso non occorre armarsi di un'arsenale di giocattoli sofisticati, magari costosi: diversi oggetti e materiali di uso comune, facilmente reperibili in ogni casa, possono essere utilizzati per realizzare in un attimo giochini stimolanti e molto apprezzati. Il segreto per capire le preferenze ludiche del proprio gatto è osservarne il comportamento. Il tuo amico peloso ama alla follia gli inseguimenti? Proponigli una piccola preda da rincorrere legando un pezzo di carta o di stoffa ad una cordicella e trascinandolo ovunque. In alternativa, prova col metro da sartoria: molti gatti adorano inseguirlo e morderlo.

Tutti i mici adorano stanare la preda dal loro nascondiglio: altro gioco di interazione di sicuro successo, quindi, consiste nel creare una situazione in cui una preda nascosta deve essere scovata e catturata. Prendi un bastoncino dalla punta arrotondata (basta anche un vecchio cucchiaio di legno) e nascondine una parte sotto un cuscino, facendo in modo che l'estremità faccia capolino e si muova leggermente. Puoi usare allo scopo anche una di quelle asticelle con le piumette colorate in cima: le piume che sporgeranno da sotto il tessuto simuleranno la coda di un uccellino, attirando immediatamente l'attenzione del piccolo cacciatore.

Le palline restano un grande classico: puoi acquistarle on line (quelle in gommapiuma sono particolarmente adatte in appartamento, perché non fanno rumore e non causano danni) ma anche confezionarle in vari materiali, come la carta e l'alluminio da cucina. Il micio può giocarci da solo, ma puoi usarle anche come gioco di interazione lanciandole o nascondendole (sotto una coperta, ad esempio). Alcuni gatti, come i cani, amano riportarle indietro: se noti nel tuo micio un comportamento di questo tipo, lodalo ogni volta, così da "addestrarlo" al riporto.

Il bastoncino con le piumette o la canna da pesca, che puoi costruire anche con materiali di recupero, simulano il volo degli uccelli, e sono perfetti per dar vita ad appassionanti cacce domestiche. Non dimenticare di lodare il tuo amico ogni volta che cattura la preda. A molti gatti piace giocare a nascondino con il proprio umano: prova a nasconderti e poi a chiamarlo sottovoce. E dopo la caccia e le corse, un gioco rilassante e "tecnologico" che potrete fare comodamente seduti sul divano: i pesciolini da "acchiappare" sul tablet o lo smartphone. Sul mercato esistono in proposito tante app da scaricare, anche gratuite. Buon divertimento!

 

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Da 10 anni ho la fortuna di vivere con i Ragdoll, la mia è diventata una vera e propria dipendenza… più passa il tempo, più mi accorgo di non poterne fare a meno e sfido chiunque abbia avuto uno di questi meravigliosi gatti a non pensarla come me!

Attualmente condivido la mia vita con Seshy, Cooper e Taro…tre bamboloni bellissimi e dolcissimi: senza dubbio colpiscono per la loro smisurata bellezza, per i loro occhioni azzurri, per il pelo fluente e setoso ma chi conosce i Ragdoll, sa che il loro vero comune denominatore è un altro, ovvero tenerezza, bontà, dolcezza, fiducia ed amore incondizionati. La cosa che più di tutte mi stupisce ogni volta che in casa arriva un nuovo cucciolo è continuare a rilevare queste meravigliose costanti nonostante l’evidente diversità dei caratteri di ognuno di loro.

Seshy ha 9 anni…è un gigante buono, senza tema di smentita credo sia non il gatto bensì l’ ”essere” più buono e dolce di tutta la terra… è più ubbidiente di un pastore tedesco… è enorme, simpaticissimo, pigro e quando russa, lo sentono anche i nostri vicini.

Cooper ha 4 anni… ha uno sguardo che disarma…languido e dolce…è un cacciatore provetto e giocherebbe sempre. E’ un gatto gentile, affettuoso, coccolone e con la sua smisurata tenerezza mi ha aiutato a sopportare la perdita del mio adorato, indimenticabile Cookie..il mio primo Ragdoll

Taro ha poco più di un anno…è un cucciolo meraviglioso e non fa altro che chiedere attenzioni…..è un vero e proprio Ragdoll “Retriever” : il suo gioco preferito è riportare palline e topolini posticci e se non ci si sbriga a lanciarli il più lontano possibile, provvede a sollecitarti accarezzandoti con la zampina…è a dir poco logorroico.. ti accoglie correndoti incontro, miagolando all’impazzata per mostrare la sua felicità nel rivederti anche se ti sei allontanato per soli 10 minuti….


Questi sono i miei Ragdoll: tre gatti con età e caratteri diversi ma tutti con la medesima innata, commovente bontà.
 

Ovunque io vada, loro sono con me.. non riescono a stare in una stanza diversa da quella in cui mi trovo io. Sono affettuosi con tutti, indistintamente…appena sentono suonare il citofono si precipitano davanti alla porta di casa in attesa di ricevere gli ospiti…. mai un graffio, un morso, o il minimo segno di aggressività; se si cambia anche solo il tono della voce, loro lo percepiscono guardandoti con sguardo interrogativo per capire cosa hanno fatto.

 

I gatti sono animali fantastici, affascinanti .. si creano con loro rapporti indescrivibili, magici ma  quello dei Ragdoll è un mondo a parte e poter condividere la propria vita con uno di questi gatti è un privilegio, un dono a cui nessuno dovrebbe rinunciare.

Caterina Taragna

 

allevamento Ragdoll

L'otoacariasi (o "acari delle orecchie"), rappresenta un problema molto diffuso tra i gatti randagi o che, comunque, frequentano abitualmente gli spazi esterni: questa patologia, infatti, è favorita dalla scarsa igiene e dalla promiscuità. Tuttavia, essendo estremamente contagiosa, l'otoacariasi può non di rado colpire anche il gatto domestico.

A causarla, infatti, è un parassita capace di infestare qualsiasi luogo o oggetto e di trasmettersi con un solo contatto, anche indiretto. Si tratta dell'"Otodectes Cynotis", un insetto microscopico dall'aspetto simile a quello di un ragno. Questo piccolo organismo trova nel condotto uditivo del gatto il calore e il nutrimento ideali: una volta stanziato, vi si nutre delle secrezioni e dei detriti organici e vi si riproduce a ritmo vertiginoso, formando numerose colonie. Le popolazioni di queste colonie si muovono da un canale uditivo all'altro per cui, di solito, l'infezione colpisce entrambe le orecchie. Dalle orecchie, talvolta, l'infezione può estendersi ad altre parti del corpo (come la cute intorno al padiglione e sul dorso) manifestandosi con gli stessi sintomi delle allergie e delle dermatiti: per questo, l'otoacariasi risulta difficile da diagnosticare senza appositi strumenti o esami mirati.

Dal gatto infetto, gli acari si trasferiscono con estrema rapidità all'ambiente circostante infestando cucce, coperte, tappeti, poltrone, giocattoli e altri oggetti: ecco perché l'otoacariasi è una condizione estremamente contagiosa, che può trasmettersi facilmente non solo ai gatti ma anche ad altri animali come il cane e il furetto. Oltre a propagarsi con facilità, l'otoacariasi può degenerare velocemente in forme acute e difficilmente trattabili, provocando al gatto molta sofferenza: per questo è molto importante che venga curata tempestivamente e nel modo più opportuno.

Il primo segnale riconoscibile è il prurito. L'infiammazione causata dai morsi degli acari suscita nel micio un disagio insopportabile, spingendolo a grattarsi insistentemente e a tenere una postura innaturale, con la testa piegata da un lato. Altra manifestazione tipica è un abbondante cerume scuro (simile ai fondi di caffè), dall'odore particolarmente sgradevole a causa della presenza di sangue e batteri. La cute all'interno del padiglione appare rossa e infiammata; all'esterno, il grattamento continuo può causare lesioni e croste. Se quindi noti nel tuo gatto questo tipo di sintomatologia, non esitare a contattare il veterinario. Gli acari, infatti, sono invisibili a occhio nudo, e possono essere rilevati sono con un'adeguata visita ambulatoriale.

No anche alle cure fai-da-te, che potrebbero peggiorare il problema o provocare effetti indesiderati; in presenza di una otoacariasi, solo il veterinario è in grado di prescrivere la terapia più efficace e risolutiva. In casa, sarà necessario mantenere un'igiene ottimale di tutti gli ambienti frequentati dagli animali domestici: gli acari, infatti, possono annidarsi non solo nel "corredo" del tuo micio (cuccia, cuscini, spazzole, ecc.) ma anche sui mobili e nei tessili d'arredamento.

allevamento RagdollSe il tuo gatto frequenta abitualmente gli spazi esterni, potrebbe rendersi necessario l'impianto del microchip. A differenza di quanto previsto per il cane, nel caso del gatto la procedura è facoltativa; viene richiesta obbligatoriamente solo ai fini del rilascio del Passaporto Europeo. Tuttavia, poiché rappresenta un sistema estremamente efficace per rintracciare l'animale, essa viene caldamente raccomandata quando esiste un elevato rischio di smarrimento o furto.

Ma cos'è esattamente il microchip, e come funziona? Il microchip è un dispositivo di minuscole dimensioni che viene inoculato al gatto per via sottocutanea, solitamente fra le scapole o ad un lato del collo. L'intervento deve essere necessariamente eseguito da un veterinario abilitato ed è totalmente sicuro per la salute del micio; si svolge in modo rapido e indolore e non richiede anestesia, tranne in caso di soggetto molto irrequieto. Il microchip si presenta come una capsula in vetro trasparente; al suo interno, un codice univoco di 15 cifre contiene i dati identificativi del gatto e del suo proprietario.

Il dispositivo funziona come un transponder: ciò significa che in condizioni normali è completamente inerte, e che non emette alcun tipo di vibrazione fino al momento in cui viene "interrogato" da uno specifico lettore. Contestuale all'inserimento del microchip è l'iscrizione all'Anagrafe Nazionale Felina, ovvero al registro informatizzato privato istituito dall' "Associazione Nazionale Medici Veterinari Italiani" (A.N.M.V.I.). Quando un gatto microchippato viene iscritto, l'Anagrafe crea una scheda contenente i suoi dati segnaletici (età, razza, ecc.), il numero del suo microchip e i riferimenti anagrafici del suo proprietario. Qualsiasi eventuale variazione successiva di questi dati (cambio di residenza o di recapito telefonico del proprietario, ad esempio) deve essere comunicata tempestivamente al veterinario aderente, che provvederà ad aggiornare o, in caso di decesso del gatto, a cancellare la scheda.

L'impianto del microchip e la registrazione alla banca dati sono prestazioni veterinarie e come tali hanno un costo, variabile da veterinario e veterinario. Non è possibile, però, effettuarle in qualsiasi ambulatorio, ma solo presso i veterinari che aderiscono all'iniziativa (l'elenco completo è sul sito ufficiale dell'Anagrafe). Quando un gatto microchippato viene smarrito o se ne sospetta il furto, il proprietario deve recarsi da un veterinario aderente per effettuare la segnalazione in banca dati. Chi ritrova il gatto, invece, deve portarlo subito all'ASL o da un veterinario iscritto all'Ordine per verificare che possieda il microchip; una volta accertata la presenza del dispositivo, dovrà rivolgersi ad un veterinario aderente per sottoporre l'animale alla lettura del microchip. Sarà così possibile accedere al codice identificativo e risalire al proprietario.

allevamento RagdollA differenza di quanto previsto per il cane, nel caso del gatto non sono obbligatori né il microchip, né l'iscrizione all'Anagrafe Nazionale Felina. Tuttavia, la microchippatura e la registrazione rappresentano un accorgimento molto efficace per la sicurezza del tuo gatto: si tratta infatti di procedure identificative che facilitano al massimo il ritrovamento e il riconoscimento. Sono quindi altamente consigliate in caso di gatti domestici che possono accedere agli spazi esterni e per i quali esiste un elevato rischio di furto o smarrimento.

Per iscrivere il tuo micio nei registri dell'Anagrafe, dovrai recarti presso uno dei veterinari aderenti (trovi i nominativi nell'elenco pubblicato sul sito ufficiale http://www.anagrafenazionalefelina.it/.). Nella banca dati dell'Anagrafe, una scheda personale riporterà tutti i riferimenti utili all'identificazione del tuo gatto, ovvero i dati segnaletici (data di nascita, razza, aspetto, ecc.), i dati anagrafici del proprietario e il codice identificativo di 15 cifre contenuto all'interno del microchip. Quest'ultimo è un dispositivo elettronico sottocutaneo che viene impiantato dal veterinario tramite inoculazione. L'intervento, rapido e indolore, non necessita di sedazione (tranne in caso di gatto molto irrequieto) ed ha un costo che varia da veterinario a veterinario. Il microchip viene inserito di solito su un lato del collo (o fra le scapole, in caso di gatto molto piccolo). Consiste in un minuscolo "transponder" in vetro trasparente biocompatibile che in condizioni normali è completamente inerte; l'unico modo per attivarlo è la sollecitazione prodotta da un apposito strumento preposto alla lettura del codice di 15 cifre.

Così, quando un gatto dotato di microchip viene ritrovato, un qualsiasi veterinario autorizzato dall'Anagrafe può, con la semplice lettura del codice, procedere all'identificazione e mettersi in contatto con il proprietario. Per questo è fondamentale che i dati della scheda siano sempre aggiornati: ogni variazione (di residenza, numero telefonico, proprietario, ecc.) deve quindi essere comunicata tempestivamente all'Anagrafe.

Ogni proprietario lo sa: il gatto Ragdoll rende la vita più bella. Anzi, è più esatto dire che la trasforma completamente, dando a tutti i momenti, anche a quelli meno piacevoli, quella nota positiva e gioiosa che aiuta ad affrontare meglio la vita.
Straordinariamente buono e delicato, questo gatto è un vero angelo capace di legarsi al suo umano di un affetto sconfinato e incondizionato: accanto ad un Ragdoll, la solitudine non esiste. Il gatto Ragdoll è il vero compagno per la vita, in grado di colmare i vuoti affettivi con la sua vicinanza, le sue coccole e la sua giocosa spensieratezza. E quindi è naturale che, dopo un po', venga voglia di adottarne un secondo. Il desiderio di avere più gatti in casa è un tratto comune a tutti gli amanti del felino domestico: condividere la propria esistenza con un gatto, infatti, è una continua scoperta, a contatto con un mondo affascinante, coinvolgente e misterioso. Nel caso del Ragdoll, a tutto ciò si aggiunge il suo carattere docile, ubbidiente e amorevole: giorno dopo giorno, conquistati da questa dolcezza fuori dal comune, è inevitabile desiderare di "allargare la famiglia".

Talvolta, però, si esita a compiere il passo per timore di non saper gestire due gatti, o di offendere la delicata suscettibilità del nostro peloso. Niente di più sbagliato! Se hai già un gatto Ragdoll in casa, affiancargli un fratellino o una sorellina della stessa razza può dare solo vantaggi. Per i membri della famiglia, due Ragdoll in giro per casa significa poter usufruire di una doppia dose di affetto, coccole e compagnia; e, data l'indole giocherellona di questa razza, i bimbi impazziranno di gioia ad avere un compagno in più che li segua nei loro giochi e nelle loro scorribande. E, se temi le consuete difficoltà di integrazione, rassicurati: il Ragdoll va d'accordo con tutti gli animali, e accetta di buon grado l'arrivo di un nuovo compagno. Anzi: dopo qualche giorno i due diventeranno praticamente inseparabili, e potranno farsi buona compagnia. Ciò risulterà estremamente positivo quando tu e i tuoi familiari dovrete assentarvi da casa: da quel momento in poi, infatti, lasciare da solo il tuo peloso non sarà più un problema, dato che avrà sempre il fratello (o la sorella) accanto.

Cerca sempre di ripartire in modo equo le attenzioni fra i due gatti, così che non nascano gelosie o malumori. Il Ragdoll è un tipo mite e tranquillo, quindi non dovrai preoccuparti che i tuoi due tesori, diventati complici, combinino alcun tipo di guaio o danno in casa; solo, crea le migliori condizioni per la loro sicurezza. Dato che, com'è noto, questa razza ha un senso del pericolo molto poco sviluppato e non è in grado di cadere in piedi, potrebbe accadere che, giocando fra loro, i tuoi piccoli amici si facciano male. L'ambiente domestico dovrà quindi essere, ancor più di prima, "a misura di Ragdoll".

Quando condividi la tua vita con un gatto, i controlli veterinari di routine rivestono un ruolo prioritario. Tale ruolo accresce ulteriormente la sua importanza se il tuo amico peloso è una gatta non sterilizzata: nell'eventualità di una gravidanza, infatti, dovrai prevedere un iter basato su visite ed esami molto specifici.

Quando la gatta non è incinta, un monitoraggio periodico attraverso strisci vaginali e dosaggi ormonali è indispensabile per verificare lo stato di salute dell'apparato riproduttore; in caso di gravidanza, un apposito calendario di visite ostetriche accerterà il corretto sviluppo dei feti.

Nel gatto, la gravidanza dura in media dai 64 ai 67 giorni; in alcune razze, questo tempo può protrarsi fino a 70 giorni (è il caso, ad esempio, del siamese). I sintomi non sono immediatamente riconoscibili, ed è per questo che molti proprietari si accorgono che la loro gatta è incinta quando la gravidanza è in stadio già avanzato, col rischio di trascurare le precauzioni del caso.

Attenzione quindi ai possibili segnali rivelatori: se la gatta vomita, si lecca insistentemente le parti intime, fa le fusa più spesso del solito e appare nervosa e stanca, è molto probabile che sia incinta. A questi primi sintomi seguono, man mano che si avvicina il momento del parto, alcuni cambiamenti più marcati, come l'aumento dell'appetito, l'ingrossamento del ventre, l'arrossamento e l'ingrandimento dei capezzoli.

Come procedere non appena si sospetta una gravidanza? Il primo passo da fare consiste nel portare la micia dal veterinario che provvederà, attraverso la palpazione dell'addome, a confermare lo stato di gravidanza. Si potrà eseguire anche una diagnosi precoce ecografica per individuare con esattezza l'età fetale e per prevedere con buona approssimazione il giorno del parto. A scadenze prestabilite, la gatta dovrà tornare in ambulatorio per sottoporsi ai necessari controlli: l'ecografia, in tal senso, rappresenta la procedura più efficace per attestare il buon andamento della gestazione. I piccoli possono essere individuati dallo strumento ecografico già verso il quindicesimo giorno, mentre il battito del loro cuore è rilevabile a partire dal ventiduesimo giorno.

In condizioni normali, la gatta è perfettamente in grado di partorire da sola: basta prepararle una cuccia comoda in un angolo tranquillo della casa e restare accanto a lei per qualsiasi evenienza. In caso di complicazioni (perdite scure, eccessiva fatica nella fase espulsiva, sofferenza prolungata) è importantissimo rivolgersi al veterinario, che potrà predisporre un cesareo d'urgenza.